Piante Grasse
Le piante grasse sono diffusissime negli appartamenti e nelle case, forse per le poche cure che richiedono, forse per il loro fascino esotico. In questa area del sito trovi schede di approfondimento su tantissime piante grasse. Le piante grasse, dette anche “succulente”, sono dotate di particolari tessuti in grado di assorbire l’acqua in eccesso, immagazzinandola al loro interno per poi rilasciarla in caso di necessità. Grazie a questa loro peculiarità, le piante grasse possono crescere anche in zone aride: si pensi ad esempio ai cactus delle zone desertiche del Centro-America, che accumulano l’acqua piovana nelle foglie, nei fusti e nelle radici, che infatti appaiono gonfi carnosi in caso di pianta sana e ben idratata.
L’interesse per le cactaceae, piante ritenute strane e provenienti principalmente dal Continente americano, si è sviluppato in Europa verso la metà del XVII secolo.
In generale possiamo dire che sono vegetali carnosi che si sono adattati a sopravvivere in aree caratterizzate da suoli piuttosto aridi o climi estremi o con una forte concentrazione di sale.
Questo loro adattamento è rappresentato dalla capacità di immagazzinare acqua nelle foglie,
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Gli habitat di provenienza sono molto vari: si va dal livello del mare fino a diverse migliaia di metri di altitudine. Sono capaci di assimilare velocemente l’acqua della pioggia, ma alcune riescono a sopravvivere anche solo grazie alla rugiada del mattino.
Per questo tipo di pianta l’accumulo di acqua, il suo immagazzinamento e le conseguenti trasformazioni fisiche sono una questione di vita o di morte.
Se si intraprende la coltura di queste piante presto se ne verrà catturati e si diverrà velocemente dei grandi appassionati. Un grande vantaggio è che non richiedono molto posto e relativamente poche cure, che però devono essere costanti.
Le succulente possono appartenere a diverse famiglie botaniche; tra le principali ricordiamo le Cactaceae, le Agavaceae, le Aloaceae, le Crassulaceae. Sono piante che in natura si sviluppano tipicamente su terreni pre-desertici, caratterizzati da periodi di estrema siccità a cui si contrappongono periodi di pioggia intensa, e con un’escursione termica di parecchi gradi fra il giorno e la notte. Altre vivono nelle foreste tropicali dell’Africa o dell’Asia, in questo caso prediligono ambienti più umidi e meno luminosi.
Per alcune categorie di piante grasse, quali le Cactaceae, le foglie sono sostituite dalle spine: in questo modo l’area di esposizione al sole è minimizzata, riducendo il rischio di seccarsi. Intorno al fusto della pianta si sviluppano areole pelose, ed i fiori crescono attaccati al fusto. Le radici sono in grado di penetrare nel terreno per metri, alla ricerca di fonti d’acqua. La fioritura avviene generalmente nel periodo primaverile-estivo, ma possono occorrere alcuni anni di crescita della pianta prima che questa produca fiori.
Le succulente possono vivere bene in appartamento, e nelle zone a clima mite del Sud Italia possono essere tenute all’aperto; grazie alla loro estrema capacità di adattamento, è sufficiente una modesta manutenzione per ottenere buoni risultati. E’ importante che la pianta abbia molta luce e che la temperatura non scenda mai sotto i 5-7°; le innaffiature devono essere piuttosto scarse; è preferibile utilizzare un terriccio poroso e drenante, ed è importante evitare i ristagni idrici che comporterebbero la marcescenza delle radici.
La famiglia delle Cactaceae, probabilmente la più nota, racchiude in realtà quasi 3000 differenti specie: alcune di esse sono di piccole dimensioni, anche pochi centimetri di diametro, ed hanno un aspetto globoso, raccolto; altre invece hanno portamento eretto, colonnare. Fra le specie attualmente conosciute, il cactus più alto è il Pachycereus Pringlei, con un’altezza massima di circa 20 metri ed un peso che può raggiungere le 25 tonnellate.
L'Echinocactus Anche noto come Cuscino della Suocera, il suo nome in greco significa Cactus Riccio, in quanto ha forma cilindrica interamente ricoperta di spine, che corrono lungo le costole laterali della pianta. Le sue dimensioni possono raggiungere un diametro di 90 cm. Questa pianta è in grado di resistere piuttosto bene al freddo, sopportando temperature anche leggermente al di sotto dello zero termico; per questo motivo non è raro trovare echinocactus esposti sui balconi anche in inverno, nelle pianure del Nord Italia.
