succulenza
Le piante succulente, anche dette piante grasse, sono piante che nel corso della loro evoluzione hanno assunto particolari forme per sopravvivere in luoghi aridi, caldi e spesso con alte percentuali di sale; la maggior parte delle piante diffuse sul globo non potrebbero sopravvivere in queste zone, soprattutto per la carenza di acqua.
Le piante succulente sono evolute a tal punto che non solo sono in grado di immagazzinare acqua, ma anche ne perdono pochissima attraverso l’evaporazione. Esistono in natura due grandi gruppi di succulente: da un lato abbiamo le piante succulente originarie dell’America centrale e meridionale, la gran parte di queste succulente fanno parte delle cactacee, e sono evolute trasformando il loro fogliame in spine; dall’altro abbiamo le succulente originarie dell’Africa, nessuna delle quali appartiene alle cactacee e praticamente nessuna delle quali ha evoluto le proprie foglie in spine.
Per poter assorbire tutta l’acqua che ricevono con le precipitazioni, la maggior parte delle succulente sviluppa un apparato radicale poco profondo, vicino alla superficie del terreno; questo perché le sporadiche piogge, o la rugiada, presenti nelle zone aride, spesso evaporano rapidamente non appena le temperature del giorno salgono; è quindi fondamentale che le piante che vivono in questi climi possano avere accesso a ogni risorsa idrica presente, anche quelle effimere, come appunto la rugiada mattutina.
Esistono diversi tipi di succulenza, e diversi sono gli espedienti che le varie piante succulente hanno evoluto per poter sopravvivere in ambienti ostili
Per poter vegetare, fiorire, produrre semi, nelle zone aride del continente americano, le cactacee hanno evoluto svariati espedienti; il primo fra tutti, quello che prima si nota, è l’assenza di foglie, che si sono trasformate in spine. Attraverso la pagina fogliare, una comune pianta da giardino, evapora costantemente una grande quantità di acqua; ogni giorno. Le succulente spesso non hanno foglie, hanno pochissimi stomi, ovvero le cellule dell’epidermide delle piante che si occupano di scambiare con l’ambiente ossigeno e acqua.
Per poter comunque praticare la fotosintesi, le cactacee sono evolute sviluppando la clorofilla direttamente sui fusti; tali fusti inoltre difficilmente sono legnosi, e restano carnosi e ricchi di acqua anche nelle piante vetuste, per meglio immagazzinarla.
Oltre a questi accorgimenti le cactacee hanno in genere forma sferica o colonnare, senza ramificazioni, in modo da non esporre al calore ed all’evaporazione grandi quantità di epidermide; l’epidermide dei fusti dei cactus è poi spesso, talvolta ricoperta di cere o di peluria, per diminuire la traspirazione ed il calore ricevuto.
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La gran parte delle piante con fogliame succulento sono originarie dell’Africa, ma ne esistono anche in America, e in gran parte del globo, anche in Europa; si tratta di crassulacee, ovvero di piante con fusto e foglie succulente, oppure di piante prive di fusto e con foglie disposte in rosette carnose (come i sempervivum), oppure ancora di piante perenni, che disseccano durante l’inverno, come i sedum, oppure ancora grandi rosette carnose e brevi fusti semi legnosi (ad esempio l’aloe).
Tutte queste piante hanno mantenuto la clorofilla nel fogliame, che però ha anche sviluppato un tessuto carnoso, che immagazzina l’acqua.
In genere queste piante sono prive di spine, visto che hanno mantenuto il loro fogliame.
Esistono piante con fusti succulenti che non sono cactacee, come le euphorbie, le crassulacee, le stapelie; si differenziano dai cactus in quanto in genere sono ben ramificate, difficilmente hanno spine acuminate, talvolta producono alcune foglie. Ad esempio le euphorbie possono produrre alcune foglie nel periodo umido dell’anno, che disseccheranno all’arrivo della stagione secca.
Anche in questo caso i fusti praticano la gran parte della fotosintesi, quindi sono verdi; e raccolgono la gran parte dell’umidità, quindi sono ben carnosi.
Esistono piante, in genere di origine africana, che hanno evoluto radici carnose, in cui raccolgono grandi quantità d’acqua; quando il clima è eccessivamente caldo ed asciutto, queste piante possono persino perdere completamente la parte aerea, per evitare di deperire eccessivamente; quando il clima torna ad essere meno caldo o meno asciutto, le piante germoglieranno nuovamente.
Le piante con caudex sono piante a fusto succulento, ma semi legnoso; sono piante molto particolari, che possono restare anche mesi senza acqua, mesi durante i quali perdono la gran parte del fogliame. All’arrivo delle piogge ricominciano a vegetare ed a produrre innumerevoli foglie, in genere non succulente.
Questo metabolismo viene spesso indicato con la sigla CAM, e nonostante sia stato notato per la prima volta in una pianta di crassula, non appartiene esclusivamente a questo genere di piante, ma anche a molte altre succulente.
Le piante in genere hanno un metabolismo che permette loro di respirare attraverso gli stomi, piccoli “pori” delle foglie; come facciamo noi esseri umani, anche le piante inspirano ossigeno durante la notte, ed emettono anidride carbonica. Di giorno fanno il percorso opposto: inspirano anidride carbonica, ed espirano ossigeno.
La maggior parte delle piante succulente durante il giorno chiude i propri stomi, per evitare l’evaporazione, che sarebbe dannosissima nelle zone aride.
Queste piante di notte aprono i loro stomi, immagazzinando Anidride carbonica sotto forma di acido malico; questa anidride carbonica viene poi utilizzata durante il giorno, a stomi chiusi.
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