Stapelia
la mia stapelia presenta bacelli doppi: contengono i semi ? quale procedimento devo seguire per utilizzarli ?
Gentile Maria,
le Stapelie sono piante molto particolari, i fusti succulenti tendono a diramarsi molto, formando ampi cespi; i fiori sono tra i più bizzarri che la natura ci regala, infatti si presentano come grandi fiori a stella, di colore in genere rossastro, giallastro, verdastro. Sono caratterizzati dalla presenza di una sottile peluria e da un odore decisamente sgradevole, quasi di carne in decomposizione; l’odore particolare è dovuto al fatto che nei luoghi d’origine gli unici insetti impollinatori di queste piante sono le mosche, e che sono attirate più dalla carne in decomposizione che dal profumo di gelsomino. A questi bizzarri fiori seguono in genere i frutti, che contengono i semi, in genere fertili; i frutti di stapelia sono decisamente ben visibili, in quanto sono baccelli di grandi dimensioni, spesso più grandi dei fusti della pianta che li ha prodotti. Quando sono pronti e maturi, esplodono, ovvero si spaccano e si aprono, e liberano piccoli semi dotati di un piumino che permette loro di volare al primo alito di vento. Ricordano molto i frutti ed i semi dell’oleandro. Prima di raccogliere i semi, è necessario permettere a questi strani baccelli di aprirsi naturalmente, altrimenti rischiamo che i semi al loro interno siano ancora carnosi, e quindi non ancora completamente formati, o facili prede di muffe e marciumi. In genere la semina delle piante succulente si fa ad inizio primavera, quindi in marzo o aprile; il semenzaio si prepara riempiendo un piccolo vaso, o un vassoio di semina, con torba e sabbia in parti uguali; annaffia bene il terreno, cercando di bagnarlo tutto, e quindi deposita i semi (privati del loro piumino) sulla superficie. Annaffia con regolarità, avendo cura di utilizzare un vaporizzatore, per non spostare i semi, e cerca di tenere il semenzaio in luogo ben aerato, caldo e umido; luminoso, ma senza raggi solari diretti.
- genere che comprende 40-50 specie di piante succulente, originarie dell'Africa meridionale; hanno fusti eretti, o leggermente prostrati alla base, che crescono fino a 30-40 cm di altezza, con un diame...
Il genere Stapelia è tra i più apprezzati dagli amanti di piante succulente: la coltivazione non è particolarmente difficile, a condizione di possedere una serra o un locale ben illuminato per il riparo invernale. Per contro sono capaci di dare grandi soddisfazioni per il loro aspetto singolare e per i grandi fiori dalla forma di stella.
Fino ad oggi sono state identificate, allo stato spontaneo, più di 60 specie di stapelia, provenienti quasi esclusivamente dal Sudafrica. Sono caratterizzate da steli di forma triangolare, molto ramificati, inizialmente eretti ma che col tempo tendono a diventare prostrati. Il colore è molto variabile: si trovano varie sfumature di verde e di porpora in funzione della varietà e dell’intensità della luce cui vengono esposte. Gli apici degli steli recano dei tubercoli simili ad aghi non appuntiti. Da metà estate a fine autunno producono dei bei fiori, solitari o in coppia, che nascono dalle parti più basse.
Sono molto apprezzati per la bella forma a stella e per le dimensioni notevoli in rapporto a quelle della pianta: i più piccoli hanno un diametro di 6 mm, ma ve ne sono che superano anche i 30! Si declinano nel bianco, nel rosa, nel bruno, nel rosso e nel giallo.
Il loro profumo tuttavia non è gradevole: assomiglia a quello della carne in decomposizione. In natura infatti questa caratteristica è preziosa per attirare le mosche e facilitare l’impollinazione incrociata. I fiori sono tutti ermafroditi, dotati quindi sia di pistillo sia di stami: una volta fecondati producono semi avvolti in una seta leggera che li aiuta ad essere trasportati dal vento.
Come abbiamo detto la coltivazione non è difficile, specialmente se abbiamo già dimestichezza con le esigenze delle piante “grasse”. Indispensabile è rispettare le temperature minime invernali, non eccedere nelle irrigazioni evitando assolutamente i ristagni idrici, in particolar modo nei mesi più freddi.