L'opuntia è una delle succulente più famose, in quanto produce un frutto commestibile molto diffuso, il Fico d’India. E’ originaria del Centro-America. Non ha un vero e proprio fusto ma un apparato di sostegno costituito da cladodi, più comunemente detti “pale”, di forma ovoidale appiattita, che potremmo paragonare ai rami della pianta; sono ricoperti da uno strato ceroso che impedisce la traspirazione, cosicché la pianta possa mantenere intatta la sua riserva idrica. I fiori sono gialli o giallo-arancio, molto vistosi.
Si narra che gli Aztechi, per individuare il luogo ove costruire i loro insediamenti, dovessero avvistare un’aquila appollaiata su un cactus. La leggenda dice che questo segno fu avvistato su un isolotto all’interno di un lago, dove nel 1325 venne edificata la capitale del regno Tenochtitlan (oggi Città del Messico): il cactus in questione era appunto l’Opuntia, il cui frutto è tuttora raffigurato sulla bandiera della Repubblica Messicana.
Si tratta di una pianta originaria del deserto del Centro-America; la particolarità di queste piante consiste nel fatto che, in generale, danno luogo a una sola fioritura nel corso della loro vita, a seguito della quale fruttificano per poi morire. Hanno foglie lanceolate molto grandi, carnose, con margini spinosi; possono essere interamente verdi, oppure con una striatura centrale bianco-avorio (Agave Striata), o ancora con due striature laterali gialle (Agave Marginata).
Questa pianta, originaria dell’Africa, è allevata in generale all’aperto anche perché può raggiungere dimensioni significative. La pianta tuttavia teme le temperature inferiori ai 5°C, pertanto nelle zone fredde deve essere posta al riparo nel periodo invernale. Le foglie sono disposte a rosetta, ma alcune varietà presentano un fusto centrale; in primavera-estate dà luogo a una fioritura sostenuta da un lungo stelo centrale: i fiori sono usualmente rosso-arancio o gialli, raccolti in un’infiorescenza pendente, tubolare.
L’Aloe è da sempre nota per le sue proprietà terapeutiche: gli Egizi la definivano “pianta dell’immortalità”, e pare venisse collocata presso l’entrata delle piramidi per accompagnare i Faraoni nel loro percorso nel Regno dei Morti. Gli Assiri la utilizzavano per le proprietà digestive e depurative, mentre i Maya ne estraevano il succo per la cura del mal di testa. Ancora oggi la pianta viene utilizzata in farmacia per le sue proprietà analgesiche, ricostituenti e depurative, così come in cosmetologia per le sue capacità idratanti, disinfettanti e lenitive.
Questa pianta, di medie dimensioni e dalle foglie disposte a rosetta intorno ad un nucleo centrale, è una delle più diffuse sui balconi e terrazzi anche di chi ha poco pollice verde, in quanto è facile da coltivare. A seconda della specie, il fogliame può essere liscio, più o meno carnoso, o ricoperto da una peluria, con colorazione che varia dal verde intenso al grigio-azzurrato; in genere non presenta spine acuminate, in qualche esemplare la terminazione delle foglie è piuttosto pungente.
Anche la riproduzione di questa succulenta avviene con estrema facilità, può essere sufficiente semplicemente conficcare leggermente nel terreno, meglio se di torba e sabbia, la parte basale di una foglia staccata dalla pianta madre, e mantenere umido; nel giro di poco tempo, dalla base della foglia si origineranno delle radici, e la piantina potrà continuare a vivere anche senza essere trapiantata – benchè il trapianto sia comunque consigliabile per una questione di spazio.
Nella varietà Blossfeldiana, è una delle
piante grasse più decorative per colorazione, poiché produce ripetutamente numerosi fiorellini nelle tonalità del rosso, rosa, giallo o arancio. La pianta raggiunge mediamente i 30 cm di altezza, è piuttosto resistente agli attacchi dei parassiti, in compenso necessita di temperatura piuttosto elevata, è bene non scendere mai al di sotto dei 12-15°.
Si tratta di una piantina molto decorativa grazie ai suoi fiori, colorati e vistosi, a forma di trombetta, che nascono all’estremità di quelli che potremmo definire i rami della pianta, protuberanze verdi e piatte che si originano dal tronco. La pianta in effetti non presenta foglie, e diversamente dalle altre cactaceae non presenta neppure spine. Necessita di molta umidità, e per la fioritura è importante che trascorra l’inverno alla temperatura di 7-10° e senza luce artificiale.
