Piante acquatiche e freddo
Un bel giardino primaverile posa le sue radici sul lavoro praticato in autunno, lavoro impiegato per pulire, sistemare, riparare il giardino e le piante in autunno; questa “regola” vale anche per il giardino acquatico, che in autunno richiede qualche cura, in modo da poter poi risplendere della sua naturale bellezza in primavera. La gran parte delle varietà più diffuse nei giardini acquatici sono specie rustiche, che ben resistono alle temperature fredde ed al gelo, senza grandi problemi; gli appassionati, e coloro che ricercano sempre fiori particolari o esotici, pongono a dimora nel giardino acquatico anche piante non completamente rustiche, che possono avere qualche problema in caso di gelate intense e prolungate. Per fare un esempio banale, le ninfee sono molto comuni e diffuse, e la maggior parte sono piante rustiche e resistenti, che si rovinano solo in caso di gelo veramente molto intenso, che porta a completo congelamento dell’acqua di un piccolo laghetto poco profondo. Esistono però tante specie di ninfea tropicali, che producono fiori che sbocciano al di sopra del pelo dell’acqua, molto decorativi e profumati: queste ninfee, molto più belle e vistose rispetto alle comuni ninfee, non sono rustiche, e necessitano di temperature invernali superiori ai 10-12°C.
Quindi l’impegno del giardiniere nel giardino acquatico prima che arrivi l’inverno è di due tipi: da un lato dovrà praticare del lavori di routine per preparare il laghetto al gelo, dall’altro dovrà fare dei lavori straordinari per le specie che temono i climi più freddi, che andranno opportunamente trattate.
Come dicevamo non sono molte le specie (come le ninfee tropicali, l’euryale, alcune varietà di canna indica e alcune altre piante acquatiche) che temono il freddo intenso e persistente; per questo motivo, queste varietà possono vivere all’esterno solo nelle zone italiane dove il clima invernale è mite, senza gelate, o con gelate brevi e sporadiche. In tutto il resto della penisola, durante l’inverno trovano posto in luoghi riparati, come una serra o addirittura in casa. Per poterle spostare al riparo dovremo munirci di appositi vasi, dove possano trovare posto almeno 25-30 cm di acqua e le nostre piante; consideriamo quindi dei vasi ben ampi, privi di fori per il drenaggio (visto che ci dovremo mettere dell’acqua), possibilmente trasparenti e possibilmente in materiale plastico, altrimenti diverrebbero troppo pesanti una volta riempiti d’acqua.
Trovato il contenitore dissotterriamo la pianta dal fondo del laghetto, oppure preleviamola dal pelo dell’acqua, e posizioniamola nella sua dimora temporanea, e postiamo il contenitore in luogo riparato e luminoso. Durante tutto l’inverno controlleremo che l’acqua nel vaso non evapori eccessivamente abbassando il suo livello. Visto che il vaso resterà per tutto il periodo invernale in luogo riparato, con temperature miti, è bene controllare la presenza di zanzare, per evitare che il nostro minuscolo laghetto trasportabile divenga una nursery per zanzare: quindi disciogliamo nell’acqua prodotti antizanzare, possibilmente a base di bacillus turingensis, in modo da nuocere soltanto alle zanzare. Se abbiamo molto spazio, o varietà piccole, possiamo inserire più piantine nello stesso contenitore; se abbiamo solo specie che vivono con le radici nel terreno sul fondale, invece di tenerle in una replica in miniatura del nostro laghetto, possiamo decidere di preparare appositi vasi, che diverranno delle mini lagune, in cui far svernare le nostre piante, per ritrasferirle all’aperto in primavera. In genere è quello che si fa con il papiro in molte case italiane, dove viene comunemente coltivato come pianta da appartamento. Scegliamo quindi un bel vaso, e utilizziamolo per interrarvi la nostra acquatica, utilizzando un terriccio leggero costituito da sabbia e torba in parti uguali. Il vaso va tenuto costantemente immerso nell’acqua per almeno un quarto o un quinto della sua profondità; quindi troveremo una bacinella, un sottovaso, un cache-pot che sia di alcuni centimetri più largo rispetto al vaso, e per tutto l’inverno controlleremo che contenga almeno un po’ d’acqua. Queste mini lagune possono essere coltivate in appartamento, in luogo luminoso, ovviamente lontano da fonti di calore dirette.
Difficilmente in Italia il freddo è così intenso da gelare completamente il nostro laghetto in giardino; se viviamo in un territorio molto freddo sarebbe opportuno svuotare il laghetto durante l’inverno, riponendo tutte le piante in vaso o in serra, e levando anche tutta l’acqua, per evitare che il ghiaccio che con essa si formerebbe vada a deformare o rovinare il fondo del laghetto e il materiale con cui è costruito. Dopo averlo vuotato ripuliamolo e volendo copriamolo con un telo, aspetterà fino a primavera per venire riallestito daccapo. Se invece abbiamo un laghetto ampio, magari anche profondo, che non rischia di ghiacciare, possiamo tranquillamente lasciarlo pieno d’acqua; è bene in ogni caso spegnere e eventualmente rimuovere cascatelle, spruzzi o piccole fontane, che invece potrebbero gelare e che quindi necessiterebbero di venire sostituite in primavera. Se possibile rimuoviamole e poniamole al riparo, in serra o in cantina. Se ancora abbiamo qualche pianta di cui non conosciamo la rusticità possiamo provare a coprirla con agritessuto, o a pacciamarne le radici con del fango, in modo che siano sufficientemente in profondità nel terreno da non soffrire eccessivamente per il freddo intenso.
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