Gerani

Le piante preferite in Italia, ma anche nel resto d'Europa, per abbellire balconi e terrazzi durante la primavera e l'estate. La fioritura è ricchissima, la coltivazione semplice, le cure da prestare non eccessive: insomme piante perfette per i principianti ed anche per gli esperti.

Da molti anni la passione per i gerani, o meglio per il pelargoni (è pelargonium il nome botanico, geraniacee è il nome della famiglia), ha portato i produttori di piante ad arricchirne il genere con numerosi ibridi; a fiore doppio, a foglia colorata, a foglia profumata. In commercio è possibile reperire gran parte delle specie botaniche, originarie dell'Africa, ed i tantissimi ibridi.

Per meglio conoscere queste piante, per saperle coltivare ed anche, per chi vuole, cominciare una vera e propria colezione, ci siamo rivolti ad un vero esperto del settore, ... continua


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Il nostro esperto ci ha dedicato un poco del suo tempo libero per raccontare come si coltivano i pelargonium, e come vive un vivaista appassionato di gerani.

Sono piante piuttosto semplici da coltivare nel nostro clima e questo (insieme alla loro capacità di produrre fiori con buona continuità) spiega la loro popolarità.

Si adattano bene al clima mediterraneo ( nelle regioni meridionali spesso non necessitano neanche di essere ritirati), ma anche al clima alpino.

Sono molto resistenti alla siccità e ideali nelle zone più torride del nostro paese. Bisogna però precisare che i più fioriti si possono vedere nelle zone di montagna. Questo perché il geranio per dare il meglio di sé necessità di molta umidità atmosferica che durante l’estate può essere presente soltanto sull’arco alpino.

Di solito viene coltivato in contenitori perché risulta più semplice da ritirare durante l’inverno. E’ però possibile metterlo a dimora in piena terra nelle zone più meridionali e calde d’Italia. Anzi, se il clima lo consente è assolutamente consigliabile tenerli in piena terra perché ci daranno molte più soddisfazioni e meno problemi con parassiti e malattie.

Essendo tuttavia la coltivazione in vaso quella più diffusa è importante affrontare il problema del substrato da utilizzare. In commercio si trovano spesso terricci specifici per gerani. È bene precisare però che in realtà non sono del tutto adatti alla loro coltivazione in quanto di solito contengono troppa torba che, col tempo, tende a diventare “impermeabile”. In pratica perde la capacità di assorbire acqua che fuoriuscirà direttamente lasciando un substrato secco tendente a surriscaldarsi.

L’ideale invece è prepararsi autonomamente un terriccio usando anche delle argille (che trattengano l’acqua) e rendendolo più asciutto e drenante con pomice, perlite o argilla espansa.

I vasi, per dare il massimo comfort alle piante, devono essere sempre piuttosto grandi. SI consigliano almeno 20 cm di diametro (l’ideale però per far crescere e diventare imponenti le piante è di 28-30 cm).

Se vogliamo mettere i gerani nelle tipiche balconette è anche in questo caso meglio non accostarli troppo uno all’altro. La distanza minima lineare è 15-20 cm. Di solito appena acquistati sembrano piante piccole, tendono tuttavia ad allargarsi (specie le varietà ricadenti da balcone).

Un errore frequente che si riscontra con i gerani è la tendenza ad innaffiarli troppo.

Queste piante sono molto resistenti alla siccità e necessitano di essere innaffiate solo quando il substrato è completamente asciutto. In questa maniera si eviterà l’inconveniente più frequente: il marciume radicale. Un buon metodo per capire se il terriccio è asciutto è inserire un dito in profondità per almeno 3-4 cm. Perché le piante vivano al meglio è consigliabile diradare le innaffiature (e anche le concimazioni) in piena estate (nei climi caldi) per consentire alla pianta di andare in riposo e dare ancora belle fioriture in autunno.

