Tamerice - Tamarix ramosissima
Al genere Tamarix appartengono circa sessanta specie di alberi ed arbusti, a foglie caduche o sempreverdi, originari dell'Asia e del Mediterraneo; T. gallica è la specie più diffusa in coltivazione, si tratta di un piccolo albero a foglie caduche, che raggiunge i 4-6 metri di altezza. Ha fusto eretto o inclinato, con corteccia grigiastra, profondamente rugosa; le ramificazioni sono dense e formano una chioma tondeggiante. I rami giovani sono molto sottili e flessibili, spesso arcuati o penduli; le foglie sono di dimensioni molto ridotte, simili a piccole squame di colore verde chiaro, talvolta quasi azzurrato. All'inizio della primavera i rami si riempiono di piccole spighe di fiori minuscoli, di colore rosato; la fioritura è tanto abbondante che l'intera pianta sembra una nuvola di fiori. Ai fiori seguono piccoli frutti a capsula contenenti i semi. Le tamerici vengono da secoli coltivate sulle coste del Mediterraneo; grazie al fatto che ben sopportano i venti e l'acqua salmastra vengono spesso impiegate per la creazione di siepi frangivento nelle zone costiere o anche per solidificare le dighe foranee. Possono essere coltivate anche in vaso o come bonsai.
La tamerice è un bell’arbusto, molto decorativo, caratterizzato da un’abbondante fioritura portata sui suoi fini rami. Il suo habitat naturale sono le coste. Tutte le specie di tamerice sono originarie dell’Europa, in particolare delle regioni mediterranee, e dell’Asia, più precisamente della Cina. Nei giardini vengono utilizzate circa 12 specie, anche se spesso le denominazioni e classificazioni sono un po’ confuse a causa della difficoltà di identificazione (possibile alle volte solo grazie ad un microscopio).
La sua coltura è piuttosto semplice visto che si adatta bene a diversi climi e terreni. È inoltre molto resistente alle malattie. È quindi un’ottima scelta per chi voglia inserire una pianta decorativa ma che richieda poca manutenzione.
Famiglia e genere | Tamaricaceae |
Tipo di pianta | Arbusti sempreverdi o a foglia caduca |
Esposizione | Pieno sole |
Rustico | Abbastanza rustica |
Terreno | Non esigente, possibilmente povero e sabbioso. Non suoli pesanti e argillosi |
Colori | Generalmente fiori rosa, ma anche bianchi, rossi, salmone |
Irrigazione | Non necessaria |
Fioritura | Primavera, estate, autunno a seconda delle specie |
Propagazione | Talea, seme |
Concimazione | Una volta all’anno, in primavera |
- Salve sono quà a chiedere a chiunque sia in grado di illuminarmi sulla scelta di uno o più alberi da mettere a dimora nel mio giardino.Chiedo consiglio perchè girando in lungo e in largo in internet...
La tamerice appartiene al genere Tamerix che conta una cinquantina di specie ed è parte dalla famiglia delle Tamaricaceae. Il portamento può essere cespuglioso, arrotondato e in alcuni casi anche piangente. Cresce spontaneamente sulle coste di tutta l’Europa e dell’Italia. Se viene coltivato come albero mediamente raggiunge i 3 metri in altezza e larghezza. In casi particolari, però, può addirittura crescere fino a 5 metri.
Il periodo di fioritura dipende dalla specie. Alcuni fioriscono in primavera, altri in estate o autunno. Quest’evento è veramente degno di nota perché tutti i rami si coprono leggermente di piccoli fiori, di solito color rosa pallido, raccolti anche in grappoli pendenti, più o meno lunghi. L’effetto estetico è di grande eleganza e leggerezza.
Le
tamerici che fioriscono in primavera, inoltre, lo fanno prima della comparsa delle foglie. In questo caso le corolle coprono tutte le branche e rendono l’evento particolarmente spettacolare.
Il fogliame, verde chiaro e caduco, è formato da numerose e piccolissime foglie alterne a forma di scaglia allungata, fini e morbide, direttamente attaccate al ramo. Da lontano potrebbe venire scambiato facilmente per un ginepro, ma col vantaggio di non avere spine.
Sono arbusti rustici, robusti, decorativi e richiedono davvero poche cure. È per questo che sono numerosi nei giardini, specie nelle zone litoranee. Resistono molto bene al vento e sono perfetti sia per l’utilizzo come esemplare isolato sia per la formazione di siepi libere.
Inserire una tamerice come esemplare isolato dà un tocco mediterraneo ad ogni giardino.
Questi piccoli alberi prediligono le zone soleggiate, necessitano di almeno alcune ore al giorno di luce solare diretta per svilupparsi al meglio. Non temono il freddo, anche se può capitare che gelate molto intense rovinino gli apici dei rami.
