Pianta perenne acquatica rizomatosa, originaria dell'America del nord, dell'Europa, e dell'Asia del nord, con rizomi interrati sul fondale di laghi tranquilli, oppure galleggianti; presenta foglie con lunghi piccioli, carnose e cerose, cuoriformi. In primavera produce lunghe infiorescenze a spadice, con una lunga spata bianca che le avvolge; in autunno lo spadice si ricopre di piccoli frutti rossi, al cui interno è contenuto un solo seme.
La calla di palude è una pianta erbacea acquatica originaria del continente americano e in particolare delle aree paludose del Canada, dell’Alaska e degli stati Nordorientali degli U.S.A. Predilige i climi temperati e acque poco profonde.
Si è diffusa partendo dalle regioni settentrionali verso quelle orientali e meridionali. È una pianta piuttosto rara, ma ad oggi si può trovare anche in Francia, in Scandinavia, in Siberia e in Cina, fino addirittura al Giappone, sempre che vi siano le condizioni climatiche e di suolo a lei adatte.
Bisogna però segnalare che, a causa dell’inquinamento e della bonifica di molte aree paludose, questa essenza è stata ed è attualmente ancora tra le più minacciate di estinzione. È quindi estremamente importante preservare il suo habitat e evitare di prelevare degli esemplari in natura. Forniamoci solo da rivenditori specializzati.
La calla palustris è una pianta acquatica, relativamente piccola in quanto a dimensioni: può infatti andare dai 15 ai 45 cm di altezza, anche se è molto raro che superi i trenta.
È caratterizzata da foglie erette e leggermente avvitate su se stesse, di forma rotonda o cuoriforme e con un picciolo piuttosto lungo. La pagina superiore è di un bel verde brillante, quella inferiore è più chiara con una leggera peluria.
Rusticità | Molto rustica, ma il rizoma va protetto dal ghiaccio |
Esposizione | Pieno sole, mezz’ombra al Sud |
Terreno | Umido, acido o subacido. Non salmastro o calcareo |
Concimazione | In primavera con prodotti per acquatiche |
Colori | Fiori bianchi e foglie verde acceso |
Fioritura | Primavera-estate |
Propagazione | Divisione del rizoma, semina |
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Le calle palustri amano i laghetti soleggiati, preferibilmente con acqua ferma e tranquilla, poiché l'acqua corrente può facilmente rovinare le radici o comunque comprometterne la crescita. E' una pianta rustica, quindi non teme il freddo, anche se è opportuno proteggerla se l'acqua è troppo bassa e tende a gelare completamente.
Per avere una veloce espansione è bene posizionare la calla di palude in un’area ben calda e soleggiata. L’ideale è che riceva sole per tutta la giornata.
Se non è possibile, ad ogni modo, è capace di accontentarsi anche solo di quattro o cinque ore di sole diretto al giorno, chiaramente la sua espansione e la fioritura risulteranno più lente e meno copiose.
Evitiamo le posizioni troppo ombreggiate. È possibile che la pianta non muoia però difficilmente riuscirà a produrre spate e il più delle volte le foglie risulteranno filate o di un verde troppo chiaro e comunque poco decorativo.
Le calle non necessitano di particolare terreno, anche se preferiscono solitamente un terreno leggermente acido. Vanno piantate in larghi contenitori riempiti con terriccio universale mescolato a sabbia, che vanno sprofondati in un laghetto non troppo profondo. Oppure si possono piantare direttamente a dimora, anche sulle sponde di un lago.
Predilige terreni ricchi, possibilmente torbosi e dove il calcio sia ridotto al minimo. È comunque molto tollerante e generalmente si adatta bene anche alle aree limacciose o sabbiose.
Perché cresca e si espanda al meglio si deve prediligere gli specchi d’acqua bassi e mai salmastri. Infatti risulta molto sensibile alla presenza di sodio che porta velocemente al deperimento o ad una forte diminuzione nella crescita.
