Acero
Gli aceri sono in genere alberi di media grandezza, anche se questo genere, appartenente alla famiglia delle Sapindacee, riunisce più di cento specie, comprendendo arbusti che non superano il metro, e grandi alberi che possono raggiungere i 30 metri di altezza; a parte una sola specie, originaria dell’emisfero australe, tutte le altre specie di
acero sono originarie dell’Asia, dell’Europa e dell’America settentrionale.
Nonostante esistano
aceri sempreverdi, nei parchi e nei giardini troviamo spesso
aceri a foglie caduche; prima di tutto perché le specie che perdono le foglie in inverno sono molto più numerose; secondariamente perché molte specie e varietà di
acero diffuse in coltivazione assumono in autunno una splendida colorazione del fogliame, che può variare dal gallo oro, fino al rosso bordeaux.
La gran parte degli aceri presentano poi fogliame palmato e lobato, chiaramente segnato da venature, spesso in colore più scuro; esistono specie con foglie intere e non lobate, ma tipicamente la foglia dell’acero ha cinque lobi, e alcune specie possono arrivare fino a sette o nove lobi; la
foglia di acero più rappresentativa del genere è quella presente sulla bandiera canadese, con tre lobi ben delineati.
Sono moltissime le specie di acero coltivate in giardino, anche se sicuramente la più diffusa è acer palmatum, o acer japonicum, perché si tratta di esemplari di piccole dimensioni, che spesso non superano il metro di altezza, e quindi possono trovare posto anche in giardini di dimensioni modeste o sul terrazzo, in vaso. I fiori dell’acero sono poco vistosi, di colore verde, rosso, o aranciato, e compaiono spesso appena prima delle foglie, in primavera, o assieme ad esse; non si tratta di fiori grandi e decorativi, ma di fiori semplici, riuniti in corimbi; divengono vistosi solo quando l’albero è in piena fioritura, perché la vita d’insieme è sicuramente particolare.
Originaria dell’America settentrionale, acer negundo è una delle specie di acero più particolari, in quanto presenta foglie pennate, costituite di solito da tre foglioline , ma anche da sette o una sola fogliolina; la varietà più diffusa è acer negundo “Flamingo”, con foglie striate e variegate. Le foglie di acer negundo divengono giallo oro in autunno.
Questo acero è dioico, quindi, se desideriamo che produca semi, dobbiamo avere un esemplare femmina e un esemplare maschio, perché i fiori dei due sessi crescono su piante diverse. Questo acero è di facile coltivazione, e di rapida crescita; raggiunge rapidamente i 15-20 m di altezza, anche se spesso tende a produrre tronchi multipli, che danno origine a piccoli boschetti, che non superano i 10 metri di altezza. Le varietà cultivar tendono a rimanere di dimensioni minori, divenendo interessanti anche per giardini di dimensioni piccole o medie. Non teme il freddo, e tende a svilupparsi in qualsiasi terreno, purché sia ben drenato, e in una posizione soleggiata; questi alberi non amano l’ombra.
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Albero di origine Cinese, ha sviluppo lento, e nel corso degli anni può raggiungere i 6-8 metri di altezza; in genere tende a produrre numerose ramificazioni già nella parte bassa del fusto, e quindi da origine ad una sorta di grosso arbusto disordinato, piuttosto che a un albero con una chioma ben definita. Anche questo acero presenta foglie pennate, costituite da tre foglie a margine dentato, di colore verde bluastro; guardando una singola foglia idi acer griseum però riconosciamo la struttura delle classiche foglie di acero trilobate, dove sembra che i lobi siano così separati, da costituire tre piccole foglie separate.
Il fogliame dell’Acer griseum diviene di colore rosso fuoco, o arancione in autunno, fornendo uno spettacolo decisamente attraente. La principale caratteristica notevole di questo acero è data dalla corteccia: bruna, lucida e liscia, con il passare degli anni tende a sfogliarsi, e sottili strati di corteccia scuri rimangono attaccati a tronco e rami, rivelando al di sotto uno strato di colore arancione acceso. Predilige terreni leggermente acidi, freschi e profondi, molto ben drenati, in posizione soleggiata o semiombreggiata.