L’esposizione migliore per la tamerice è senza dubbio il pieno sole. Solo in queste condizioni riuscirà a crescere velocemente e vigorosamente (come è nella sua natura) e darci le belle fioriture che ci aspettiamo.
Tollera una lieve ombra per qualche ora al giorno, ma di più sarebbe di grave ostacolo al suo benessere.
Le Tamerici non necessitano di annaffiature eccessivamente regolari e possono tranquillamente sopportare anche lunghi periodi di siccità; tollerano anche l'acqua salmastra vicino alle radici. Si annaffiano i giovani esemplari in caso di prolungati periodi di siccità estiva, mentre gli alberi a dimora da lungo tempo possono accontentarsi delle piogge.
Prediligono terreni molto sciolti e abbastanza ben drenati, anche ricchi in calcare; si consiglia di aggiungere della sabbia al terreno in cui si desidera porre a dimora una tamerice.
Le tamerici crescono molto bene in tutti i tipi di suoli, a patto che siano ben drenati e non risultino eccessivamente calcarei o umidi. È ottima quindi per tutti i terreni poveri, sabbiosi o secchi.
Evitiamo invece di inserirlo nel caso l’area risulti compatto ed eccessivamente argilloso.
In questo caso anche la predisposizione di uno strato drenante può non essere sufficiente.
Se vogliamo davvero averlo in giardino sarà il caso di scavare una grossa buca, inserirci un vaso di cemento di grandi dimensioni e riempirlo con substrato adatto, quindi con grandi quantità di sabbia, ghiaia e terriccio leggero.
In primavera è possibile seminare i piccoli semi, non appena i frutti si schiudono; in autunno possiamo prelevare delle talee legnose. La tamerice si moltiplica in natura con auto disseminazione, visto che produce una miriade di semi portati anche lontano dal vento. È molto comune trovare delle piccole piantine specialmente nei pressi di grandi esemplari. Non a caso in alcune zone (in particolare negli Stati Uniti), è considerata un vegetale altamente invasivo.
Un metodo più veloce e piuttosto semplice è la talea: si prelevano degli apici lunghi una trentina di centimetri, durante i mesi invernali. Possono essere messi in vasetti con una composta molto leggera di sabbia, torba e perlite oppure si può provare anche a porli direttamente nel terreno. La radicazione avviene velocemente e si potranno vedere i primi germogli già in primavera.
Una volta che l’attecchimento è riuscito si procederà con successive cimature per favore l’accestimento dell’esemplare.
Il periodo migliore per la messa a dimora è senza dubbio l’autunno. Procedendo in questa stagione daremo alla pianta la possibilità di adattarsi alla nuova collocazione e di cominciare ad esplorare con le radici il terreno circostante. In primavera, di conseguenza, sarà già pronta a cominciare una buona e veloce crescita vegetativa.
Ad ogni modo, in particolare gli esemplari in vaso, possono essere impiantati anche in primavera, possibilmente prima del mese di aprile.
Per cominciare bisognerà scavare una buca larga e profonda almeno il doppio del vaso (generalmente l’ideale è di 1 metro in ogni direzione). Se il substrato risultasse leggermente compatto e pesante possiamo intervenire mescolandovi della sabbia grossolana e un po’ di ammendante organico.
Sul fondo della buca sarà bene creare uno strato drenante con ghiaia o altro materiale idoneo.
Inseriamo la pianta in maniera che il colletto risulti a livello del suolo, copriamo con il terriccio e pressiamo con attenzione. Infine irrighiamo leggermente.
Se vogliamo creare una siepe la distanza ideale sarà di 1,5 metri tra una pianta e l’altra.
Le Tamerici a volte vengono attaccate degli afidi o dal ragnetto rosso. Sono alberi molto autonomi e resistenti. Raramente vengono attaccati da insetti o crittogame e, in ogni caso, quasi mai vi è l’esigenza di intervenire per arginare questo tipo di problematiche.
Come abbiamo detto esistono moltissime specie di tamerici, ma ne vengono coltivate solo alcune. Sono però state sviluppate numerose cultivar, per soddisfare le richieste e le esigenze di tutti gli amanti del verde.
In generale possono essere suddivise in specie a fioritura primaverile e specie a fioritura autunnale. Le prime sono le più diffuse in giardino.
