fiori di carta origami
Parte integrante non solo della cultura giapponese ma di tutta la cultura orientale, l’origami è un’arte che permette di ottenere oggetti tridimensionali usando strutture bidimensionali, di facile reperibilità. Il fascino intrinseco in questa tecnica trae forza dalle doti di abilità manuale, creatività e senso estetico necessari, ma soprattutto dall’evidente contrasto tra la complessità delle creazioni realizzabili e la semplicità del materiale di partenza.
Poiché l’origami è frequentemente utilizzato nello Shintoismo come rituale simbolico e offerta votiva agli dèi, i principi base che lo regolano affondano senza dubbio le proprie radici nella concezione religiosa del ciclo vitale e dell’accettazione della morte: la complessità e fragilità della carta è infatti simbolo della mortalità del tempio, che per tradizione viene ricostruito sempre uguale ogni vent’anni. La caducità umana e la deperibilità dei vari supporti non sono considerati un disvalore: anzi, il messaggio intrinseco in questa filosofia di vita è che la bellezza e le forme possano essere ricreate e rinascere in un ciclo continuo.
Il periodo di affermazione dell’arte degli origami è riconducibile al VIII secolo d.C, al cosiddetto periodo Heian, durante il quale la corte imperiale giapponese raggiunse l’apice del proprio splendore e della propria raffinatezza. Da allora, svariate creature di carta, dalle forme, funzioni e significati più diversi, sono state utilizzate e vengono tuttora riprodotte in occasione di festività religiose, celebrazioni civili, manifestazioni ed eventi famigliari.
In particolare, insito nella cultura giapponese vi è un profondo rispetto della natura, che si traduce in ammirazione e venerazione per tutte le arti legate all’utilizzo di fiori o che puntano alla riproduzione di elementi naturali. Non a caso, la creazione di fiori di carta è una delle tecniche origami più diffuse, sia per abbellire gli ambienti domestici, i negozi e le strade che da offrire in dono ad amici, amanti e famigliari. Per esempio, la carta piegata a forma di fiore di loto trasmette un messaggio di innocenza, a forma di rosa è una dichiarazione d’amore.
In epoca moderna i princìpi degli origami sono stati applicati in diversi ambiti, come per esempio in architettura, e la tecnica viene frequentemente usata negli esercizi di riabilitazione per gli anziani e i disabili o nell’intrattenimento dei bambini.
La tradizionale tecnica degli origami era poco rigida e faceva frequente uso di tagli, oltre a partire da basi non necessariamente quadrate; i modelli diffusi oggigiorno sono invece molto più schematici e la forma di partenza ha quasi sempre quattro lati regolari. Ci si può allietare nella creazione di oggetti e fiori di carta in qualunque situazione, dovunque ci si trovi: partendo dall’imprescindibile presenza di un foglio di carta, si può fare uso di qualunque materiale (carta semplice o di giornale, da regalo, plastificata) e si può scegliere la grandezza e il colore in misura proporzionale all’oggetto che si vuole ottenere. Sebbene l’arte giapponese si ispiri a princìpi e conoscenze geometriche e matematiche, non occorre un addestramento particolari, ma è sufficiente una certa dose di precisione e attenzione nel seguire le regole passo passo. Nel piegare la carta, bisogna tenere fermi gli angoli, assicurarsi che i bordi combacino perfettamente e che le pieghe siano ben marcate.
Il procedimento per la maggior parte delle figure di carta si può suddividere in passi più semplici costituiti da un succedersi di pieghe ben precise, ognuna delle quali possiede una sua denominazione tipica (tra le più utilizzate, si può annoverare la piega a valle, la piega a monte, la piega a fisarmonica, la piega a libro). La maggior parte delle figure prende origine da una forma base (base aquilone, base pesce, base triangolare, base quadrata, base fiore, base gru) a cui si applicano una serie di variazioni fino alla realizzazione della figura completa. Inoltre, la diffusione mondiale dell’arte della carta ha fatto in modo che i modelli primari venissero arricchiti in forme più intricate; a volte la carta deve essere arricciata, pieghettata, arrotolata oppure inumidita.
Per realizzare un fiore di loto, ci si deve munire di un foglio a base quadrata, preferibilmente bianco con striature fucsia. Si inizia piegando i quattro angoli verso il centro, la figura va poi ribaltata ripetendo la stessa operazione. A questo punto, bisogna estrarre una alla volta, con delicatezza, le punte, modellandole a forma di coppa o petalo e tenendo ben ferma la zona centrale.
Per realizzare una ninfea, si deve iniziare da un foglio grande di base quadrata, che va piegato su entrambe le diagonali e sulle linee mediane. Si procede piegando verso il centro i quattro angoli laterali, fino a formare un quadrato più piccolo, che va opportunamente piegato come il precedente, per ottenere un terzo quadrato di dimensioni ancora più ridotte. A questo punto, si deve girare il foglio e ripetere l’operazione per la quarta (e ultima) volta. Si passa poi a piegare ogni punta verso il centro, rimanendovi però distante: tenendo ferma con il pollice la punta appena piegata, si deve prendere, con l’altra mano, il lembo sottostante e rovesciarlo in avanti. Questo procedimento va eseguito quattro volte, per tutte le punte: si prende poi il secondo ordine di petali e li si rovescia uno alla volta, via dicendo con il terzo ordine. Infine, bisogna riaprire il fiore e modellare un po’ la figura fino a ottenere la caratteristica forma di ninfea.
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