Vanno anche evitati i substrati troppo asciutti.
avviene per divisione dei rizomi in autunno, lasciando una parte delle radici su ogni porzione praticata, i nuovi rizomi così prodotti vanno fatti radicare in un contenitore colmo d'acqua e quindi vanno messi a dimora la primavera successiva. In autunno si può procedere anche alla semina, utilizzando i semi freschi estratti dalla polpa dei piccoli frutti, si fanno germinare in un composto di torba e sabbia in parti uguali, tenuto sempre umido fino alla primavera successiva; le nuove piante vanno interrate sul fondo di un laghetto o sui bordi, lasciando emergere le foglie dalla superficie dell'acqua.
Non temono particolari malattie, ma a volte vengono divorate da lumache o da larve che si cibano dei rizomi.
Come molte piante amanti del sole può diventare preda degli afidi. Questi, nutrendosi della linfa, la indeboliscono oltre a trasmettere malattie, quali le virosi.
Purtroppo combattere questi insetti è più difficile quando parliamo di flora acquatica. Il rischio di danneggiare l’ambiente è infatti molto più alto.
L’ideale è cercare di creare un ecosistema sano con predatori naturali quali rane, rospi e pesci.
Se fosse impossibile o la situazione si rivelasse di difficile controllo possiamo distribuire modiche quantità di insetticida a base di piretrine naturali.
La fioritura è molto prolungata e comincia a metà primavera per esaurirsi alla fine dell’estate. Le piante cominciano a produrre spate quando raggiungono la maturità, quindi intorno al secondo o terzo anno dalla messa a dimora.
Le infiorescenze sono composte da uno spadice corto di color bianco puro con cuore giallo-verdognolo, a forma di tromba, molto simile a quella della zantedeschia.
La pianta è dioica e vi sono quindi fiori femminili e fiori maschili. Dai primi, in autunno, si sviluppano i frutti: delle piccole bacche di color rosso o arancio, molto vivaci e decorative. Bisogna però prestare la massima attenzione perché contengono degli alcaloidi molto tossici e pertanto potrebbero costituire un pericolo per bambini e animali domestici.
La radice è un rizoma carnoso piuttosto resistente che permette alla pianta di espandersi velocemente in tutte le direzioni e occupando, se le condizioni risultano ideali, tutto lo spazio a disposizione.
È infatti una pianta dallo sviluppo molto rapido, utile per coprire le grandi superfici d’acqua. È ideale da inserire in piccoli contenitori, in laghetti e stagni, soprattutto se le acque risultano leggermente acidificate. Non sopporta invece la massiccia presenza di calcare e le forti correnti: di conseguenza non è adatta a ruscelli o specchi d’acqua troppo movimentati.
Un tempo la calla di palude faceva parte dello stesso genere della zantedeschia. In seguito a studi genetici si è però deciso di creare due generi separati e autonomi. Attualmente fa parte della famiglia delle Araceae, gen. calla sp. Palustris. Il genere è attualmente monospecifico.
La calla palustris vuole acque piuttosto basse. La profondità ideale va da 5 a 10 cm, comunque in uno specchio d’acqua calmo, senza correnti.
Per favorire una buona crescita scegliamo un’area raggiunta dal sole per almeno cinque ore al giorno, possibilmente durante il pomeriggio.
Come e quando procedere?Il periodo migliore per questa operazione è senza dubbio la fine dell’inverno, ma, all’occorrenza, possiamo procedere anche fino a metà primavera.
Scegliamo un’area dove il suolo risulti acido, ma ricco in humus e possibilmente con una buona quantità di torba. Inseriamo la piantina in maniera che il colletto resti completamente coperto dal substrato.
L’ideale è utilizzare gli appositi cestini per piante acquatiche. Ci danno la possibilità di preparare al meglio la messa a dimora, per poi procedere soltanto con il posizionamento in loco; inoltre facilitano di molto l’estrazione delle piantine nel caso si rendesse necessaria la manutenzione (divisione o pulizia delle radici).
