Elleboro

Elleboro: Elleboro

foto elleboro

Alfin t'ho scorto, desiato fiore,

alfin piangente chiederti potrò

che tu lenisca il barbaro dolore

che i ridenti giorni avvelenò.

Chè tu cresci qual me: negletto e solo

vesti l'ajuole che l'algor sfiorì,

qual me, che in mezzo allo sconforto e al duolo

trascorro solitario i mesti dì.

A te, povero Elleboro montano,

veder non lice dell'estate il sol,

non lice a me di stringer quella mano

che tanto mi fu prodiga di duol.

Ahi pazzo! troppo in alto collocai

la mia fè, la mia speme, il mio desir.

Ahi pazzo! Che in amor non ricordai

esser lungo il penar, breve il gioir.

La mia mente vacilla e l'intelletto

s'oscura; abbi tu, o fior, di me pietà,

appresta alle mie labbra il succo eletto

che nelle foglie tue celato sta.

Sanami, o almeno sulla tomba mia

schiudendoti del sol ai raggi d'or,

addita a lei, come per lei morìa

non un pazzo, ma un martire d'amor.

Pietro Gori

foto elleboro

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