Periodo di fioritura | Varietà | Descrizione fioritura | Caratteristiche della pianta | Utilizzi | Rusticità |
Primavera-estate | Tamarix parviflora | Fine maggio-inizio aprile Rosa chiaro | Portamento cespuglioso o piangente Fino a 5 m di altezza | Arbusto isolato o siepe libera | Molto, fino a -20 |
Tamarix tetrandra | Fioritura rosa chiaro sui rami dell’anno precedente, da maggio a giugno | Portamento eretto, rami fine e arcuati Fino a 5 metri di altezza | Ottimo come barriera frangivento per la creazione di siepi | Molto rustico, ma teme i venti gelati |
Tamarix chinensis | Fioritura rosa da maggio | Foglie simili al cipresso. Può raggiungere anche i 12 metri di altezza | Come albero isolato o in boschetti | Molto rustico, ama gli habitat umidi, specie costiera |
Tamarix ramosissima | Fiorisce da giugno a settembre. Colori da bianco al rosa al salmone al rosso. Disponibili molte cultivar | Portamento cespuglioso, altezza fino a 5 metri. | Esemplare isolato e boschetti | Sopporta le mareggiate e anche i venti violenti. Adatto a suoli poveri. Molto rustico |
Tamarix gallica | Fioritura caratterizzata da lunghi grappoli rosa, da giungo ad agosto, prima della foglie | Aspetto piumoso e leggero, altezza fino a 8 metri | Esemplari isolati, siepi isolate e tagliavento | Sopporta egregiamente i suoli salini. Molto rustico |
insieme alla Tamarix tetranda è la più diffusa nel nostro paese, si tratta di un arbusto sempreverde, con rami sottili arcuati color porpora, e foglie molto piccole, grigio-azzurre. I fiori, di colore rosa intenso, sbocciano in primavera ricoprendo quasi completamente i rami; raggiunge i cinque metri di altezza.
diffusa nelle regioni mediterranee e nel Caucaso, ha foglie squamiformi, verde chiaro, e fiori rosa intenso, riuniti in racemi di circa 5 cm; raggiunge i tre-quattro metri di altezza.
diffusa nell'Europa sud-orientale e in Asia minore, presenta foglie squamiformi, verde chiaro, sovrapposte le une alle altre; i fiori sono rosa e sbocciano in agosto formando pannocchie di circa 10 cm. Essendo molto resistente alla salsedine e al vento viene spesso utilizzata come frangivento in riva al mare.
Le tamerici diffuse in giardino sono tutte particolarmente resistenti al gelo. Di solito sopportano bene anche -20°C. Possono quindi venire coltivate tranquillamente in tutto il nostro paese con l’eccezione, forse, delle aree montane al di sopra dei 1500 metri.
La tamerice non richiede grandi interventi. Generalmente non necessita irrigazioni e neanche concimazioni.
Se il terreno fosse davvero povero possiamo distribuire, una volta all’anno, alla ripresa vegetativa, del concime granulare a lenta cessione in corrispondenza dell’area occupata dalla chioma.
Il venti forti e freddi possono creare dei problemi, in special modo agli esemplari giovani. Possiamo quindi proteggerli con delle barriere o coprendo con dei teli appositi.
Ad ogni modo le radici sono molto resistenti e in caso di gravi danni alla chioma si può contare su sicuri ricacci dall’apparato ipogeo.
La potatura delle tamerici non è indispensabile. Interveniamo se vogliamo che la pianta risulti più compatta e ordinata.
Ricordiamoci che alcune specie fioriscono sui rami vecchi. Evitiamo quindi di tagliare quelli nati nell’annata precedente (al massimo spuntiamoli) e concentriamoci su quelli ormai esauriti per mantenere sempre l’esemplare pulito e vitale.
Come potare per favorire una bella fioritura
In questo caso bisogna sicuramente intervenire in primavera, dopo la fine delle gelate.
Se si vuole che la pianta si sviluppi in altezza si selezioneranno tre o quattro rami principali e si sopprimeranno i rametti secondari, evitando di agire troppo nella zona bassa (che potrebbe risultare poi troppo spoglia). Per moltiplicare invece i rami a fiore si dovranno accorciare di 2/3 i rami prodotti nell’annata precedente che sono già fioriti. In questa maniera si stimolerà la nascita di nuovi rametti secondari portatori di corolle.
Infine si dovrà continuare il lavoro rendendo il cespuglio più aerato, perciò eliminando tutti i rami storti o che vadano verso il centro dell’esemplare. L’ideale è dare una forma svasata, ma sono possibili anche altri modelli visto che le potature sono ben tollerate. Se si vuole ottenere una siepe bisognerà per i primi anni potare frequentemente cercando di dare la forma desiderata e rendere la barriera molto folta. In seguito si interverrà ogni volta che sarà necessario regolarne l’altezza e la larghezza.
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La tamerice, o tamerix nella sua classificazione, è un piccolo albero con portamento arbustaceo, originario delle zone a
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