Acero originario del Giappone, di dimensioni contenute, in genere si mantiene al di sotto dei 6-7 metri di altezza, anche se occasionalmente può raggiungere i 12-15 metri, con il passare degli anni. E foglie sono palmate, la forma è tondeggiante, ma presentano numerosi lobi, profondamente incisi; sono di colore verde scuro, e appena germogliate si presentano completamente ricoperte di una sottile peluria che tende a permanere sulla pagina inferiore, lungo le venature, e sul picciolo. In autunno divengono di colore rosso acceso, spesso con i margini più chiari. Molto diffusa è la varietà aconitifolium, con fogliame lobato e finemente inciso, con un colore autunnale molto acceso. Questi aceri non amano il clima mediterraneo, asciutto e caldo, e preferiscono posizioni semiombreggiate, sopportando senza problemi anche l’ombra completa. Non temono il freddo, anche se è sempre opportuno posizionarli in una zona in cui non siano esposti a vento invernale.
Comunemente conosciuto come acero giapponese, l’acer palmatum è un arbusto, o un piccolo albero, che non supera i 3-5 metri di altezza, originario dell’Asia; spesso assume una forma a campana o a semisfera, producendo le prime ramificazioni già alla base del fusto, e dando origine così ad una sorta di elegante arbusto tondeggiante.
Questi aceri presentano, anche in natura, una grande variabilità morfologica, questo significa che anche seminando semi prelevati da una sola pianta, si possono ottenere esemplari con caratteristiche differenti; se sommiamo a questa caratteristica peculiare, il fatto che l’acer palmatum è stato coltivato per millenni in Giappone, e per secoli in Europa, riusciamo facilmente ad immaginare perché esistano più di mille differenti cultivar e ibridi di acero giapponese.
Il fogliame è palmato, con cinque o sette lobi, spesso finemente incisi; le foglie sono di colore verde brillante, ma le verità più diffuse in Italia presentano in genere una colorazione color borgogna, per tutto l’anno; esistono varietà a fogliame quasi gialli, verde chiaro, verde scuro, rosso fuoco. Molto spesso gli esemplari più apprezzati e costosi sono innestati, e tendono ad avere una crescita molto lenta: nel corso degli anni non superano i 2-3 metri di altezza, rimanendo al di sotto del metro per svariati anni, e producendo una vegetazione quasi a cascata.
Prediligono posizioni semiombreggiate, ma per ben svilupparsi è bene mantenere il terreno fresco e evitare lunghi periodi di siccità, in natura questi alberi s sviluppano nel sottobosco, ombreggiati da altri alberi più alti; il terreno sarà leggermente acido, molto ben drenato e fresco; uno spesso strato di pacciamatura ci può aiutare ad evitare che il terreno asciughi rapidamente, soprattutto in estate.
Questo albero è di dimensioni medie, e nel corso degli anni può raggiungere i 25-30 metri di altezza; ha grandi foglie palmate, divise in cinque lobi profondamente incisi; il colore del fogliame è verde scuro, ma diviene giallo, arancio o rosso all’arrivo dei freddi autunnali.
Si tratta di un grande albero adatto ai parchi cittadini, privo di necessità particolari; originario dell’America settentrionale, tipicamente sopporta anche condizioni climatiche poco consone ad altri aceri: si coltiva al sole o all’ombra completa, non teme il gelo o il freddo tardivo primaverile. Non sono sicuramente alberi che amano il clima mediterraneo, ma ben sopportano brevi periodi di siccità e le posizioni soleggiate.
Dalla linfa di questi aceri si ottiene il famoso sciroppo d’acero, ottenuto praticando delle incisioni sulla corteccia, raccogliendo la linfa e facendola bollire a lungo, per concentrare gli zuccheri in essa contenuti.