LA STAPELIA IN BREVE |
Nome, genere, specie | Apocynaceae, gen. Stapelia, più di 60 specie |
Tipo di pianta | succulenta |
Altezza | Fino a 45 cm |
Larghezza | Fino a 40 cm |
Fogliame | Persistente, succulento |
Colore fogliamee | Verde, porpora, grigio |
Fiori | Verde, bianco, giallo, arancio, marrone, porpora, viola |
Profumo | Di solito sgradevole |
Manutenzione | bassa |
Irrigazioni | Frequenti in primavera-estate, leggere in autunno-inverno |
Umidità | Bassa, soprattutto in inverno |
Substrato | 1/3 terriccio piante fiorite, 1/3 terriccio per cactacee, 1/3 di sabbia |
Concimazioni | Cactacee + potassio |
Crescita | lenta |
Resistenza al freddo | Non rustica; temp. Minima 13°C |
Esposizione | Sole-mezz’ombra |
Contenitore | Vaso |
Propagazione | Talea; semina, divisione |
Parassiti e malattie | Marciumi, cocciniglia |
Tutti le specie prediligono esposizioni molto luminose, anche in pieno sole: non sono quindi adatte da coltivare stabilmente in interni. Da metà primavera fino a metà ottobre l’ideale è tenerle all’esterno in una posizione a Ovest o ad Est. La luce sarà un importante stimolo alla fioritura, ma evitiamo le ore più calde per non incorrere in bruciature. La mezz’ombra è tollerata, anche se comporta un rallentamento della già debole crescita oltre al quasi azzeramento delle speranze di fioritura.
In inverno le piante vanno quasi ovunque ritirate in un locale ben esposto o in una serretta esterna (ma ben coibentata e eventualmente riscaldata) dotata di teli trasparenti.
Sono senz’altro sensibili alle basse temperature: alcune specie sono in grado di sopportare anche 2°C, ma altre soffrono già quando si toccano i 13°C. In linea generale è bene portare al riparo le piante prima che si scenda sotto i 15°C e evitare il più possibile bruschi cali termici. In ogni caso informiamoci bene sulle specifiche esigenze della nostra specie o cultivar, in particolar modo se si tratta di esemplari rari o da collezione.
IL CALENDARIO DELLA STAPELIA |
Rinvaso | Marzo-luglio |
Talea | Marzo-luglio |
Concimazione | Ogni 15 giorni (marzo-agosto); poi ogni mese |
Ritiro invernale | Da metà ottobre ad aprile-marzo |
Questo è uno degli aspetti da curare con maggiore attenzione per ottenere buoni risultati e evitare l’insorgere di marciumi. Possiamo idealmente dividere l’annata in due periodi: dalla primavera alla fine della fioritura le irrigazioni dovranno essere leggere, ma molto regolari in maniera che il substrato sia sempre leggermente umido. Evitiamo però l’uso del sottovaso, causa certa di deperimento.
Dalla fine della fioritura in avanti, vale a dire nei mesi più freddi, è bene distribuire acqua con molta più parsimonia: il terriccio deve risultare asciutto in profondità da qualche giorno prima di tonare a bagnarlo. Eviteremo così le conseguenze infauste dell’umidità.
Per queste piante scegliamo sempre contenitori piuttosto piccoli, di volume poco maggiore rispetto alle loro radici; ideali sono quelli in terracotta perché permettono la traspirazione e un perfetto grondo delle acque. Lavoriamo preferibilmente alla fine dell’inverno, ad aprile, o fino a luglio. In caso di emergenza è però possibile svasare in qualunque periodo dell’anno. Determinante è estrarla con delicatezza per non rompere i fragili steli. Eliminiamo le radici che paiano compromesse. Sul fondo creiamo uno strato drenante con del ghiaietto o dell’argilla espansa.
Riempiamo con un composto per cactacee (arricchito con un po’ di generico) o componiamone uno adatto noi stessi: l’ideale è mescolare 1/3 di terriccio per piante fiorite, 1/3 di terriccio per cactacee e 1/3 di sabbia grossolana.
Il rinvaso va fatto ogni anno.
Una buona fertilizzazione è molto importante per stimolare la crescita vegetativa e per avere una bella fioritura. I prodotti studiati appositamente per le cactacee sono adatti anche alla stapelia ma, specialmente da metà primavera a metà estate, è bene optare per un prodotto in cui il potassio K risulti preponderante rispetto agli altri macroelementi. Seguiamo con attenzione le dosi e le tempistiche consigliate. Nei mesi invernali (da metà ottobre a metà marzo) possiamo interrompere o dilazionare ulteriormente le somministrazioni.
