Ranuncolo - Ranunculus asiaticus
Il genere ranuncolo conta circa quattrocento specie erbacee, perenni ed annuali; i ranuncoli sono diffusi in natura in Europa, Asia ed Africa. Nei prati e nei boschi italiani i ranuncoli sono presenti in numerose specie spontanee, con fiori semplici o semidoppi, in genere di colore giallo o bianco. Nei giardini se ne coltivano ibridi di una specie di origine asiatica, come dice il nome, il ranunculus asiaticus. Questa specie è perenne, rizomatosa, e produce all'inizio della primavera grandi foglie frastagliate e numerosi fiori molto doppi, tondeggianti, con centro scuro o dorato. Per un maggiore effetto di colore in genere i ranuncoli vengono piantati in giardino molto vicini, in modo che diano l'impressione di produrre fiori quasi a mazzi, anche se in realtà i fusti floreali, carnosi ed eretti, in genere portano un solo fiore.
In questo articolo parleremo in particolare dei ranuncoli tuberosi, molto comuni sia come piante da giardino, sia come fiori da taglio: fanno parte di un genere molto ampio che comprende anche molte piante erbacee. La parola ranunculus proviene dal greco e significa letteralmente “ranocchio”: fa riferimento agli ambienti naturali in cui prosperano queste piante, quindi aree paludose, acquitrinose o comunque dove sia l’umidità atmosferica sia quella a livello del suolo risultino molto alte. Spontanei in Italia sono i ficara, gli aquatilis e i divaricatus. Qui però parleremo diffusamente soltanto degli asiaticus, largamente utilizzati nei giardini e oggetto di grande interesse da parte dell’industria florovivaistica. In Italia, infatti, (specie sulla Riviera dei Fiori) è una delle piante più studiate. Gli ibridatori sono andati alla ricerca di capolini sempre più doppi e grandi e di colori stravaganti oppure molto puri, tutto per accontentare i desideri di un pubblico sempre più esigente.
Famiglia e genere | Ranuncolaceae, gen. Ranunculus, sp. Orientalis o asiaticus |
Tipo di pianta | Tuberosa, alta fino a 35 cm |
Esposizione | Pieno sole, mezz’ombra |
Rusticità | Mediamente rustica |
Terreno | Sciolto, ricco, ben drenato |
Colori | Tutti (anche il verde), tranne il blu |
Irrigazione | Abbastanza frequente, senza ristagni |
Fioritura | Dalla primavera all’estate |
Concimazione | Ogni 20 giorni dalla primavera all’estate |
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I rizomi dei ranuncoli sono di dimensioni medie o piccole, si pongono a dimora in un terreno ricco e profondo, ben soffice e drenato, che permetta alle sottili radici di svilupparsi senza trovare intoppi; infatti questi fiori temono i terreno compatti ed argillosi, dove in genere tendono a fiorire in modo scarso e discontinuo. I rizomi si pongono a dimora in autunno nelle zone a clima mite, ed a fine inverno nelle zone con inverni rigidi; i rizomi di ranuncolo temono il gelo, e la permanenza nel terreno gelato ne causa molto spesso il marciume; hanno una forma cilindrica, e sono sperro riuniti in numero di 5-9, attaccati in un gruppo, a fomra di ombrello, che in genere viene chiamato zampa; le zampe di ranuncolo vengono interrate prendole in piano e posizionandole ad una profondità di circa 5-9 cm, a seconda delle dimensioni del rizoma.
Si tratta di piante erbacee con prevalente sviluppo primaverile ed estivo, quindi durante i mesi autunnali ed invernali in genere non necessitano di cure; non appena notiamo i germogli di ranuncolo è consigliabile annaffiare le piante, e controllare periodicamente che il terreno non asciughi completamente, o che resti asciutto per prolungati periodi di tempo.
Dopo la fioritura le piante formano ampi cespi di foglie, che vanno annaffiati saltuariamente, ma in genere solo in caso di scarsità di piogge. Quando le foglie cominciano a disseccare è possibile tagliarle alla base ed eventualmente dissotterrare i rizomi, per dividerli o per riporli per l'inverno.
Quando si pongono a dimora si arricchisce il terreno con concime organico, o con concime granulare a lenta cessione; se viviamo in una zona dove i ranuncoli svernano in piena terra possiamo fornire del concime granulare a fine inverno; questa concimazione sarà sufficiente per tutto il periodo vegetativo delle piante.