Anche chiamato acero tridente, è originario dell’Asia; le dimensioni sono variabili, a seconda dell’esemplare, e del luogo in cui viene coltivato, e vanno dai 7 ai 15 metri di altezza, con un fusto spesso ed eretto, e una bella chioma ovale. Il fogliame è trilobato, con la pagina superiore di colore verde lucido, leggermente coriaceo; in autunno le foglie divengono gialle o arancioni, prima di cadere.
Questo acero sopporta abbastanza bene la siccità, e predilige posizioni soleggiate o semiombreggiate. Il terreno in cui coltivare l’acero di burger sarà leggermente acido, molto ben drenato, ma fresco; le annaffiature saranno regolari nei giovani esemplari, che mal sopportano la siccità prolungata. In linea generale, nei parchi italiani, questi aceri divengono piccoli alberi, che non superano i 6-7 metri di altezza, con una bella chioma tondeggiante o piramidale, fitta e densa.
Albero di media grandezza, originario dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia; in genere non supera i dieci metri di altezza, e pur raggiungendo i 4-5 metri con grande rapidità, tende poi a svilupparsi lentamente. Le foglie sono di colore verde scuro, con cinque lob ben definiti, in autunno divengono gialle, anche se questo acero non presenta i colori spettacolari tipici di altre specie.
Si tratta di uno degli aceri più tolleranti a di facile coltivazione; trova posto al sole o a mezz’ombra, in un terreno alcalino, o leggermente acido. Tende a svilupparsi anche in terreni compatti e poco fertili, anche se in effetti predilige un terreno ben drenato e fresco. In Italia si trova anche allo stato selvatico, ma viene pure coltivato nei parchi cittadini e nei giardini.
Esistono alcune cultivar, con fogliame dal colore particolarmente decorativo; comunemente viene chiamato testucchio.
Detto acero norvegese o acero riccio, l’acer platanoides è diffuso in natura in tutta l’Europa centrale, fino alla Russia ed ai Balcani; si tratta di un alberi di media grandezza, che può raggiungere i venti metri di altezza; le foglie sono lucide, di colore verde scuro, lobate, presentano cinque lobi appuntiti.
Il fogliame in autunno assume colorazione gialla o arancio; esistono cultivar a foglie di colore scuro, quasi marrone, per tutto l’arco dell’anno.
Di facile coltivazione, non ama i climi eccessivamente caldi e siccitosi, e quindi in Italia viene speso posizionato a mezz’ombra e annaffiato regolarmente nei primi anni di vita, anche se in natura predilige posizioni ben soleggiate; non teme il freddo, e può sopportare anche condizioni di coltivazione non ideali, sviluppandosi senza problemi.
Anche chiamato sicomoro o Acero montano, questo acero ha grandi dimensioni e una ampia chioma, e può raggiungere i 30 metri di altezza, nel corso degli anni. In natura si sviluppa in Europa settentrionale, in Asia e nella zona del Caucaso; produce una chioma piramidale o tondeggiante, molto ampia e vistosa. Le foglie sono pentalobate, di colore verde medio, con venature molto evidenti, di colore più scuro; in autunno assume colorazione gialla a o bronzo.
In Italia sono presenti alcuni esemplari anche allo stato selvatico, nelle zone collinari del nord; predilige posizioni soleggiate o semiombreggiate, e una forte adattabilità a zone con forte inquinamento, o con aria salmastra; per questo motivo l’acero pseudoplatano viene spesso utilizzato per le alberature stradali.
L’acero rosso è un albero di medie dimensioni, originario dell’America settentrionale; presenta una grande adattabilità, e può venire coltivato anche in zone dove altre alberature hanno dato problemi, come in terreni scarsamente fertili, o sassosi, o anche nei pressi di laghetti dove il terreno risulta molto umido. La sua forte adattabilità lo ha reso un albero coltivato anche in gran parte d’Europa. Ha foglie trilobate, di colore vere scuro, che divengono di color rosso ciliegia in autunno, molto decorative.
