Orniello
L’orniello, Fraxinus ornus, detto anche “frassino della manna” è un albero a foglia caduca di medie dimensioni. È piuttosto diffuso nel nostro paese sia come soggetto ornamentale sia in coltivazione da reddito. Si trova anche abbastanza facilmente allo stato spontaneo, in tutta Italia, soprattutto all’interno di boschi misti fino ad un’altitudine di 1200 m. sul livello del mare. L’orniello è un albero a foglia caduca che può raggiungere, in natura, i 20 metri di altezza. La chioma ha forma espansa. Le foglie sono pennate, lunghe fino a 20 cm e più, compose da 5-9 foglioline, da oblunghe ad ovate, ognuna lunga fino a 12 cm e larga fino a 5, le laterali picciolate. Il colore è verde opaco nella pagina superiore, mentre risultano più pallide nell’inferiore. In autunno virano verso un giallo molto luminoso. Le gemme fogliari, presenti in inverno, appaiono grigio scuro.
La corteccia è grigia e molto liscia.
L’orniello è un albero a foglia caduca che può raggiungere, in natura, i 20 metri di altezza. La chioma ha forma espansa. Le foglie sono pennate, lunghe fino a 20 cm e più, compose da 5-9 foglioline, da oblunghe ad ovate, ognuna lunga fino a 12 cm e larga fino a 5, le laterali picciolate. Il colore è verde opaco nella pagina superiore, mentre risultano più pallide nell’inferiore. In autunno virano verso un giallo molto luminoso. Le gemme fogliari, presenti in inverno, appaiono grigio scuro. La corteccia è grigia e molto liscia. I fiori sono molto appariscenti. Proprio per sottolineare questa particolarità l’orniello viene anche soprannominato anche “frassino fiorito” per distinguerlo dagli altri frassini, con infiorescenze per lo più insignificanti. I singoli fiori sono piccoli e bianchi, con 4 petali esili lunghi fino a 6 mm, molto profumati. Sono raccolti in grandi grappoli conici, coperti di peluria, lunghi fino a 20 cm. Compaiono per circa 20 giorni dalla tarda primavera all’inizio dell’estate. I frutti sono detti “samare”: lunghi fino a 20 cm, inizialmente verdi e poi marrone pallido a maturità. Terminano in un’ala piatta e risultano penduli rispetto ai rami. Permangono sull’albero tutto l’inverno per poi essere trasportati dal vento.
Questo albero viene impiegato a scopo ornamentale nei giardini, sia come esemplare isolato, sia come alberatura stradale o lungo viali.
Molto interessante è però anche l’estrazione della manna, cioè la linfa (molto zuccherina). Le foglie vengono impiegate inoltre all’interno di tisane e decotti per le loro proprietà diuretiche e antipiretiche. I frutti vengono mangiati alla stessa maniera dei capperi.
L’ORNIELLO IN BREVE |
Nome | Fraxinus ornus, orniello, frassino da fiore, frassino della manna |
Altezza/larghezza/forma della chioma | Fino a 20 m/fino a 25 m/espansa |
Fogliame | caduco |
Manutenzione | facile |
Necessità idriche | media |
Crescita | lenta |
Propagazione | seme |
Rusticità | Abbastanza rustico (fino a -20°C) |
Esposizione | Pieno sole-mezz’ombra |
Utilizzo | Esemplare isolato, boschetto, siepe naturale |
Terreno | Qualsiasi, ma non troppo drenante |
Diffusione | Dal piano fino a 1200 metri s.l.m. (1400 in Sicilia) |
- Dalla corteccia della pianta si può ottenere la manna zuccherina dell'orniello, da raccogliere in estate. L'albero si adatta facilmente a vari tipi di terreno, ma è meglio evitare quelli troppo drenan...
Gli ornielli si trovano in vendita in vivai che si occupino di essenze arboree. Generalmente sono provvisti di pane di terra o inseriti in un vaso.
Scegliamo una posizione ben soleggiata, in maniera che la crescita, soprattutto i primi anni, sia il più rapida possibile.
Bisogna in ogni caso precisare che, soprattutto gli esemplari giovani, sono molto sensibili ai venti. Un’area piuttosto riparata non potrà che essere di aiuto.
L’orniello si adatta a molti tipi di suolo diversi. È necessario evitare solamente quelli troppo poveri ed eccessivamente drenanti. Le radici difatti richiedono sempre un ambiente leggermente umido.
Per ottenere una crescita rapida è comunque consigliabile inserirlo dove il substrato risulti piuttosto ricco in materia organica.
IL CALENDARIO DELL’ORNIELLO |
Semina | Autunno o primavera (dopo vernalizzazione) |
Fioritura | Fine primavera |
Raccolta foglie | primavera |
Raccolta corteccia | autunno |
Raccolta manna | estate |
potatura | Autunno o primavera |
Messa a dimora | Autunno o primavera (in aree a inverno rigido) |
Il periodo migliore per mettere a dimora un orniello è l’autunno, tendenzialmente il mese di novembre. È in ogni caso possibile procedere anche alla fine dell’inverno, specialmente se viviamo in un’area montana al di sopra dei 1000 metri s.l.m.
Si creerà un buco dal volume almeno doppio rispetto al pane di terra. L’ideale è che sia largo almeno 1,20 m e profondo circa 100 cm.
