Come far riprendere una pianta che ha sofferto la sete
Il ritorno dalle vacanze può essere traumatico per chi ama le piante. Purtroppo molti di noi sono costretti ad abbandonarle proprio nel momento per loro più difficile a causa del caldo e della scarsità di piogge. Non sempre si può allestire un impianto di irrigazione automatica o abbiamo persone su cui fare affidamento.
Per ridurre i danni al minimo è innanzitutto fondamentale mettere in pratica alcune astuzie prima di partire.
I soggetti più a rischio sono sicuramente quelli in vaso: la poca terra a disposizione si asciuga velocemente per poi cominciare a riscaldarsi. Spostiamole quindi all’ombra, dotiamole di sottovaso profondo e approntiamo una spessa pacciamatura prima di procedere ad un’abbondantissima irrigazione. Possiamo anche avvolgere il contenitore con un materiale coibentante: ridurremo l’impatto della canicola.
Le piante più fragili, specialmente le erbacee, sopravvivono più facilmente se vengono potate drasticamente, togliendo loro buona parte delle foglie.
In commercio poi si trovano terricci specifici per queste evenienze (ricchi di argilla, materiale organico e perle d’acqua). Sostituiamo almeno lo strato più superficiale (oppure rinvasiamo, senza disturbare le radici, e usiamo il prodotto per l’integrazione). Interessanti sono anche gli irrigatori da collegare ad una bottiglia: garantiscono autonomia per almeno una settimana.
Effettuiamo una sorta di triage separando le piante leggermente colpite da quelle con danni seri. Le prime si riprenderanno velocemente con frequenti annaffiature e magari una leggera pulizia dalle foglie secche. Per le altre è invece necessario un approccio più drastico.
Per reidratarle velocemente riempiamo dei secchi (o, se sono tante, la vasca da bagno) e lasciamole in “ammollo” qualche ora, fino a quando non vedremo una evidente ripresa.
Per facilitare ulteriormente il risveglio vegetativo continuiamo ad innaffiare spesso, per almeno una settimana. Molto utili sono poi le frequenti nebulizzazioni della chioma, specialmente durante le ore più calde della giornata. Bagniamo anche il pavimento o distribuiamo nell’area dei contenitori pieni di argilla espansa, da mantenere sempre umida.
Le piante che hanno subito un simile trauma, per riprendersi, devono essere sottoposte a pochissimo stress. Per questo è importante continuare a tenerle in una zona ombreggiata, fresca e al riparo dai venti.
Se non lo abbiamo fatto prima approntiamo una spessa pacciamatura sulla superficie, a base di materiale vegetale (ottima la paglia e il fieno): le radici, più fresche, riprenderanno più velocemente a svilupparsi.
Quelle meno bisognose di luce possono essere portate per alcuni giorni all’interno: ne trarranno molto beneficio, specialmente se abbiamo l’aria condizionata.
Fondamentale è anche ridurre la traspirazione e alleggerire il carico sulle radici: erbacee, suffruticose o piccoli arbusti si rimettono più velocemente se vengono subito sottoposte ad una potatura abbastanza drastica, eliminando tutto il secco e, in ogni caso, almeno metà della parte aerea.
I rinvasi non sono strettamente necessari: spesso è meglio lasciar le radici tranquille. Se ci accorgiamo però che la terra non riesce a trattenere l’acqua (per l’abbondanza di torba) possiamo intervenire: lavorando con molta delicatezza eliminiamo il più possibile il substrato, ma senza rompere le radici. Migliori prestazioni si ottengono mescolando ad un terriccio di qualità una buona percentuale di terra da giardino pesante.
Le concimazioni, specialmente se ricche di azoto, vanno evitate: possono causare bruciature a livello delle radici. Inoltre stimolare la crescita vegetativa in esemplari debilitati non fa altro che indebolirli ulteriormente. Un ottimo supporto può venire invece da prodotti a base di alghe o con molto carbonio organico o con amminoacidi specifici, da somministrare tramite irrigazione (magari a dosi dimezzate) o tramite frequenti nebulizzazioni fogliari.
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