Il legno: viaggio dentro l'albero
L'inverno è la stagione del legno. Dal legno che brucia nei nostri camini, a quello che accumuliamo dopo le potature, a quello che possiamo osservare sui grandi alberi, che si mostrano nudi in tutta la loro imponenza.
Osservare un ceppo tagliato, stuzzica la curiosità, contando gli anelli si può risalire all'età della pianta ed osservando ingrossamenti e strane deformazioni è possibile addirittura avere informazioni sulle stagioni passate ed andare indietro nel tempo di molti anni.
Anche il tronco di una pianta viva, è un documento che registra la storia dell'albero, e osservando biforcazioni, ferite, spaccature e architetture dei rami, saremo in grado di ripercorre per intero la crescita di quell'esemplare.
Ogni ramo legnoso si può scomporre ed analizzare in raggruppamenti di cellule e tessuti che hanno una specifica funzione.
Partendo dall'esterno della pianta si trova la corteccia, ovvero il sughero, che ha la funzione di proteggere la pianta, è una sorta di armatura di legno.
L'albero come facilmente osservabile cresce non solo in altezza, ma anche in diametro, il continuo aumento del diametro di un ramo produce delle spaccature nello strato di sughero, il fellogeno è il tessuto responsabile delle riparazioni nella corteccia.
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Il fellogeno è un meristema secondario, ovvero un tessuto di accrescimento diametrale della pianta.
Esistono 2 tipi di meristemi secondari: il fellogeno ed il cambio.
Il cambio è posizionato più internamente rispetto al fellogeno. crea i vasi conduttori che trasportano la linfa, il floema (trasporta la linfa elaborata) e lo xilema (la linfa grezza).
Immaginando di perforare un tronco incontreremo dunque : sughero, fellogeno, floema e xilema. Ogni millimetro che percorriamo verso l'interno ci porta a contatto con un tessuto differente, con diverse funzioni.
Il cambio è responsabile anche della formazione dei tessuti meccanici, che sono quelli che regolano la resistenza ai carichi (es: neve) e alle forze esterne (es : vento) delle ramificazioni, diminuendo le possibilità di rottura.
Continuando il viaggio al centro del legno ci si imbatte nei raggi midollari, che sono il sistema di vasi responsabile del movimento dei fluidi dall'interno all'esterno della pianta e viceversa.
Questo può apparire una sorpresa per molti, mentre il flusso dei liquidi dalle radici alle foglie e dalle foglie alle radici è di comune conoscenza, non tutti sanno che l'albero ha la necessita di scambiare liquidi anche in profondità.
Un esempio è l'accumulo dell'amido, che in autunno viene conservato come riserva per la prossima ripresa vegetativa.
Arrivando ancora più internamente troviamo il legno più vecchio,il duramen un legno duro e più scuro.
In questa zona i tessuti accumulano le sostanze di scarto, che si generano in alcuni processi, ma non si tratta solo di una sorta di discarica vegetale.
Queste sostanze che impregnano il legno hanno anche lo scopo di proteggerlo dai fenomeni di marcescenza e decadimento. Conservando la sua integrità e la sua forza ; anche il legno più vecchio puo' costituire una protezione per la pianta.
Insetti xilofagi e miceti troverebbero una facile via d'accesso una volta raggiunto l'interno della pianta per scavare gallerie e nidi, ma le cose non sono per loro sfortuna così semplici.
Dal sughero al duramen abbiamo attraversato tutti i tessuti che compongono un tronco, la struttura di un albero non è poi così semplice ed ogni sezione ha un compito preciso.
Conoscere l'anatomia delle piante è importante per eseguire tecniche botaniche più difficili, come l'innesto o la margotta, che richiedono una conoscenza della posizione esatta di determinati tessuti.
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