Strelizia

L’uccello del Paradiso

Capita ormai abbastanza spesso che la nostra curiosità ci spinga verso piante insolite ed esotiche, come accade per la pianta comunemente detta uccello del Paradiso, spesso presente in esposizioni e fiere, è possibile trovarla anche in vivaio, anche se spesso errate condizioni di coltivazione danno origine ad esemplari bruttini e poco appariscenti, che ci fanno desistere dall’acquistarla, temendo di doverci portare a casa una pianta dal carattere difficile e complesso. In realtà non si tratta di una pianta così esotica e neppure di una sfida così grande ed impegnativa.

Le strelitzie (questo è il nome botanico) vengono coltivate in Europa già dal 1700, quando vennero introdotte nei giardini botanici di Kew, nel Regno Unito; il loro nome infatti dimostra come lo scopritore di tali piante volle fare un omaggio alla Regina Carlotta, duchessa di Mecklemburg-Strelitz; da qui il nome bizzarro, spesso in Italia pronunciato sterlizia, forse perché la sua sonorità sembra più dolce con questa pronuncia.

Si tratta di piante perenni, appartenenti alle musacee, ovvero parenti strette dei banani, originarie dell’Africa meridionale, luogo da cui sono partite moltissime piante, alla scoperta del globo intero, ormai diffusissime in certi luoghi, tanto da essere considerate autoctone; in effetti la Strelizia è diffusa ormai in gran parte dell’America centrale e meridionale, in Asia, in Europa ed in Australia, e viene spesso utilizzata come pianta da giardino, a formare ampie siepi.

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Come è fatta una strelitzia

strelizia Come per il banano, si tratta di una pianta erbacea perenne, sempreverde, che si sviluppa da agosto-settembre, fino ai caldi estivi, quando va in semi riposo vegetativo, quando le temperature sono molto alte e l’aria molto asciutta. Le radici sono carnose e formano spesso un tozzo rizoma, da cui si dipartono direttamente i lunghi piccioli rigidi, che portano grandi foglie verdi, coriacee, ricoperte da uno strato pruinoso che le rende bluastre. Una lunga foglia ben sviluppata può raggiungere i 150-200 cm di lunghezza, sviluppandosi dapprima eretta, per divenire con l’età leggermente arcuata.

Le piante giovani producono soltanto grandi foglie, solo verso i 3-5 anni di età tra le foglie si ergono fusti carnosi, che portano le strane infiorescenze, simili a teste di uccello.

La specie più diffusa in Italia è strelitzia reginae, che presenta infiorescenze sottese da una spata rigida verde, simile ad un lungo becco, sovrastata da alcuni fiori con petali arancioni e blu, il tutto a formare una specie di ciuffo; la specie strelitzia nicolai invece ha spate brune o violacee, e fiori bianchi o crema.

I fiori negli esemplari adulti sbocciano a partire da settembre-ottobre, e spesso continuano a sbocciare o permangono sulla pianta fino a primavera.

In generale le strelitzie producono un cespo ampio e rigoglioso, e sicuramente necessitano di una buona quantità di spazio per venire coltivate.

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Come coltivare una strelitzia

strelizia Come avviene per molte piante presenti sui nostri terrazzi, anche la strelizia è originaria del sud Africa, quindi non è adatta ad essere coltivata in appartamento, poiché il clima sarebbe eccessivamente asciutto, e inoltre in casa è difficile trovare luoghi sufficientemente luminosi per questo tipo di pianta; alcuni mesi di coltivazione in appartamento, portano i cespi di strelizia ad apparire tristi e spenti, e a smettere di fiorire.

Non sono neppure piante adatte a vivere in giardino in tutta la penisola, perché non amano temperature invernali eccessivamente rigide: possono sopportare occasionali brevi gelate, ma temono le gelate persistenti, e preferiscono le temperature minime invernali superiori ai 3-5°C. Quindi in genere vengono coltivate in piena terra nelle zone italiane con inverni miti, o sulle coste (visto che non temono l’aria salmastra); per color che vivono nel resto del paese è necessario coltivare le piante in capienti vasi, che andranno protetti, o spostati in luogo riparato, all’abbassarsi delle temperature in ottobre o novembre, fino a primavera. Non necessitano per forza di grandi serre temperate, può bastare il posizionamento nell’angolo di un terrazzo esposto a sud, o anche una piccola serra fredda ben soleggiata.

Sono piante che amano essere esposte alla luce solare diretta, anche se, nel periodo di riposo vegetativo, in giugno-luglio, è bene ombreggiarle leggermente nelle ore più calde del giorno, evitando di lasciarle cuocere al sole quando le temperature sono molto elevate, e le ore di sole al giorno sono veramente tante.

Prediligono terreni molto ben drenati, e quindi necessitano di essere coltivate in un buon terriccio universale, reso più poroso e permeabile grazie all’aggiunta di sabbia, o lapillo o pietra pomice, a granulometria abbastanza fine.

Le giovani piante coltivate in vaso vanno rinvasate ogni anno, a fine primavera, fornendo loro un contenitore più capiente rispetto a quello in cui si trovavano; quando una pianta di strelizia comincia a fiorire viene considerata una pianta adulta, e comincia a temere danni alle radici e rinvasi; quindi gli esemplari di 5-6 anni non vengono più rinvasati, anche perché se l’apparato radicale di una pianta adulta viene danneggiato, questa smette di fiorire, facendoci perdere gran parte del fascino per questa pianta.

Le annaffiature sono regolari, da agosto fino a maggio, da fornire ogni volta che il terreno è asciutto; a fine estate si sparge attorno alle piante del concime granulare a lenta cessione, che si scioglierà ad ogni annaffiature. Durante il periodo di riposo vegetativo si sospendono le concimazioni, e si annaffia solo sporadicamente.

Queste piante non necessitano di potatura, anche se ogni tanto è ben rimuovere le foglie vecchie e rovinate dalle intemperie o dal freddo.


Strelizia: Propagare una strelizia

pianta esotica I fiori bizzarri di strelizia sono seguiti dai frutti, che contengono i bizzarri semi, di forma tondeggiante, duri e coriacei, sono caratterizzati da una sorta di piumaggio arancione. Si seminano a fine estate, in un terreno fresco e umido, che va tenuto in luogo caldo e luminoso fino a completa germinazione; le giovani piante impiegheranno circa cinque anni a svilupparsi sufficientemente per poter cominciare a produrre fiori.

Si possono propagare le strelizie anche per divisione del rizoma o del pane di radici; questa operazione si pratica quando la pianta comincia il suo periodo di riposo vegetativo, ovvero a inizio giugno. Si espongono le radici alla luce e si ripuliscono dal terreno, utilizzando un coltello affilatissimo e ben pulito si divide il cespo in alcune porzioni, che vanno poi rinvasate singolarmente. In genere dopo la divisione non tutte le piante producono fiori nell’autunno successivo all’impianto.