Accanto al fiordaliso, fioriva anni addietro anche il rosolaccio. Oggi è raro vederlo in grande quantità. Fin dall'inizio della fioritura, ancora in bocciolo, si notava la sua presenza, in quanto sembrava un campo di rosolacci invece di spighe di grano. Oltre che per il colore e la forma dei suoi petali è stato oggetto di ispirazione per molti pittori per le frastagliature particolari del sue foglie cauline.
Osservando da vicino questa meraviglia della natura all'inizio della fioritura possiamo notare un raggrinzimento dei quattro petali, che poi si stendono evidenziando la base di colore nero. Il pistillo è di grosse dimensioni e ha una forma di urna a punta. Sopra si notano gli stimmi appaiati.
E' visitato dagli insetti per il suo polline, non per il nettare (ne è privo!). Quando è avvenuta l'impollinazione, cadono gradatamente sia gli stami sia i petali. Fiorisce da marzo fino alla fine di luglio.
Oggi è catalogata come pianta infestante e per questo motivo è combattuta con disinfestanti.
Il suo nome scientifico è Papaver rhoeas. Appartiene alla famiglia delle Papaveracee. Esistono varie specie: la più usuale è la Papaver rhoeas . Non va confuso con il Papaver somniferum (da cui si estrae il lattice per la formazione dell'oppio).
Nelle lingue straniere è chiamato esattamente:
- in tedesco Mohn
- in inglese poppy
Molti aneddoti sono raccontati attorno a questo delicato fiore. Furono ritrovate molte specie di papavero nelle tombe egizie. Si narra che al tempo di Roma alleviasse le pene d'amore, mentre per i Greci era segno di fertilità. Ne bevevano mescolato con miele e vino (primo dopping!).
Linguaggio del fiore: Storditezza, Sorpresa, Dubbio, Lentezza.