Il faggio americano
Il Fagus grandifolia è un albero di medie dimensioni originario degli aree orientali del continente nordamericano: per le belle foglie, che assumono diverse colorazioni col passare delle stagioni, e la particolare corteccia, andrebbe preso maggiormente in considerazione come pianta ornamentale, sia come esemplare isolato sia per la creazione di meravigliose siepi.
Nel giusto habitat cresce abbastanza autonomamente: seguendo pochi suggerimenti e con un po’ di pazienza avremo un esemplare di buone dimensioni e dalla bellissima silhouette espansa. La sua sagoma renderà unico il nostro giardino e potremo per di più usufruire, in estate, delle ampie aree ombreggiate sotto all’ampia chioma.
È molto diffuso negli Stati Uniti e in Canada dove va a formare delle ampie foreste con altre latifoglie. Ha una crescita abbastanza lenta: in coltivazione non supera i 15 metri di altezza, ma in natura non fatica a raggiungere i 35. Di solito ha un portamento espanso e le prime diramazioni avvengono molto in basso. In queste condizioni il suolo sottostante è quasi sempre totalmente privo di vegetazione. Per l’uso ornamentale di solito queste branche vengono eliminate rendendo più fruibile lo spazio.
Altro punto di forza è la colorazione del fogliame, alterno e ovato. La lamina superiore, durante l’anno, è verde scura e lucida con piccoli peli argentei. In autunno passa velocemente ad un bel rosso rame e infine ad un vivace giallo. Non sempre vi è la totale defogliazione in l’inverno, soprattutto in mancanza di forti venti e precipitazioni nevose. La corteccia rende interessante il faggio in tutte le stagioni; è grigia e liscia, con riflessi argentei. Alcuni la paragonano alla pelle di un elefante.
Altra attrattiva sono i frutti: le faggiole. Aforma di riccio, lunghi 2 cm, racchiudono fino a tre piccole noci. Hanno svariati usi alimentari, ma sono preziosi soprattutto perché diventano un richiamo irrefrenabile per la fauna (scoiattoli e uccellini soprattutto).
La coltivazione non è difficile, ma per ottenere risultati bisogna avere delle giuste condizioni pedoclimatiche. In particolare il faggio americano richiede terreni a reazione acida, molto soffici e dotati di ottimo drenaggio. Al tempo stesso devono essere capaci di mantenersi freschi. Sotto questo aspetto, nel nostro paese, sono ideali tutte le aree montane e le zone nei pressi di boschi di latifoglie, da 600 fino a 1200 metri di altitudine.
Il clima migliore è quello alpestre, caratterizzato da estati fresche e precipitazioni frequenti. Queste consentiranno al suolo di mantenere il giusto grado di umidità, specialmente negli strati più superficiali (dove si trova la maggior parte delle radici). Il freddo non rappresenta un problema: il fagus grandifolia resiste anche alle temperature più rigide.
Evitiamo questa essenza invece nel Centro-Sud, specialmente nei pressi delle coste: i climi siccitosi non gli si confanno assolutamente.
È un albero estremamente ornamentale, ma va utilizzato con giudizio. Generalmente si sviluppa con un unico tronco centrale e con sottili branche laterali, che partono già da un metro dal suolo. Quest’ultima caratteristica è utile per l’allevamento a siepe, donando barriere fitte anche alla base.
Per altri scopi è invece bene intervenire e lasciare liberi almeno i primi 2 metri del tronco. Anche con questi accorgimenti non si rivela però una pianta giusta per viali alberati o parcheggi, anche perché richiede suolo libero e ricco.
È un’ottima scelta al contrario come isolato o per la creazione di boschetti in grandi parchi o aree pubbliche per il tempo libero.
Per l’impianto preferiamo sempre alberi di piccole dimensioni. Lo sviluppo orizzontale dell’apparato radicale non consente di crescerlo a lungo in vaso. Il trapianto di adulti, con conseguente quasi sicuro danneggiamento della parte ipogea, non darà buoni risultati.
Procediamo in primavera dopo aver lavorato un’area di almeno 2 metri di diametro e profonda come minimo 60 cm. Inglobiamo stallatico stagionato e terra di foglie in abbondanza, specialmente se il nostro terreno fosse calcareo o argilloso. Irrighiamo ripetutamente.
Gli alberi adulti, nelle giuste condizioni climatiche e di suolo, sono pressoché autonomi. Nei primi anni dall’impianto è invece bene seguire la crescita con irrigazioni frequenti (che mantengano fresca l’area sotto la chioma) e concimando con ammendanti organici. Due volte all’anno distribuiamo un prodotto granulare equilibrato. In caso di siccità è molto utile ricorrere ad una spessa pacciamatura. I parassiti non sono un problema.
Il legno di faggio americano è quasi bianco ed è abbastanza richiesto sul mercato per la realizzazione di giocattoli, attrezzi da cucina, pavimentazioni e per la produzione di botti per la birra.
Negli Stati Uniti è inoltre rinomato per la sua resistenza all’acqua: un tempo veniva usato per la costruzione delle ruote delle navi.
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