Sul fondo della buca si inserirà una buona quantità di stallatico maturo e poi uno strato di terra. Posizioniamo la zolla e, a circa 30 cm di distanza, conficchiamo fino a 3 tutori solidi e alti almeno quanto il tronco. Copriamo col terriccio estratto e compattiamo bene. Assicuriamo la pianta ai sostegni legandovela in almeno tre punti.
Irrighiamo abbondantemente. Proseguiamo con regolarità, senza mai lasciar asciugare completamente l’area, ma solamente se abbiamo operato all’inizio della primavera (in inverno generalmente l’umidità ambientale risulta sufficiente).
L’orniello necessita un terreno sempre leggermente umido. Se è in un substrato adatto raramente necessiterà apporti idrici, a meno che non si verifichino siccità molto prolungate accompagnate da caldo intenso.
Dovremo invece impegnarci in questo senso se il suolo risultasse molto povero, sabbioso e drenante, soprattutto nel Centro-Sud della nostra penisola. In questo caso un aiuto può venire anche da una buona e spessa pacciamatura a base di paglia e foglie. Questa aiuterà ad evitare un’eccessiva evaporazione, mantenendo l’apparato ipogeo più umido.
Questo albero tende ad assumere autonomamente una bella forma naturale. Se lo spazio che gli abbiamo riservato è sufficiente non saranno necessari interventi frequenti.
Ciò nonostante, almeno i primi anni, può essere utile indirizzare le branche con una buona potatura di formazione.
Il periodo migliore per intervenire è l’inverno, dopo la caduta delle foglie. Si può però operare anche a primavera, quando le gelate si siano sicuramente concluse, e comincino a gonfiarsi le gemme a foglia.
Potature di formazioneSi praticano all’inizio della primavera, nei primi anni dalla messa a dimora. Devono essere regolari, leggere e progressive.
Solitamente si cerca di creare un esemplare equilibrato e simmetrico. L’obiettivo è spesso anche quello di lasciare la parte bassa del tronco (almeno 1/3) libera da rami.
Potatura di mantenimentoGli esemplari adulti devono essere trattati con molta delicatezza. Bisogna evitare i tagli severi, in particolare di rami con diametro superiore ai 10 cm. In ogni caso è bene evitare di avvicinarsi troppo al tronco, per non danneggiarlo, e favorire la cicatrizzazione usando sempre un apposito mastice.
Chiaramente è molto importante intervenire eliminando rami morti, danneggiati o malati, in maniera che la pianta possa riprendersi.
Nuovi esemplari di orniello si possono ottenere tramite semina. È un metodo piuttosto lento, ma può dare grandi soddisfazioni.
Si comincia in autunno: i semi andranno stratificati perché il tegumento diventi mano a mano più morbido e consenta la fuoriuscita della prima radichetta.
I semi possono essere inseriti nella sabbia e mantenuta sempre umida e al freddo. Per ottenere questo effetto si può porre il contenitore in frigorifero o, se si vive in zone caratterizzate da inverni rigidi, direttamente all’esterno.
In primavera li trasferiremo in un vaso largo almeno 30 cm di diametro, che è sufficiente al massimo per due semi.
La distanza tra uno e l’altro, comunque, è di almeno 25 cm.
L’anno seguente la nascita possono essere messe a dimora definitiva.
Teniamo comunque presente che la germinazione può essere anche molto lenta e necessitare di due o tre inverni.
I semi possono essere raccolti direttamente dall’albero in autunno, prima della maturazione, o in inverno, una volta che si sono seccati.
Le foglie (che possono essere impiegate a scopo medicinale) danno il loro meglio alla fine della primavera, quando sono ricoperte da un sottile strato di resina. La corteccia va invece prelevata in autunno, visto che tende naturalmente a sfaldarsi. Entrambe si conservano in vasi ben chiusi o sacchetti di carta, dopo essere state essiccate alla perfezione.
Il frassinello è un albero abbastanza robusto. Viene colpito abitualmente sia da parassiti animali sia da malattie crittogamiche, ma è raro che subisca danni gravi.
L’affezione più pesante che lo può colpire è senza dubbio la Chalara fraxinea, di recente introduzione. Porta al veloce disseccamento di interi rami. Purtroppo attualmente non vi sono strumenti per la cura e il contenimento se non l’abbattere gli esemplari compromessi. Se viviamo in un’area in cui il problema è diffuso inseriamo nel nostro appezzamento una essenza diversa.
Come albero ornamentale è molto interessante per la bellissima fioritura, che dura circa venti giorni, verso la fine della primavera. La cascata di fiori bianchi che letteralmente lo ricopre lo rende un esemplare di grande richiamo e molto riconoscibile.
La mannaIn Italia (in particolar modo in Sicilia e Sardegna) è anche diffusa la coltivazione da reddito dell’orniello.
È infatti da questo albero che si ricava la “manna” un prodotto zuccherino che si utilizza nell’industria dolciaria e farmaceutica: è infatti un buon rimedio naturale contro la stitichezza nei bambini, dato il suo contenuto in D-mannitolo.
Si ottiene incidendo i rami e i fusti giovani, a metà estate. Da questi sgorgherà poi la sostanza che all’aria si solidifica creando delle “stalattiti”.
Legno Il legno dell’orniello è di color beige chiaro, con venature leggermente più scure. Non viene impiegato come legname d’opera perché deperisce velocemente a contatto con l’acqua. È però usato spesso per la produzione di piccoli utensili, in particolare per mezzo del tornio.
Risulta invece molto pregiato come legna da ardere, dato il suo alto potere calorifico. Viene adoperato per la produzione di pellets o direttamente come combustibile.
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