Esistono molte cultivar, con fogliame autunnale che va dal giallo chiaro fino all’arancione o al rosso scuro; alcune varietà hanno chioma piramidale o a fiamma, anche negli esemplari di giovane età. L’acero rosso è di facile coltivazione, e può trovare posto anche in giardini di medie dimensioni.
Chiamato comunemente acero amur, si tratta di una delle specie più diffuse nei giardini, grazie alle sue dimensioni non eccessivamente grandi, infatti gli esemplari adulti non superano i dieci metri di altezza; è originario dell’Asia, e presenta grandi foglie lobate, suddivise in tre lobi molto divisi, che talvolta presentano due lobi inferiori, più piccoli e poco evidenti; il fogliame è di colore verde scuro, lucido, e in autunno diviene di un decorativo arancione acceso.
Questi aceri possono sopportare anche condizioni climatiche poco consone alla loro coltivazione, e terreni compatti o sassosi, ma in genere non amano i clima mediterraneo, caratterizzato da estati molto calde e siccitose; per questo motivo, in genere viene posizionato in zone a mezz’ombra, in modo da alleviare il caldo estivo. Non teme il gelo, anche se intenso e prolungato, e può sopportare brevi periodi di siccità, soprattutto se a dimora da tempo.
Le specie e varietà di acero sono molte, e la diffusione è molto ampia, per questo motivo, pur potendo dare dei consigli generici sulla coltivazione degli aceri, è sempre bene conoscere la specie e la varietà che stiamo coltivando, perché esistono molte eccezioni, che necessitano di cure colturali particolari. In linea generale glia ceri sono di facile coltivazione, e tendono a svilupparsi in qualsiasi terreno, purché non sia eccessivamente acido o eccessivamente alcalino e calcareo; sempre fondamentale è che il substrato di coltivazione sia molto ben drenato, e lasci scorrere via l’acqua delle precipitazioni, senza creare zone di acqua stagnante. I giovani esemplari necessitano di annaffiature regolari, da aprile a settembre, ogni volta che il terreno si presenta asciutto; gli esemplari adulti invece tendono ad accontentarsi delle piogge, anche se è opportuno annaffiarli in caso di siccità molto prolungata; per evitare che il terreno al di sotto degli aceri divenga secco e completamente disidratato, spesso si usa posizionare uno spesso strato di materiale pacciamante, come cortecce, o lapillo, in modo che al di sotto il terreno rimanga sempre fresco. Gli aceri di origine asiatica vengono in genere posizionati in luoghi semi-ombreggiati, per evitare che subiscano danni a causa del caldo estivo eccessivo; gli altri aceri invece trovano posto anche in pieno sole.
Sono alberi che non necessitano poi di eccessive cure, in quanto non è necessario potarli, perché con il passare degli anni la chioma assume un portamento denso e compatto, senza la necessità di conformala in alcun modo; salvo restando la ordinaria manutenzione a fine inverno, quando s asportano i rami rovinati o spezzati a causa delle intemperie.
Gli acri vengono spesso attaccati da malattie fungine, quali l’oidio o la ruggine; tali malattie però sono preoccupanti solo quando stiamo coltivando un acero di dimensioni ancora piccole, in quanto la perdita di parte del fogliame può causare danni seri al futuro sviluppo di un alberello; in questi casi quindi è bene intervenire tempestivamente, con fungicidi a base di rame o zolfo. Nel caso di esemplari di grandi dimensioni invece, a parte che tendono a non venire attaccati da tali parassiti, anche se avvenisse in genere la pianta tende a non manifestare alcun sintomo di sofferenza.
Spesso anche i minatori fogliari attaccano glia ceri; anche in questo caso, l’utilizzo di un insetticida è consigliabile solo sugli alberelli; per gli esemplari adulti, la presenza di insetti sulle foglie in genere risulta soltanto in una defogliazione anticipata, che avviene già a fine estate o inizio autunno. In questi casi è però importante rimuovere il fogliame dal terreno, e distruggerlo, in modo che non funga da incubatrice per gli insetti per l’anno successivo.