Perché l’area risulti da subito ben folta l’ideale è inserire da 8 a 10 rizomi per metro quadrato.
La concimazione può essere molto utile per stimolare la crescita e la fioritura di queste erbacee.
Il periodo migliore per somministrare questi prodotti è senz’altro la primavera.
In commercio si trovano confezioni appositamente studiate per essere inserite tra le radici: in questa maniera resteranno ancorate a quella zona e nutriranno soltanto gli esemplari che abbiamo prescelto.
Per lavorare meglio l’ideale è estrarre il cestino con tutto il suo contenuto, inserire sotto il rizoma il fertilizzante e coprirlo con della ghiaia che lo mantenga fermo.
Se vogliamo possiamo noi stessi confezionare un prodotto ad hoc. Bisogna procurarsi del terriccio molto argilloso e modellabile: lo impasteremo con il nostro concime granulare. Comprimiamo bene e lasciamo qualche tempo ad asciugare. Potremo poi inserire la pallina nei cestini come descritto sopra..
La calla palustris è originaria delle aree settentrionali dell’emisfero boreale. È molto diffusa per esempio in Alaska, nei paesi scandinavi e nel Nord-est della Cina. Possiamo dire quindi che si tratta di un pianta assolutamente rustica e adatta alla coltivazione in tutto il nostro paese, aree alpine comprese (anche al di sopra dei 1000 metri).
Teniamo però presente che il rizoma è piuttosto sensibile al gelo e non dovrebbe mai venire a contatto diretto con il ghiaccio.
Poniamo quindi i vasetti direttamente in acqua (a 10 cm di profondità) soltanto se il laghetto è molto profondo e non rischia di ghiacciare completamente. Diversamente è consigliabile inserire i piantini sul bordo dello stagno, dove il substrato risulti ben umido, ma non arrivi direttamente l’acqua.
Al contrario potrebbe risultare sensibile alle alte temperature.. Se viviamo al Sud o nelle zone costiere può essere una buona idea posizionarle dove risultino lievemente più riparate dai raggi del sole. In questa maniera eviteremo le scottature fogliari e l’eccessivo diffondersi di parassiti quali gli afidi.
La manutenzione è piuttosto semplice perché, una volta avvenuto l’attecchimento, si rivelano piante estremamente resistenti e piuttosto accomodanti.
Si dovrà intervenire solo quando il cespuglio sarà diventato troppo denso. A quel punto bisognerà estrarre le piante e dividere i rizomi, per poi inserirli nuovamente.
Per prolungare la fioritura, se vogliamo, possiamo impegnarci nella rimozione dei fiori esausti. In questa maniera eviteremo la produzione di semi.
Per ottenere nuove piantine si possono seguire due strade. La prima è la semina, la seconda è la divisione del rizoma.
La prima in realtà richiede molta esperienza e raramente dà risultati soddisfacenti. Inoltre è necessario attendere almeno quattro anni per vedere la comparsa dei primi fiori.
Il consiglio, quindi, è dedicarsi alla divisione, molto semplice e capace di dare buoni risultati nel giro di due anni.
Si devono prelevare i rizomi e dividere la madre da quelli più piccoli che si sono formati all’esterno. Badiamo sempre che ogni porzione sia dotata di almeno una radice e di un occhio.
Possiamo poi metterli a dimora in cestini più piccoli e fornire loro una buona dose di concime granulare a lenta cessione, in maniera che crescita venga stimolata. Prediligiamo i prodotti con una buona quantità di potassio.
Bisogna prestare particolare attenzione a questa pianta perché è estremamente velenosa, in tutte le sue parti. Infatti contiene forti dosi di ossalato di calcio.
Manteniamo il laghetto sempre pulito eliminando i fiori appassiti. Eviteremo così che vadano a seme. Il loro colore rosso richiama spesso bambini e animali domestici e potrebbe causare pericolosi incidenti.