piante grasse senza spine

vedi anche: Piante Grasse

Perché alcune piante grasse non hanno le spine?

Quasi tutte le piante grasse senza spine provengono dall’America del Sud e dall’Asia. Si tratta di specie nelle quali alle foglie spetta il compito di effettuare la fotosintesi clorofilliana, mentre le piante con spine (cioè quelle che hanno tramutato le foglie in spine nel corso dei secoli) affidano tale compito al tronco. E’ bene specificare, comunque, il motivo per cui molte piante succulente sono dotate di spine, frutto di un processo di selezione naturale durato millenni. Le spine, infatti, costituiscono un modo per proteggersi dagli organismi viventi che potrebbero attaccare le piante, magari per utilizzare le riserve di acqua che hanno immagazzinato al proprio interno nel corso del tempo; inoltre, esse servono a tenere al riparo la pianta dai raggi del sole molto forti, che potrebbero causare scottature irrimediabili soprattutto nelle parti appena nate. Da quanto appena detto si può intuire il motivo per cui le piante grasse prive di spine abbiano bisogno di essere bagnate con maggiore frequenza, visto che esse non sono dotate di questa barriera nei confronti dei raggi del sole: senza spine, in sostanza, devono fare i conti con una traspirazione più veloce, e di conseguenza con un più rapido processo di evaporazione dell’acqua.

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Alcune specie molto diffuse

pianta grassa senza spineTra le specie senza spine più conosciute, si segnala la trichodiadema, che fa parte della famiglia delle aizoacee. Tale piante, proveniente dal Sud America ma decisamente diffusa anche in Europa, presenta fusti in grado di arrivare a un’altezza di venti centimetri, e deve il proprio nome a una specie di diadema situato all’apice di ogni foglia, costituito da setole di colore bianco. Caratterizzata da foglie cilindriche e carnose, la trichodiadema propone fiori che ricordano le margherita, e che a seconda della varietà assumono differenti colorazioni. Si tratta di una pianta da appartamento che difficilmente è in grado di resistere al freddo dei mesi invernali: alcune varietà, inoltre, vengono impiegate come tappezzanti, considerata la facilità che dimostrano nell’occupare l’intero spazio a loro disposizione. Altre piante grasse senza spine molto conosciute sono le lithops, note anche con il nome di sassi viventi. Questa specie, proveniente dall’Africa, possiede una coppia di foglie non molto lunghe, che ricordano l’aspetto di pietre e che sono collegate tra loro in basso. La lithops alpina propone foglie grigie e fiori gialli, che nascono in estate, mentre la lithops bella si presenta con foglie screziate di verde. I fiori, in generale, ricordano delle margherite gialle o bianche – dipende dalla specie – e durano solo pochi giorni.

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piante grasse senza spine: La rebutia, pianta ideale per i neofiti

Infine, nella rassegna di piante grasse senza spine non può mancare la rebutia, appartenente alle cactacee. Si tratta di una specie molto indicata per i meno esperti, poiché richiede pochissime cure ed è particolarmente resistente. Proveniente dal Sud America, infatti, essa è in grado di sopravvivere anche in situazioni di estrema aridità. Abbiamo a che fare con una pianta dalla forma semi-sferica, globosa, in cui le spine sono sostituite da setole filamentose decisamente morbide, che la rendono facile da maneggiare e le regalano un aspetto quasi lanoso. Tali filamenti biancastri ricoprono interamente il fusto, e rappresentano la peculiarità estetica della rebutia. I fiori compaiono nei primi giorni dell’estate, sono voluminosi e ampi e sono gialli, bianchi o arancioni. La maggior parte delle piante fiorisce in maniera evidente più di una volta, in virtù di una notevole capacità di proliferare: non è un caso che, partendo da un fusto solo, si ramifichi durante la crescita sia in alto che alla base. Per quel che riguarda la coltivazione, la rebutia non necessita di un terreno eccessivamente ricco di sostanze nutritive, e non manifesta esigenze particolari, nel senso che è in grado di adattarsi a terricci acidi come a terricci neutri. Maggiore attenzione, invece, deve essere riservata alla temperatura, che non può scendere sotto i sette gradi. Per questo motivo, se si intende farla crescere nelle regioni più fredde, nei mesi invernali è preferibile tenerla al riparo in serre specifiche, o in alternativa ricoverarla in casa evitando qualsiasi escursione termica accentuata. Trattandosi di una specie abituata a crescere nei terreni aridi, non ha bisogno di molta acqua, e anzi se l’irrigazione diventa eccessiva rischia di provocare danni gravi. Il ristagno idrico, infatti, oltre a far rischiare il congelamento in presenza di temperature basse, può determinare un indebolimento del fusto. Amante dell’esposizione a sud ma non della luce diretta del sole nelle ore della giornata più calde, la rebutia ha bisogno, con il passare del tempo, di essere rinvasata nel momento in cui la crescita dell’apparato radicale rende obbligatorio passare a un vaso più grande. La fertilizzazione, invece, deve essere effettuata una volta ogni venti giorni, in primavera e in estate, ricorrendo a un concime specifico per cactacee. La robutia soffre in maniera particolare la cocciniglia, che può arrivare a causare la morte della pianta infestandola: per evitare qualsiasi tipo di problema, occorre eliminare i parassiti usando un piccolo tampone, oppure procedere a una disinfestazione definitiva usando prodotti specifici.


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