cura dell'ibiscus
Salve,
io ho un ibiscus in vaso che d'estate va continuamente dei bellissimi fiori gialli.
D'inverno lo tengo dentro casa, a circa una temperatura di 18-19°. Questo è il suo secondo inverno dentro casa mia, e noto che ha le foglie di un verde spento, tendente al giallognoso. Io vorrei fare due cose prima della prossima fioritura: rinvasarlo, per dargli un vaso più grande, e credo sia anche il caso di potarlo. Ma non so se posso fare le due cose contemporaneamente e in che momento, prima di aprile, momento in cui lo potrò portare in terrazzo di nuovo.
Grazie per i consigli, saluti
Gentile Elena,
la potatura degli ibischi viene effettuata a fine inverno, quindi puoi già in marzo rinvasare la pianta e potarla, in modo da favorire lo sviluppo di un bell'arbusto compatto. L'ingiallimento del fogliame può essere dovuto a mancanza di luce o di concime, o al clima asciutto presente in casa; quindi la tua pianta dovrebbe migliorare rapidamente una volta spostata all'aperto in aprile.
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Per far rinvigorire la pianta di ibiscus sono quindi necessari questi due interventi: la potatura ed il rinvaso. Per quel che riguarda la potatura si tratta di un intervento finalizzato sia al rinvigorimento della pianta che alla rimozione delle porzioni di rami secchi e morti. Attrezziamoci quindi con una forbice per potatura affilata e con lama disinfettata per poi iniziare con le operazioni di potatura.
Eliminiamo per prima cosa tutti i rami secchi e le porzioni di rami mal conce, storte e messe male. Fatto questo dobbiamo cercare di dare una forma alla pianta e quindi dovremo riequilibrare la lunghezza dei rami accorciando i rami troppo lunghi ed eliminando quelli che stonano con la visione d'insieme della pianta.
Fatto questo la potatura è terminata e non ci resta che procedere con il rinvaso. Se la potatura viene effettuata con criterio i risultati sono apprezzabili sin dalla primavera successiva.
L’hibiscus rosa-sinensis è una delle piante da giardino e da vaso più apprezzate. I suoi fiori sono infatti molto grandi, abbondanti e coloratissimi. La coltura e la propagazione sono delle più semplici. A tutti piace possedere uno di questi cespugli perché dalla metà della primavera ai primi freddi portano una ventata di vivacità ed esotismo.
Terreno
Questo arbusto predilige un terreno ben sciolto, mediamente ricco e a pH leggermente acido. Valutiamo bene il suolo del nostro giardino: se risultasse troppo argilloso possiamo lavorarlo inglobando un prodotto apposito per acidofile (dal 30 al 50%) e un poco di sabbia grossolana di fiume. Qualche manciata di stallatico ben stagionato è sempre gradita.
In linea generale l’esposizione migliore è il pieno sole, specialmente durante la primavera e l’autunno. Un caldo molto intenso (soprattutto con bassa umidità atmosferica) può però indurre l’ibisco (soprattutto se in vaso) ad entrare in riposo vegetativo, smettendo di produrre boccioli. Per questa ragione, un po’ in tutta Italia, ma specialmente sulle coste e nelle regioni meridionali, si consiglia, a luglio e agosto, una posizione più riparata. L’ideale è che la pianta sia raggiunta dal sole solamente durante le ore mattutine e magari alla sera. Ciò ci aiuterà anche nella prevenzione del ragnetto rosso.
Famiglia e genere |
Altezza | Da 40 cm a più di 2 m |
Terreno | Sciolto, ben drenato, pH leggermente acido |
Esposizione | Sole-mezz’ombra |
Necessità idrica | Media (alta in estate) |
Umidità ambientale | Medio-alta |
Concimazioni | Ogni 15 giorni, da aprile a settembre |
Temperatura minima | 5°C |
Propagazione | Talea erbacea, semilegnosa e legnosa |
Fioritura | Da aprile a inizio novembre |
L’hibiscus rosa-sinensis non è completamente rustico. Generalmente riesce a sopportare temperature fino a 3°C, ma sarebbe meglio ritirarlo quando le minime toccano gli 8°C.