Le
piante grasse possono essere inserite in vasi singoli o entrare a far parte di una composizione. Se si vive in aree particolarmente miti si può invece pensare di inserirle direttamente in giardino.
Le succulente sono piante amanti del sole e del caldo. Ciò significa che l’esposizione migliore è quella a Sud, ma possono andare bene anche quelle a Sudest e Sudovest.
Durante il periodo di riposo bisognerà spostarle in un posto fresco, ma comunque molto luminoso. Alla fine delle gelate, a seconda dell’area geografica da febbraio ad aprile, è doveroso trasferirle all’esterno, ma non subito in pieno sole. Lasciamole per una decina di giorni in un’area molto luminosa al mattino, ma ombreggiata al pomeriggio. Questo passaggio è molto importante perché bruschi cambiamenti di temperatura ed esposizione potrebbero causare bruciature fogliari.
Dare una ricetta generale per tutte le succulente è molto difficile perché, come abbiamo detto, in provengono da habitat anche molto differenti e conseguentemente il substrato ideale potrebbe essere completamente diverso.
La base della coltura di queste piante comunque sicuramente risiede nel dare loro un drenaggio sempre ottimale. Infatti nessuna sopporta di avere le radici in un ambiente umido o addirittura bagnato. La conseguenza più immediata sarà la comparsa di marciumi proprio sull’apparato radicale o alla base dei fusti. A quel punto la maggioranza delle volte qualsiasi intervento si rivela vano.
Sul fondo del vaso, o in terra, bisognerà quindi approntare un profondo strato drenante formato da ghiaia fine, piccoli cocci o perle di argilla.
In commercio si trovano di solito terricci appositamente studiati per le cactacee e si può tranquillamente utilizzarli.
Se però vogliamo fabbricarci noi stessi il substrato per avere una mistura ideale dovremo comporlo in questa maniera:
1/3 di terriccio universale, 1/3 di sabbia fine, 1/3 di terra da giardino o torba
La sabbia darà alla mistura la porosità necessaria alla vita delle succulente, ma bisogna evitare terricci troppo pesanti o composti da una torba che trattenga troppo l’acqua.
Una volta composto il vaso, la sua superficie andrà ricoperta da ghiaietto fine o piccoli sassolini. Oltre all’aspetto decorativo hanno il vantaggio di evitare che l’acqua smuova il terriccio leggero. Inoltre isolano le foglie dalla superficie del terreno consentendo loro di raccogliere il calore e immagazzinarlo, mentre le radici restano al fresco.
Le succulente non hanno bisogno di vasi voluminosi per crescere bene. Anzi, troppo terriccio potrebbe essere causa di accumulo di acqua e umidità a livello delle radici.
Prima di tutto vanno evitati i contenitori troppo profondi. Controlliamo sempre che siano presenti uno o più fori di scolo sul fondo.
In linea generale sono da preferire i vasi in terracotta o in materiali naturali. Questi infatti permettono (a differenza della plastica) la traspirazione e di conseguenza vi sarà meno pericolo di ristagno.
A meno che non viviamo in aree caratterizzate da inverni piuttosto caldi è bene inserire le succulente e le cactacee in giardino tenendole comunque in vaso in maniera che, con l’arrivo della stagione fredda, risulti più facile estrarle senza disturbare l’apparato radicale e porle al riparo dal gelo.
Inseriamo il vaso nel terreno stando attenti a mantenere il colletto fuori dalla terra. Anche in questo caso coprire la zona circostante con della ghiaia o delle pietre può essere molto utile e può rendere l’ambientazione più gradevole.
Molti pensano che
le piante grasse non necessitino di irrigazioni. Questo è un concetto sbagliato. Alcune sopportano meglio la prolungata aridità, altre non possono fare a meno di interventi periodici.
Ciò però che è sicuramente vero è che raramente muoiono per mancanza di liquidi. Al contrario vengono spessissimo colpite da marciumi per interventi troppo frequenti.
Le irrigazioni devono quindi avvenire con una certa regolarità, ma devono essere molto leggere. Se vediamo che le foglie si piegano e che la pianta in generale assume un portamento prostrato possiamo essere sicuri che necessita di acqua. Lasciamo però che tra due irrigazioni la terra nel contenitore si asciughi completamente.
Evitiamo sempre l’utilizzo di sottovasi, quanto mai nocivi per questo tipo di piante.