Alla fioritura degli aceri, segue la fruttificazione; i frutti dell’acero sono samare, ovvero delle minuscole noci appiattite, dotate di una sorta di ala laterale, di consistenza papiracea; le samare si sviluppano appaiate, attaccate noce contro noce, in questo modo le due ali hanno la funzione di permettere al frutto di venire trasportato dal vento, in modo che s possa spostare di molti metri dalla pianta madre, per potersi sviluppare senza subire danni da parte dell’ombra creata dagli alberi più alti ed ampi.
Un singolo acero produce svariate migliaia di samare, e non tutte risultano fertili; quindi, se vogliamo seminare un acero, è consigliabile prepararsi a seminare molti semi. Dai semi di acero, non sempre si ottengono esemplari identici, in quanto molte specie hanno una forte variabilità genetica, e quindi possono dare origine a d alberelli che presentano fogliame leggermente differente; questo spesso avviene con i semi di acer palmatum.
Il problema principale con la semina degli aceri è dovuto alla spessa cuticola che li riveste, che risulta completamente impermeabile; per poter quindi seminare gli aceri è fondamentale praticare la stratificazione, ovvero porre i semi in frigorifero, in una busta di plastica con poca sabbia, per alcuni mesi; oppure si possono passare leggermente tali semi con della carta vetrata a grana finissima, in modo da rimuovere parte della cuticola esterna, per permettere all’acqua di penetrare e stimolare la germinazione dei semi.
Se lo desideriamo possiamo preparare anche talee di acero, in primavera inoltrata; anche in questo caso, è bene preparare numerose talee, in quanto non sempre radicano con facilità: un maggiore numero di talee migliora le nostre probabilità di successo.
Gli aceri sono molto apprezzati anche come bonsai da esterno, perché gli alberi, anche giovani, tendono ad assumere rapidamente un aspetto maestoso e molto equilibrato; in genere per preparare dei bonsai si utilizza l’acer palmatum, l’acer japonicum, l’acer buergerianum. Si tratta quindi sempre di specie di origine asiatica, che quindi non amano il sole eccessivo, ed il caldo estivo; il nostro bonsai troverà quindi posto in una zona semiombreggiata del giardino, e le annaffiature saranno molto regolari. Quando desideriamo allevare un acero bonsai, il nostro problema principale è la dimensione del fogliame, che negli aceri adulti può superare le dimensioni di una mano. Per questo motivo, sarà necessario spesso defogliare completamente il nostro bonsai, per stimolare una seconda produzione di foglie, che verranno prodotte di dimensioni progressivamente più minute.
Molte specie di acero si sviluppano anche in tutta Europa, quindi esistono leggende e tradizioni legate a questo albero, anche molto antiche; alcuni aceri vengono chiamati alberi celtici, perché sembra che le popolazioni celtiche attribuissero un valore magico agli esemplari vetusti di acero. Nella tradizione latina l’acero è un albero negativo, legato al dio Fobos, ovvero al dio della paura; tale tradizione è legata al fatto che le foglie divengono di colore rosso durante l’autunno, il colore del sangue, delle ferite e della guerra; per questo motivo in effetti, gli aceri tendono a non essere molto diffusi in zone di cultura latina, forse per una atavica avversione nei confronti degli alberi dal colore scuro. In alcune zone della Francia, agli aceri veniva attribuito il pregio di poter allontanare i pipistrelli, e a tale scopo alcuni ramoscelli di acero venivano appesi al di sopra delle finestre delle camere da letto.
La tradizione latina, che associa l’acero al sangue, e quindi alla guerra, è stata reinterpretata e assorbita dalla cultura canadese, infatti la
foglia di acero presente sulla bandiera canadese, ma anche ampiamente utilizzata come simbolo sulle divise militari canadesi, viene considerata simbolo di impavidità e coraggio.