Loto
Il loto è un particolare tipo di fiore che richiede un habitat quasi completamente acquoso, in quanto esso cresce in natura all'interno di piccoli laghi o stagni. In casa è possibile ricreare questo tipo di ambiente usando vasi o generici contenitori con una profondità di circa 50 cm; l'acqua destinata a ricreare l'habitat deve essere arricchita con torba scura (materiale organico di origine vegetale in decomposizione, in cui i resti vegetali sono poco identificabili) e cambiata almeno una volta alla settimana. La temperatura ideale dell'acqua invece si aggira intorno ai 30 gradi (quindi, nel caso di coltivazione all'aperto, si consiglia di procedere nel periodo primaverile), ma il fiore resiste anche a temperature molto più basse, fino a -15 gradi circa, a patto tuttavia che l'acqua non formi uno strato troppo spesso di ghiaccio.
Innanzitutto, si può decidere di far crescere il fiore di loto a partire dal tubero oppure dal seme. Nel primo caso, sarà necessario immergere il tubero all'interno del vaso pieno d'acqua o del laghetto in cui verrà ricreato l'habitat ideale della pianta; il tubero galleggerà, e dovrà essere ancorato alla superficie del vaso o del laghetto solo quando avrà sviluppato degli elementi di colore verde. Per la crescita vera e propria del fiore saranno necessari circa 2 mesi. Nel secondo caso è invece opportuno verificare il comportamento del seme di cui si dispone a contatto con l'acqua: se esso affonderà, probabilmente darà vita ad un fiore di loto; viceversa, è meglio scegliere di usare un altro seme. I semi vanno inizialmente immessi in un contenitore pieno di acqua poco calcarea e pochissimi centimetri di torba, mentre una volta che si sviluppa il tubero bisogna seguire le indicazioni precedenti. Il loto, una volta fiorito, richiede almeno 6 ore di luce solare diretta; inoltre, pur resistendo a temperature molto basse, teme il ghiaccio: pertanto è opportuno impedire la formazione di uno strato troppo spesso di ghiaccio, che porterebbe certamente la pianta a morte.
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Nel caso in cui si decida di coltivare il fiore di loto a partire dal seme, durante il primo anno di coltura non è necessario l'utilizzo di concimi; per quanto riguarda i tuberi, la concimazione dev'essere effettuata durante il periodo primaverile (benché non sia strettamente necessaria, ma può favorire la propagazione delle piante nonché lo sviluppo più rigoglioso dei fiori) utilizzando un concime adatto alle piante acquatiche. Questi tipi di concimi, molto ricchi di tutte le sostanze organiche e minerali, devono essere a lenta cessione, garantendo un apporto costante di nutrienti durante la fase di esposizione al sole. I concimi ideali per questa pianta sono letame bovino o equino - in proporzione 2:10 rispetto alla quantità di terra - e devono essere ben ancorati al fondo del vaso o del laghetto. La forma da prediligere è quella conica.
Il loto è un fiore in grado di vivere nelle situazioni più avverse e quindi ha una naturale resistenza ad agenti patogeni e malattie, tuttavia è importante eliminare le foglie già danneggiate in quanto esse potrebbero rappresentare un punto debole del fiore e diventare veicolo di infezioni. Un altro potenziale punto debole della pianta - situazione dunque da evitare - è il marciume radicale, che rischia di compromettere le naturali difese del fiore; questa condizione può essere facilmente ovviata cambiando regolarmente l'acqua del contenitore. Gli insetti che possono attaccare il fiore di loto sono principalmente afidi (detti anche pidocchi delle piante) o cocciniglie, che possono essere eliminati sia con metodi chimici attraverso l'ausilio di antiparassitari, sia con metodi biologici. È consigliabile effettuare una cura preventiva alla propagazione degli insetti durante l'inverno.
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