concime piante grasse
Il concime per piante grasse deve essere scelto a seconda della varietà. Provenienti da zone caratterizzate da un clima secco, arido e caldo, le piante grasse, chiamate anche piante succulente, necessitano di concimi ricchi di sostanze organiche, in grado di favorire il loro sviluppo. Esse necessitano, oltre che di idrogeno, carbonio e ossigeno, di calcio, potassio, fosforo e azoto. L’azoto, in particolare, è presente in qualsiasi parte della pianta, dai fiori al fusto; il calcio è indispensabile per lo sviluppo delle spine; il potassio incide sulla robustezza e determina la presenza di frutti e il colore dei fiori; il fosforo, infine, esercita un’influenza sui semi. Ogni pianta, comunque, ha bisogno di un concime differente, a seconda delle proprie esigenze, con proporzioni e misure diverse. Per quel che riguarda la cactacee, cilindriche o sferiche provenienti dall’America meridionale o centrale con spine e areole evidenti, esse non amano essere concimate, in quanto sono abituate a luoghi aridi, contraddistinti da periodi lunghi di siccità che si susseguono a stagioni piovose molto brevi.
sse, inoltre, non amano quantità abbondanti di azoto, elemento che agevola lo sviluppo di tessuti morbidi e verdi, che rischiano di essere colpiti da marciumi vari, funghi e freddo. Per questo motivo, le cactacee non devono essere concimate con lo stallatico: tale elemento, infatti, all’inizio farebbe diventare le piante grasse rigogliose e turgide, ma nel giro di pochi mesi le renderebbe facile preda di parassiti fungini, o addirittura ne causerebbe la morte a causa di un clima eccessivamente fresco. Le piante succulente preferiscono, in genere, un terreno piuttosto umido e fresco, e dunque la presenza di stallatico non sarebbe gradita. Molto meglio ricorrere a del fertilizzante specifico caratterizzato da un alto contenuto di potassio e un basso contenuto di azoto, da impiegare ogni tre settimane o meno frequentemente, a seconda del tipo di pianta. Nel caso in cui le piante siano appena state rinvasate, bisogna aspettare l’anno successivo per riprendere a concimare. Sulle confezioni dei fertilizzanti è specificata la quantità di azoto, fosforo e potassio: la lettera K indica il potassio, la lettera P il fosforo e la lettera N l’azoto. E’ presente, quindi, una sigla, NPK, seguita da tre numeri, che specificano la concentrazione di tali elementi all’interno del concime: se il primo numero non è più basso degli altri, significa che si sta usando un concime sbagliato. La miscela ideale per la maggior parte delle piante grasse, infatti, prevede cinque parti di potassio, tre parti di fosforo e una parte di azoto. Risulta evidente, quindi, che tali specie devono essere concimate con una certa parsimonia, preferibilmente miscelando il fertilizzante all’acqua di innaffiatura, in maniera tale che esso sia in grado di penetrare in profondità, tra le radici. Se il concime non viene collocato direttamente sul terreno, inoltre, i sali stazionano per poco tempo, e quindi non si corre il rischio di danneggiare la pianta.
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All’interno del concime per piante grasse devono essere presenti anche microelementi come manganese, zinco, ferro e rame. Solitamente esso viene messo in commercio sotto forma granulare, o di polvere, oppure allo stato liquido. Per le concimazioni periodiche, il concime liquido si rivela più indicato, tenendo conto che per ogni litro d’acqua bisogna usare un grammo di concime. Come detto, la dosa di azoto deve essere dimezzata rispetto a quella del fosforo, visto che, pur velocizzando la crescita della pianta grassa, tale elemento indebolisce i tessuti e, in ultima analisi, rende più sottili rami, foglie e tronco. Viceversa, il potassio è in grado di rendere più forti i tessuti. Le piante grasse, solitamente, non sono in grado di assorbire in misura notevole i minerali situati nel terriccio: per tale ragione, è consigliabile non usare il concime in polvere. Decisamente deleterio, inoltre, risulterebbe un superamento delle dosi consigliate: si correrebbe il pericolo di esporre la pianta a patologie gravi, compromettendone l’integrità a causa dell’alterazione della composizione del substrato. La concimazione di questo genere di piante dovrebbe essere portata a termine, preferibilmente, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, vale a dire nel momento in cui comincia il nuovo periodo vegetativo.
Esistono, in commercio, sia concimi chimici che concimi naturali, come per esempio quelli derivati dalla macerazione di corna e ossa di animali o altri materiali organici. Non è proibito, inoltre, ricorrere al letame secco, che ha il vantaggio di rilasciare le sostanze nutritive in maniera progressiva e lenta. Infine, è bene prestare una certa attenzione al Ph del terreno in cui le piante grasse sono posizionate: quelle provenienti dall’America del Sud, per esempio, necessitano di terreni acidi. Il giusto livello di acidità si raggiunge con facilità tramite specifici componenti chimici: un vivaista esperto saprà consigliare quelli più adatti.
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Le piante grasse, o piante succulente, provengono da paesi il cui clima arido, secco e molto caldo consente una crescita
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