I parassiti non sono molto frequenti e raramente causano gravi danni. I più comuni sono le cocciniglie: gli attacchi leggeri possono essere affrontati mediante rimozione manuale.
I rischi più gravi provengono dai marciumi: possono essere evitati curando particolarmente le irrigazioni. I segni più evidenti di una problematica sono la comparsa di macchie scure tondeggianti sugli steli. Si interviene lasciando asciugare bene il substrato e somministrando un anticrittogamico specifico per queste problematiche.
Nuovi esemplari si possono ottenere tramite semina o divisione, ma queste tecniche vengono usate poco perché la talea riesce molto facilmente e velocemente. Non comporta rischi per la pianta “madre” e, ci garantisce il mantenimento delle caratteristiche peculiari della cultivar.
Si procede da fine inverno ad inizio estate, durante il periodo di maggior crescita vegetativa. Si rompe o si taglia uno stelo a livello di un restringimento (alle volte se ne trovano di già provvisti di radici). Lasciamo asciugare i segmenti per circa dieci giorni e inseriamoli per due cm in un misto di torba e sabbia in parti uguali, in un vaso piccolissimo. In alternativa possiamo mettere il rametto in orizzontale.
Umidifichiamo bene e in seguito interveniamo molto raramente. Manteniamo una temperatura di circa 16°C e scegliamo una posizione luminosa, ma senza luce diretta. Appena inizierà lo sviluppo vegetativo possiamo trasferire nella composta definitiva.
Non è una pianta facile da trovare sul mercato, ma è molto appetita dai collezionisti. Se siamo interessati è bene rivolgersi a orticoltori specializzati o visitare le fiere florovivaistiche: troveremo sicuramente molte specie e varietà. Eccone alcune:
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Stapelia acuminata è formata da steli eretti che possono raggiungere i 40 cm di altezza, di un bel color verde acceso. I fiori creano un bellissimo contrasto sulla vegetazione: sono strati nel rosso scuro con stami e pistilli arancio. È una specie rara, ma molto apprezzata dai collezionisti.
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Stapelia clavicorona steli particolari per la loro colorazione grigiastra e i margini fortemente dentati. Il portamento è strisciante e l’altezza massima è 20 cm. I fiori sfumano dal giallo al rosso, a seconda anche dell’esposizioni, e hanno spessi peli.
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Stapelia erectiflora i fusti crescono fino a 15 cm e sono abbastanza sottili. I fiori sono coperti da una spessa peluria e sono di un bel porpora intenso. Pianta adatta a chi non ama il profumo tipico di queste succulente visto che in questo caso è più delicato.
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Stapelia flavopurpurea anche questa è dotata di vegetazione verde acceso, inizialmente eretta e poi decombente raggiungendo un’altezza complessiva di circa 15 cm. Gli esemplari cresciuti in ambiente luminoso diventano porpora. I fiori sono molto belli, a forma di stella ben evidente, nei toni del giallo, arancio e verde. È l’unica ad avere un profumo gradevole.
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Stapelia gigantea, tra le più grandi: gli steli sono molto dentati e raggiungono i 30 cm di altezza. Sono di un bel verde chiaro che contrasta con i fiori arancioni (fino a 40 cm di diametro) con rigature marroni, dall’aspetto peloso.
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Stapelia grandiflora molto ricercata per la sua bellezza in ogni stagione. I suoi steli sono lunghi fino a 30 cm, molto spessi e resistenti. I fiori sono abbastanza piccoli (10-15 cm di diametro), ma il loro colore viola intenso e i folti e lunghi ciuffi di peli li rendono particolarissimi.
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Stapelia lepidadal portamento decombente, raggiunge al massimo 15 cm. Gli steli sono verdi, ma al sole gli apici virano al porpora. I fiori, pendenti, sono giallo chiaro con macchie marroni.
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Stapelia rubiginosa ha steli lunghi fino a 30 cm, decombenti. Inizialmente sono verde chiaro per poi assumere sfumature rossastre, specialmente se esposti al sole. I fiori sono di un bel porpora intenso.