Questo significa che in tutto il Centro-Nord della penisola è sconsigliabile inserire gli ibischi nel terreno in maniera permanente. Potremo coltivarli tranquillamente in vaso, riparandoli in inverno. Se vogliamo metterli in giardino saremo poi obbligati ad estrarli e portarli all’interno.
Vi sono però molte aree dove è possibile tentare la coltivazione permanente in piena terra, riuscendo così da ottenere arbusti di notevoli dimensioni, anche superiori ai 2 metri di altezza. Tutto il Mezzogiorno, specie le aree costiere, ha un clima favorevole, in particolare la Sicilia, la Campagna, la Puglia e la Sardegna.
Questo arbusto non necessita di frequenti irrigazioni, se non nei periodi di grande caldo. In generale, in primavera e in autunno si procede quando il terriccio risulti asciutto. Nei mesi più caldi monitoriamo con attenzione la pianta e distribuiamo acqua appena le foglie appaiano un poco lasse: le somministrazioni potranno essere anche quotidiane (e si può far uso di sottovasi, ma solo in questo periodo!).
In inverno (se teniamo la pianta a riposo in ambienti non riscaldati) si irrigherà molto saltuariamente, solamente per evitare che il pane di terra diventi troppo secco e compatto.
Se possibile prediligiamo acqua piovana o demineralizzata per evitare che la grande quantità di sali innalzi il pH del substrato.
Umidità ambientaleLa Rosa della Cina proviene da habitat tropicali e subtropicali, caratterizzati da forte umidità ambientale. Se vogliamo avere arbusti rigogliosi e estremamente fioriti è bene vaporizzare spesso le foglie con acqua distillata, bagnare spesso il pavimento nelle loro vicinanze o disporvi intorno dei sottovasi pieni di acqua e argilla espansa.
Per ottenere fioriture abbondanti durante tutto il periodo vegetativo (da aprile a fine settembre) è importante apportare nutrienti regolarmente. Iniziamo con una concimazione di fondo impiegando un prodotto granulare a lenta cessione per piante fiorite. A questo bisognerà aggiungere un concime liquido ad alto tenore in potassio, da somministrare ogni circa quindici giorni. Quest’ultimo, volendo, può anche essere diluito notevolmente e aggiunto all’acqua di tutte le irrigazioni.
Queste piante traggono molto beneficio anche dalla concimazione fogliare, da effettuare contemporaneamente alle vaporizzazioni.
La potatura dell’ibisco si effettua alla fine dell’inverno, in maniera da stimolare la ripresa vegetativa e il rinnovamento dall’esemplare.
Si può tagliare i rami a di circa 1/3 o ½ della loro lunghezza. Eliminiamo anche quelli che appaiano troppo vecchi o danneggiati dal freddo o da parassiti.
Il metodo più facile per ottenere delle nuove piantine è senz’altro la talea.
Si può effettuare alla fine dell’inverno impiegando le parti derivanti dalle potature oppure, a metà primavera, prelevando dei segmenti apicali ancora totalmente erbacei.
Riescono anche bene alla fine dell’estate, facendo uso di sezioni semilegnose.
In ogni caso vanno riposte in un misto di torba e perlite (o sabbia), vaporizzate spesso e tenute in una zona calda e luminosa, ma non in pieno sole.
Sono arbusti resistenti, ma vengono attaccati con una certa frequenza da vari parassiti, anche se raramente in maniera grave. I più comuni sono gli afidi, le cocciniglie e il ragnetto rosso. Per i primi due è bene ricorrere ad insetticidi specifici, per l’ultimo è invece bene optare per un acaricida attivo su tutte le fasi di sviluppo (oltre ad aumentare l’umidità ambientale)
Può capitare che le foglie ingialliscano e i boccioli cadano prima di aprirsi. Le cause possono essere molteplici: irrigazioni troppo frequenti, esposizione eccessiva a sole e caldo o un ambiente troppo secco (specialmente se coltivata in appartamento).
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