Acero oppio - Acer campestre

vedi anche: Acero

Acer campestre o acero oppio

Detto anche Acero oppio, si tratta di un albero di media taglia, presente in natura in tutta Europa, nell'Asia occidentale e nel nord Africa. Lo sviluppo è abbastanza veloce nei primi anni di vita della pianta, in seguito diviene lento, e porta l'albero fino ad un'altezza di 6-9 metri, rendendolo interessante anche per giardini non eccessivamente grandi.

Produce un corto fusto, tozzo, con corteccia grigia o bruna, profondamente fessurata negli esemplari anziani; il fogliame è palmato, con cinque lobi, come nella maggior parte degli aceri, talvolta presenta solo tre lobi; le dimensioni sono leggermente minori rispetto alle foglie di altre specie di acero, il colore è verde brillante, diviene dorato in autunno, prima che le foglie cadano. In primavera produce piccoli fiori verdastri, ermafroditi, portati in infiorescenze apicali; in estate ai fiori seguono i frutti, delle samare, ovvero piccoli semi appiattiti che presentano una lunga ala papiracea, che permette ai semi di essere trasportati dal vento anche per lunghi tragitti. Le samare dell'acero campestre sono appaiate e inserite a 180° sul picciolo che le porta, praticamente sono attaccate "schiena contro schiena".

Acero campestre- Foglie

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Come si coltiva l'acero oppio

Acero campestre- aLbero L'acero campestre o acero oppio è un albero presente in natura in gran parte della Penisola, dalla pianura Padana a, Lago Trasimeno, fino sulla Sila; quindi è un albero che tollera bene il gelo invernale, così come il caldo estivo, senza manifestare alcun tipo di sofferenza. Tende ad accontentarsi di qualsiasi terreno, prediligendo quelli alcalini o neutri, anche se compatti o sassosi.

Predilige i luoghi soleggiati o semiombreggiati, soprattutto nelle prime fasi di vita ama l'ombra, che permette meglio ai giovani germogli di svilupparsi.

Non teme la siccità, e può sopportare anche terreno leggermente salini, nei pressi del mare, così come il vento marino, che spesso rovina buona parte delle piante.

Non necessita di grandi cure, anche se, come avviene sempre per le alberature, è bene posizionare le giovani piante con un bel tutore, in modo da farle sviluppare dritte, senza temere il veto, fino a che non abbiano prodotto un bell'apparato radicale.

Nei primi anni di vita è anche bene annaffiare la pianta, al momento dell'impianto, e in seguito in estate, soprattutto in caso di siccità; non è un albero che necessita di un terreno umido, quindi annaffiamo solo se il terreno rimane asciutto per lunghi periodi di tempo.

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Come utilizzarlo

Acero campestre- semi L'acero campestre viene spesso utilizzato nei parchi o come alberatura stradale; spesso produce molte ramificazioni nella parte bassa del fusto, tanto da venire spesso utilizzato come arbusto da siepe. Questa caratteristica rende talvolta necessario potare i rami più bassi nei giardini o lungo le strade, per permettere il passaggio nei pressi del fusto.

Questo albero sopporta senza problemi la potatura, quindi non è difficile mantenere la forma desiderata.

L'acero oppio viene spesso utilizzato anche come bonsai, visto che risponde molto bene alla comuni tecniche di miniaturizzazione utilizzate dai bonsaisti; inoltre anche gli esemplari coltivati in vaso mostrano le caratteristiche dei fratelli posti in piena terra: sopportano freddo, caldo, siccità, potature drastiche.

Spesso i bonsaisti utilizzano la varietà acer campestre microphyllum, con fogliame più contenuto rispetto alla specie.


Poniamo a dimora l'acer campestre

Anche nelle alberature stradali ci capita di notarlo: il comune pone a dimora 15 nuovi alberi, l'anno successivo ne sono rimasti solo sette, e gli altri non hanno nemmeno attecchito.

Questo avviene perchè si sottovalutano le differenze tra un albero ormai anziano ed un giovane albero. Anche le piante che da vecchie possono essere lasciate a se stesse, da giovani necessitano di cure, forse poche, però senza di esse non riescono a svilupparsi.

In natura un seme di acero campestre cade nel sottobosco, dove si sviluppa protetto i inizialmente dai sassi, che persino nel deserto garantiscono un poco d'acqua; crescendo si mantiene comunque in luogo semiombreggiato, protetto da altri arbusti o alberi, che lo schermano dal sole più cocente. Solo l'esemplare adulto rimane solo sotto il sole.

Quando poniamo a dimora un giovane albero, che spesso non è più alto di un paio di metri, ricordiamoci che è stato da poco estirpato, oppure è stato prelevato da un vaso; questo significa che ha un apparato radicale piccolo, non molto sviluppato; inoltre in vivai veniva accudito quotidianamente, con annaffiature, concimazioni, antiparassitari.

Se è vero che un albero ben sviluppato e da tempo a dimora non necessita di cure, si accontenta delle piogge, tende a non ammalarsi; questo non è altrettanto vero per un giovane albero.

Se quindi desideriamo un bell'acero sano e robusto, cominciamo col preparare una bella buca di impianto, lavorando a fondo il terreno, mescolandovi del terriccio fresco e poco stallatico; quindi posizioniamo la pianta, evitando di interrarla troppo, ma posizioniamola alla stessa profondità a cui era in vivaio, con il piede compattiamo il terriccio attorno al fusto, ed annaffiamo bene.


Acero oppio - Acer campestre: Consigli per la messa a dimora

acero campestre A fianco dell'albero poniamo un bel tutore robusto, che assicureremo alla pianta con della rafia o con del cordoncino da vivaista, non troppo stretto, per evitare di segnare il tronco durante il suo sviluppo. In estate controlliamo che il terreno attorno alla pianta non rimanga asciutto per giorni e giorni. Se necessario potiamo i rami che si stanno sviluppando in posizione per noi poco interessante; ad esempio leviamo i rami troppo bassi se vogliamo che il nostro acero sviluppi un bel fusto eretto e privo di ramificazioni. Sembra banale, ma molti vivaisti vi confermeranno che non lo è poi così tanto: prima di porre a dimora un albero nel nostro giardino verifichiamo che abbia a disposizione tutto lo spazio di cui necessiterà nel corso del tempo; se è vero che l'acero campestre può essere tranquillamente potato, se lo posizioniamo in una piccola aiola pretendendo di mantenerlo alto due metri e largo altrettanto, dovremo armarci di pazienza e potarlo ogni due mesi per mantenerlo negli anni di tali misure. Prima di scegliere una pianta guardando le fotografie in internet, leggiamo le dimensioni che raggiungerà nel corso del tempo, così saremo sicuri di porre a dimora la pianta giusta per lo spazio che abbiamo a disposizione.