Abete argentato
Le annaffiature vanno innanzitutto regolate sulla base dell'età dell'esemplare; gli alberi più giovani, infatti, hanno un maggiore bisogno d'acqua rispetto a quelli adulti, e temono molto di più la siccità. Un altro fattore che deve influenzare le irrigazioni è l'andamento delle precipitazioni, poiché naturalmente la somministrazione di risorse idriche va limitata in caso di piogge abbondanti, soprattutto in inverno. Si raccomanda di non provocare mai ristagni, che causano marciumi alle radici e, di conseguenza, determinano un indebolimento generale della pianta. Grazie all'irrigazione a goccia è possibile monitorare attentamente la quantità d'acqua fornita, interrompendo il getto quando lo si ritiene opportuno; tramite questo sistema si evita di inumidire le foglie, bagnando direttamente il terreno in superficie o le radici.
Questo albero, perfetto per adornare i parchi ed i giardini, necessita di un terreno morbido, leggero e ben drenato. Un primo impianto va effettuato in un recipiente contenente terriccio universale con torba; trascorsi circa due anni, la pianta potrà essere trapiantata in piena terra. La moltiplicazione si verifica sia tramite semina, sia per talea semilegnosa, rispettivamente nel corso della stagione primaverile e di quella estiva. La potatura è essenziale per ottenere una crescita perfetta dell'abete argentato: nel momento in cui si presenta una malattia fungina, è fondamentale eliminare immediatamente i rami colpiti per scongiurare danni irreparabili all'esemplare, ed allo stesso modo bisogna recidere il prima possibile le parti legnose rovinate da altri fattori, tra cui il vento ed i parassiti.
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Bisogna eseguire la concimazione dell'abete argentato annualmente, preferibilmente in primavera: si consiglia di interrare ai piedi dell'albero un fertilizzante granulare a lenta cessione che possa fornire tutti gli elementi necessari per lo sviluppo e per il sostentamento dell'esemplare. I tre macroelementi principali sono il fosforo, il potassio e l'azoto; ognuno di essi ricopre un ruolo importante, in quanto il primo favorisce il rafforzamento delle radici ed il metabolismo, il secondo incentiva l'assorbimento degli zuccheri e la sintesi proteica, il terzo supporta la crescita dei tessuti e delle parti vegetative. Proprio per questo l'azoto non deve mai essere presente nel concime in quantità eccessiva: in caso contrario, l'albero tenderebbe a indebolirsi. La fertilizzazione è fondamentale per la salute della pianta coltivata, e va effettuata con regolarità.
L'esposizione suggerita è soleggiata oppure a mezz'ombra; in entrambi i casi l'albero si sviluppa correttamente. In più, questa pianta non teme il freddo, e tollera anche temperature al di sotto dello zero. Un pericolo, tuttavia, consiste in malattie fungine determinate da un eccesso di umidità, tra cui la ruggine. Essa si manifesta con una sorta di muffa brunastra che ricopre gli aghi e ne provoca il deperimento: come cura si suggeriscono metodi sia naturali, come gli infusi d'aglio, sia chimici, come appositi anticrittogamici a base di zolfo e zinco. Anche i parassiti possono colpire questo albero; particolarmente fastidiosi sono gli afidi, che succhiano la linfa e trasmettono vari tipi di virus. Un'ottima soluzione per debellarli è il macerato d'ortica, ma vanno bene anche gli insetticidi a base di piretro.