Pitosforo nano

Pitosforo nano: caratteristiche generali

Il pitosforo nano, noto anche sotto il nome di Pittosporum tobira nanum, è un piccolo arbusto sempreverde dalla forma rotonda e a cespuglio. È una pianta originaria della Cina, Taiwan e del Giappone. È costituita da foglie verdi, a crescita lenta, lucide e dalla forma allungata; le infiorescenze variano dal bianco al giallo panna e profumano d’arancio. Il pitosforo nano ha bisogno di un terriccio ben drenato, si può mettere a dimora in giardini rocciosi, in vasi o in cassette. Le sue dimensioni massime raggiungono 1 metro circa d’altezza e 1,5 metri circa di larghezza. Per quanto riguarda il clima, esso può essere messo a dimora sia in zone semiombreggiate ma anche esposto ai raggi solari diretti; preferisce climi temperati, anche se resiste alla siccità e alle basse temperature (-10 °C e -5 °C).
Pitosforo nano in vaso.

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Pitosforo nano: coltivazione

Dettaglio foglie di pitosforo nano. Il pitosforo nano, come affermato in precedenza, può essere messo a dimora sia in luoghi esposti alla luce diretta del sole o nella penombra. È in grado di sopportare la siccità, l’aria di mare ma, non ama il vento. Durante la primavera e l’estate, deve essere annaffiato con una certa regolarità in modo tale da avere un fogliame folto e permettere la nascita d’infiorescenze ricche. Il terriccio da utilizzare per avere delle piante sempre sane, deve essere a base di torba, terra da giardino e di sabbia, in modo tale da permettere un ottimo drenaggio ed evitare quindi il ristagno d’acqua. Il pitosforo adora gli ambienti esterni a clima mite mentre, nei luoghi con clima rigido è conveniente posizionare la pianta in una serra fredda.

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Pitosforo nano: moltiplicazione e potatura

Pitosforo nano. La moltiplicazione del pitosforo nano può avvenire mediante semina, talea o margotta. Per quanto riguarda la talea, occorre utilizzare rami con dimensioni di circa 8/10 centimetri tagliati tra maggio e giugno. Si prosegue con il loro posizionamento in cassette da moltiplicazione ed esposte a temperature comprese tra i 16 °C e i 18 °C. nel momento in cui si formano le radici, si procede con il mettere a dimora la pianta figlia, in vasi di 8 cm e usando lo stesso terriccio della pianta madre. In inverno si lasciano nella serra fredda e tra maggio e giugno potranno essere messi in giardino. Per quanto riguarda la semina occorre: pulire bene i semi e metterli in cassette all’interno di serre fredde; dopo 3/4 anni possono essere messi a dimora in giardino. La potatura avviene in aprile in modo da tenere una forma armoniosa e agevolare una sana crescita della pianta.


Pitosforo nano: parassiti e malattie.

pitosforo malato Il pitosforo nano, come altre piante, può essere attaccato dagli afidi, dalle cocciniglie cotonose e da quelle brune. Le cocciniglie cotonose aggrediscono le piante dimorate in climi caldi e secchi. Dopo averle asportate manualmente, si tratta la pianta con un anticoccidico e si vaporizza la chioma con dell’acqua in modo tale da incrementare il livello di umidità. Se non si vuole utilizzare un prodotto chimico, è possibile eliminare la cocciniglia con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool e acqua. Le cocciniglie brune invece, ricoprono la pianta di escrescenze scure e di una sostanza zuccherina appiccicosa. Anche in questo caso occorre eliminarle manualmente dalla pianta, utilizzando del cotone imbevuto in acqua e alcool. Gli afidi aggrediscono i fiori e le foglie. Esse traggono nutrimento succhiando da essi la linfa e rendendo la pianta appiccicosa. Per eliminarli basta lavare la pianta e usare un insetticida specifico per gli afidi.



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