È importante ricordare che bisogna evitare di bagnare le foglie per evitare marciumi e malattie crittogamiche.

L’esposizione ideale varia molto con il clima. Dove le estati sono calde è meglio che le piante siano in pieno sole soltanto al mattino. Nelle località montane, invece, possono tranquillamente essere esposte in pieno sole anche per tutto il giorno.

Un’altra ragione per dare loro vasi ampi è la loro grande necessità di nutrimento che è necessario per supportarne la crescita e le abbondanti fioriture. Si possono sotto questo aspetto avere diversi approcci. SI possono ottenere buoni risultati utilizzando concimi a lenta cessione (molti trovano ideali quelli per i pomodori, con un alto tenore in potassio) da somministrare ogni due o tre mesi.

L’ideale però è apportare concime regolarmente, anche ad ogni irrigazione, diluendo un concime liquido per piante fiorite (o idrosolubile) a dosi inferiori rispetto a quelle consigliate. In questo modo la pianta sarà stimolata in maniera costante, senza sbalzi di nutrimento ( un sistema simile a quello che si otterrebbe con la fertirrigazione). È consigliabile però fare una pausa durante i periodi più caldi per consentire alla pianta di risparmiare le forze.

Ci sono diversi tipi di potatura. In primo luogo c’è quella prima del periodo di riposo.

Al Nord si usa potare le piante prima dell’arrivo del freddo (di solito si ritirano verso la fine di ottobre, prima comunque che le minime vadano sotto zero). Si potano anche molto drasticamente e riponendole al riparo in un luogo buio (o poco illuminato). Si procederà poi di tanto in tanto ad una leggera irrigazione. Nelle regioni meridionali invece si usa all’inizio o alla fine della stagione fredda tagliare solo i rami più lignificati alla base, gli altri invece vengono lasciati più lunghi intervenendo all’altezza di un nodo. Un altro periodo in cui si può intervenire è prima del grande caldo. Si può procedere con una potatura piuttosto drastica riducendone la chioma per diminuire la superficie di scambio e quindi la perdita di liquidi. È importante inoltre durante tutto il periodo vegetativo cimare costantemente le piante. Questo le rende più folte ed equilibrate. Ci saranno più steli e fiori.

Sotto questo aspetto è importante procedere sempre ad una attenta pulizia dei fiori appassiti per stimolare la pianta a produrne altri.

I gerani generalmente vengono riprodotti tramite talea. Il procedimento è davvero semplice e consente di ottenere anno dopo anno piante sempre nuove (addirittura alcuni manuali consigliano di riprodurre per tempo le piante per averle sempre giovani ogni anno e non conservare le piante vecchie). Si procede in primavera o autunno prelevando un rametto apicale di circa 6-10 cm tagliando in corrispondenza di un nodo. Lo si pulisce dalle foglie basali mantenendone solo una piccola in alto. Lo si mette a dimora in un vasetto con terriccio molto leggero. Si deve tenere costantemente umida la parte aerea (non il terriccio però). A questo scopo si può usare un sacchetto di plastica trasparente. Si ottiene una nuova piantina in circa due mesi. Ultimamente a livello casalingo si è diffusa anche la riproduzione tramite seme. Questo perché si è riusciti ad ottenere semi che mantengano costanti le caratteristiche varietali e con un’alta germinabilità. Questo consente di ottenere varietà poco diffuse a livello nazionale (come il richiestissimo geranio giallo).

Le malattie più diffuse sono causate da muffe varie che possono colpire il colletto e le foglie.

In questi casi è molto importante regolare le irrigazioni, rimuovere le foglie colpite e posizionare le piante in zone arieggiate. Eventualmente si può intervenire con degli anticrittogamici specifici.

Possono essere attaccati anche da insetti vari (mosca bianca) o acari. Il problema che si manifesta più di frequente negli ultimi anni è l’attacco della “farfallina del geranio” Cacyreus marshalli.