In autunno possiamo dividere i rizomi, cercando di mantenere delle radici ben sviluppate per ogni porzione praticata; dopo la divisione possiamo porre nuovamente a dimora i rizomi, oppure possiamo porli in un sacchetto di tessuto, con della segatura, e tenerli in luogo buio e fresco fino alla fine dell'inverno.
Si tratta di una erbacea alta dai 25 ai 35 cm. La radice è tuberosa, scura e a forma di ragno. Le foglie sono verde acceso. Quelle basali appaiono ovali, mentre le altre sono profondamente incise (come in tutto il genere). Le cultivar sul mercato producono fiori dalle forme svariate, con un diametro che può andare dai 2 ai 5 cm. I colori presenti sono il rosa, il rosso, il lilla, il bianco, il giallo, l’arancione, il marrone e anche il verde. Esistono esemplari con screziature e macchie, oppure con bordi a contrasto.
EVOLUZIONE DELLA FORMA DEL FIORE |
PERSIANI | Fiori semplici o doppi |
FRANCESI | Fiori doppi o semidoppi |
TURBAN (A TURBANTE) | Fiori doppi molto grandi |
A FIORI DI PEONIA | Fiori molto doppi e grandi |
Il ranunculus asiaticus con tutta probabilità giunse in Europa all’epoca delle Crociate (quindi dal XII al XIII secolo). In particolare si sa che fu Luigi IX, in ritorno dalla Terra Santa, ad introdurli in Francia: all’epoca però non furono apprezzati in maniera particolare, forse per scarsa conoscenza del metodo colturale.
Si dovette aspettare fino alla metà del 1600 perché qualcuno cominciasse ad apprezzarli e a diffonderli. In particolare l’imperatore ottomano Maometto IV fu un grande appassionato di floricoltura. Diede vita ad una vasta raccolta delle varietà più belle (che fece ricercare in tutta l’Anatolia, in Persia, sull’isola di Rodi e di Creta) che, clandestinamente, giunsero anche in Europa, nel Sud della Francia.
Bisogna dire innanzitutto che per la coltivazione casalinga è piuttosto difficile trovare cultivar specifiche. Solitamente (anche presso rivenditori specializzati) ci si deve accontentare di sacchetti contenti un misto di colori o al massimo un singolo colore, ma senza che ne venga specificato il nome.
Bisogna però sapere che dall’”800 ad oggi gli ibridatori hanno selezionato varie forme del fiore e questa classificazione viene utilizzata ancora oggi.
Forse si tratta della fase più delicata ed è importante lavorare scrupolosamente per ottenere belle fioriture.
Qual è il periodo più adatto?Si può procedere sia in autunno sia in primavera. Al Centro-Sud e nelle aree costiere è senz’altro preferibile la prima opzione. Le piante, infatti, più restano nel terreno prima di fiorire e più daranno corolle grandi.
Se vogliamo procedere in questo periodo anche al Nord è bene coprire l’area con un’abbondante pacciamatura a base di foglie o paglia o ricorrere all’uso di teli appositi. Chiaramente in questo caso bisognerà porre attenzione anche all’esposizione: l’ideale è inserirli a Sud, magari dove vi sia un muro capace di accumulare calore durante il giorno.
Se dopo questi interventi in primavera si volesse godere più a lungo della fioritura si potrà sempre decidere di inserire ancora altri tuberi, anche in maniera scalare.
Come procedere?È consigliabile reidratare in profondità le zampe: in questa maniera radicheranno prima e la percentuale di attecchimento sarà sensibilmente più alta.
Si comincia la sera prima mettendole in una bacinella con abbondante acqua tiepida. La mattina le vedremo visibilmente più grandi e gonfie.
A quel punto scaveremo delle buche profonde il doppio della loro altezza. Li inseriremo e li copriremo. La distanza di piantagione equivale al doppio della larghezza.
Per ottenere un bell’effetto d’insieme è opportuno creare delle aiuole piuttosto fitte. Una distanza troppo elevata tra una esemplare e l’altro (specie in mancanza di altre essenze) darà inevitabilmente un’aria un po’ triste al nostro spazio verde.
Si tratta di tuberose abbastanza rustiche, ma per dare il meglio devono vivere il climi piuttosto miti. In tutto il Nord Italia e nelle aree appenniniche è bene proteggere l’area durante tutto il corso dell’inverno.
Vogliono un substrato leggero e lavorato in profondità, possibilmente ricco di humus. Non disdegnano neanche un terreno argilloso o con grandi quantità di silicio, sempre che risulti ben drenato e per nulla o pochissimo compatto.