Durante il periodo di riposo (quindi dall’autunno all’inizio della primavera), l’acqua dovrà essere limitata ancora di più. In genere non si interviene più di una volta al mese.
Come abbiamo detto tutte questi vegetali provengono dalle regioni secche e con terreni aridi, ma questo non significa che siano privi di elementi nutritivi; perciò anche quando vengono coltivate in vaso necessitano di un constante apporto di micro e macronutrienti.
Di solito si interviene durante il periodo vegetativo (da aprile a settembre) somministrando mensilmente un concime apposito per cactacee.
Un periodo di dormienza è assolutamente indispensabile perché vi sia un buon sviluppo della pianta e, soprattutto, perché si possa vederle fiorire.
Il luogo ideale deve essere fresco e secco. In questo periodo il pericolo più grande è rappresentato da un ambiente che unisce freddo e umidità. Ciò può causare gelo a livello dell’apparato radicale.
La maggior parte delle piante grasse non riesce a passare l’inverno all’esterno, se non in regioni estremamente meridionali del nostro paese. In linea generale diciamo che, per non rischiare, si dovrebbe tenerle in ambienti in cui le temperature non vadano al di sotto dei 12°C.
PARASSITI PIANTE GRASSE |
parassita | cause | rimedi |
Ragnetto rosso | Si presentano in caso di esposizioni troppo assolate ed eccessiva secchezza dell’aria. | Aumentare l’umidità tramite nebulizzazioni e distribuire un acaricida specifico |
Cocciniglia | Molto frequente, specie nelle piante tenute all’interno | Utilizzare insetticidi sistemici e eventualmente olio minerale |
afidi | Frequenti | Insetticidi specifici |
Limacce e lumache | Frequenti su piante giovani e durante la primavera e l’autunno | Trappole con birra lumachicida |
Vanno rinvasate ogni circa tre anni. Questa pratica è utile per cambiare il terreno, ma anche per stimolare e favorire la ripresa vegetativa e quindi si attua di regola all’inizio della primavera.
La crescita di questi vegetali è di norma piuttosto lenta, quindi il nuovo contenitore non dovrà avere un diametro molto più grande di quello precedente. In genere due o quattro cm (al massimo!) saranno sufficienti. Ricordiamoci sempre del rischio di marciumi correlato a contenitori troppo grandi.
Per maneggiare le piante, dotate spesso di spine acuminate, sarà bene dotarsi di guanti per rosai oppure rivestirne temporaneamente la chioma con del cartoncino o gommapiuma.
Una volta estratto l’esemplare toglieremo delicatamente più terriccio possibile da vicino alle radici. Ricomponiamo il vaso e pressiamo leggermente intorno alla base per compattare leggermente il substrato e rendere il tutto più stabile. Facciamo molta attenzione alla zona del colletto che assolutamente non dovrà mai essere interrata.
Al termine della procedura è necessario attendere qualche giorno prima di irrigare per la prima volta per lasciare alle radici il tempo di adattarsi al nuovo ambiente.
Per far crescere le succulente in maniera uniforme è bene intervenire di quando in quando facendo fare loro un quarto di giro. Infatti le parti più esposte al sole si sviluppano maggiormente e questo alla lunga ne comprometterebbe il portamento.
Le piante grasse, inoltre, temono particolarmente la polvere. Questa, accumulandosi, può impedire loro di respirare e soprattutto può ridurre in maniera significativa la quantità di luce disponibile.
Vanno perciò pulite regolarmente utilizzando un pennellino o uno spazzolino con setole molto morbide.
PROBLEMI CAUSATI DA ERRORI COLTURALI |
problematica | causa | rimedi |
fusariosi | Crittogame a livello delle radici, troppa umidità | Ripulire e usare prodotti specifici curativi |
Muffa grigia del colletto | Troppa umidità e scarso drenaggio | Ripulire il colletto, cambiare il substrato, somministrare fungicidi specifici |
Marciumi interni | Scarso drenaggio e troppe irrigazioni | Ripulire il substrato, disinfettare |
Macchie gialle, scottature | Troppa luce dopo riposo invernale | Spostare la pianta in una zona più riparata |
La fioritura di questi vegetali rappresenta un momento magico per chi si cura di loro quotidianamente. Ricordiamo che il più delle volte avviene in primavera e che, perché avvenga, è indispensabile che prima vi sia stato un periodo di riposo vegetativo, quindi con temperature più basse e con scarse irrigazioni.
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