Questa deposita le uova all’interno della pianta causando il disseccamento dei rami.

Purtroppo per contrastarla efficacemente è necessario utilizzare insetticidi sistemici. Le formulazioni più comode sono quelle in granuli o in pastiglie da inserire periodicamente nel substrato.

Parlando molto in generale le varietà che si trovano in commercio più di frequente sono tre:

- Pelargonium zonale: pianta cespugliosa a base legnosa con foglie cuoriformi o tonde. I fiori sono portati in corimbi globosi. Sono i più diffusi e conosciuti.

- Pelargonium peltatum (“edera”): pianta a fusti sottili, lunghi e con numerosi nodi. Le foglie sono simili a quelle dell’edera. Vengono usati come ricadenti tipicamente su balconi o in contenitori sospesi.

- Pelargonium macranthum: hanno fusti legnosi e foglie trilobate. Le infiorescenze sono raccolte in ombrelle e i singoli fiori sono molto grandi.

Dietro la bellezza della pianta di geranio si celano notevoli proprietà curative e di bellezza. Dal distillato che si ricava spremendo le sue foglie e i suoi fiori se ne può ricavare infatti un olio essenziale preziosissimo che da secoli viene impiegato come medicina naturale: come cicatrizzante, antiemorragico e antisettico, utile per curare ferite e piaghe.

Uno degli impieghi più recenti di questo prezioso olio essenziale riguarda il campo della bellezza in particolare rimedi domestici: oltre ad essere presente in creme specifiche in commercio, è possibile applicarlo anche direttamente sull'epidermide per nutrirla e proteggerla. Molto efficace per attenuare smagliature, cicatrici, cellulite, acne e brufoli, ma anche per combattere gli insopportabili dolori mestruali: è sufficiente diluire poche gocce di olio di geranio con quello di mandorle e massaggiare la parte dolente (basso ventre) per qualche istante.

Il geranio non necessita di particolari condizioni di terreno, grazie alle sue caratteristiche naturali. Favorito dalla particolarità di avere radici molto forti e resistenti che gli consentono di crescere e svilupparsi bene nella maggior parte di ambienti e di terreni.

Un utile suggerimento per favorire comunque una buona crescita di questa pianta è quello di orientarsi su terreni di tipo leggeri e molto soffici che permettano all'acqua di drenare con facilità e naturalezza, evitando che questa possa ristagnare e creare pericolose condizioni per la vita della pianta. Miscelare nel terreno una buona quantità di torba può risultare vitale per il geranio che necessità comunque di essere annaffiato frequentemente, possibilmente quotidianamente soprattutto nei periodi più caldi: è importante mantenere il terreno sempre ben umido.Nonostante in molte zone sia coltivata come pianta annuale il geranio è una perenne che se l'inverno non è troppo rigido, sopravvive senza problemi a questa stagione e la primavera successiva può dare ancora dei fiori bellissimi. Durante l'inverno soprattutto nelle zone più fredde d'Italia è bene quindi curare le piante di geranio per fare in modo che non soffrano eccessivamente e non deperiscano o peggio ancora muoiano.

Nella stagione fredda bisogna quindi innanzitutto riparare le piante dal freddo, mettendole in una zona riparata e riscaldata dove sono presenti almeno 15°C. Bisogna inoltre assicurare alle piante una buona illuminazione perchè i gerani sono una specie che ha bisogno di molta luce. Mettiamo quindi la pianta in una zona luminosa e calda della casa, come per esempio una finestra o meglio ancora una serra riscaldata sul balcone.

Fatto questo è consigliabile procedere con la potatura della pianta, un intervento mirato principalmente alla pulizia del geranio, alla rimozione dei rami secchi e ad una generale potatura di forma. Un altro intervento che può essere importante in questo periodo dell'anno sono i trattamenti fungicidi. Un trattamento antifunghi può essere utile in questo periodo per eliminare e scongiurare la presenza di eventuali funghi sui gerani.


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