È importante quindi lavorare la zona per tempo e eventualmente inglobarvi della sabbia e un po’ di stallatico sfarinato maturo (senza però esagerare, visto che sono piuttosto sensibili all’accesso di azoto).
In vaso possono tranquillamente essere coltivati anche in contenitore. Teniamo però presente che le zampe sicuramente esauriranno le loro risorse nel giro di un anno e quindi andranno totalmente sostituite.
È importante creare sul fondo uno spesso strato drenante a base di ghiaia o argilla espansa. Per il resto possiamo tranquillamente utilizzare una composta per piante fiorite, eventualmente mescolata ad un po’ di sabbia e poco stallatico
I ranuncoli non amano la siccità prolungata e questa potrebbe influire in maniera determinante sulla loro fioritura. Sia all’impianto, sia durante il periodo vegetativo interveniamo piuttosto di frequente, specialmente in mancanza di precipitazioni.
Evitiamo soltanto di avere un suolo perennemente umido. Questo, infatti, potrebbe favorire la comparsa di asfissie radicali e marciumi, impossibili poi da debellare. Dobbiamo prestare particolare attenzione nel caso il nostro suolo fosse compatto e poco drenante.
Ancora più attenti bisogna essere con gli esemplari in vaso. In questo caso è preferibile aspettare un giorno in più rispetto ad esagerare con gli interventi. Assicuriamoci in ogni caso dell’idratazione del substrato inserendo un dito in profondità e valutando la situazione.
La concimazione è in questo caso molto importante sia per supportare un’abbondante fioritura, sia per aiutare la pianta ad immagazzinare nutrienti per l’anno venturo.
Per ottenere i migliori risultati è bene, da quando vediamo spuntare gli steli, somministrare ogni 20 giorni una dose di concime liquido per piante fiorite. Le dosi suggerite sulle confezioni spesso risultano troppo potenti. Per evitare danni possiamo diluirle del doppio rispetto a quanto indicato in etichetta.
I migliori prodotti sono quelli poveri in azoto e ricchi invece in potassio.
Dal momento in cui il fiore appassisce sarà invece bene somministrare un fertilizzante con una maggiore quantità di fosforo. Questo favorisce l’accumulo a livello radicale garantendoci migliori risultati nell’anno a venire e l’eventuale comparsa di piccole zampe atte alla riproduzione.
Quando i fiori appassiscono è bene eliminare il capolino per evitare che vi sia la maturazione dei semi. Questo infatti toglie molte energie all’esemplare esaurendo ogni possibile accumulo a livello ipogeo.
Dopo questo intervento dobbiamo aspettare pazientemente che lo stelo si secchi. A questo punto potremo prelevare le zampe (molto delicatamente, eventualmente passando il terreno al setaccio in maniera da non danneggiarle e non perdere delle nuove nate).
Andranno poste in una zona ombreggiata ed arieggiata. In questa maniera perderanno l’umidità eccessiva e potranno essere conservate fino al momento del reimpianto.
Occorre comunque precisare che non sempre le radici recuperate continuano a dare buoni risultati anno dopo anno. Soprattutto alcune cultivar tendono ad esaurirsi completamente nel giro di due o tre primavere.
A questo proposito si precisa che è anche possibile evitare di estrarle, lasciandole indisturbate nel terreno. In autunno inseriremo semplicemente altre zampe in maniera da rendere più piena l’area in caso di moria diffusa.
I ranuncoli si moltiplicano per divisione delle zampe o per seme. La prima modalità è assolutamente preferibile nel caso di cultivar, visto che la seconda assolutamente non garantisce il mantenimento delle caratteristiche peculiari.
La semina del ranncolo si fa all’aria aperta dalla fine dell’estate ad autunno inoltrato. Si utilizza un miscuglio di torba e sabbia, ricoprendo il seme in maniera leggerissima. La germinazione avviene con temperature intorno ai 18 gradi. All’arrivo dell’inverno vanno spostate in serra fredda, badando però che risulti ben luminosa.
Divisione si procede al momento del prelievo delle piante madri dal terreno. Le radichette vanno tenute in vaso per almeno un anno e nutrite abbondantemente con concimi a base di fosforo. Sono in linea di massima pronte dal secondo al terzo anno.
In ambito florovivaistico la propagazione avviene in vitro. Questo aiuta a mantenere le caratteristiche, a produrre grandi volumi e ad evitare la proliferazione di patologie.
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Il ranuncolo, o ranunculus asiaticus, appartiene alla famiglia delle ranunculacee ed è utilizzato in giardini e terrazzi
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