Macchine per vigneto
La raccolta delle uve è, ancora al giorno d'oggi, fatta prevalentemente a mano. Le macchine per vigneto sono utilizzate più che altro per eliminare o abbreviare i tempi morti (trasporto dell'uva, carico e scarico dell'uva, trasporto alla cantina, ecc). L'uso di macchinari come i carri da raccolta o l'impiego della pallettizzazione possono ridurre del 30-40% la necessità della manodopera, e cioè del 40-50% il numero di ore totali per la cura del terreno. L'uso di attrezzature per la raccolta dell'uva (vendemmiatrici) sta conoscendo una nuova fase di applicazione in alcuni paesi come la Francia, anche se alcuni si preoccupano che il loro impiego alteri la qualità del vino. Tuttavia, la necessità di contenere i costi di produzione e le difficoltà crescenti nel reperire la manodopera hanno risvegliato negli ultimi anni l'interesse verso la meccanizzazione della vendemmia.
La defogliazione è una pratica colturale ampiamente praticata nel nostro paese e prevede l'eliminazione di una certa quantità di foglie basali nella zona del frutto. Quest'intervento è messo in pratica prima della vendemmia ed ha l'obiettivo di ridurre la vegetazione nella zona fruttifera con conseguente migliore efficacia dei trattamenti sanitari, nonché un migliore ricambio d'aria per i tralci interni. Tutte le defogliatrici che durante gli anni sono apparse sul mercato sono state progettate per l'uso su spalliera: le piante di vite, in questo caso, sono sostenute da pali o da altri sostegni, mentre la zona fruttifera è ben definita e circoscritta in una fascia con un'altezza che va dai 30 ai 50 centimetri. Tuttavia, in alcuni casi, questa tipologia di strumenti è stata utilizzata anche per viti a vegetazione ricadente (cortina semplice, G.D.C.).
Un aspetto principale nella differenza tra l'operazione condotta manualmente e l'esecuzione meccanica consiste nel fatto che quest'ultima può interessare solo le foglie più esterne alla chioma, mentre nell'operazione manuale si possono eliminare anche le foglie interne, in base ai criteri selettivi adottati dall'operatore. Questo dato deve fare immediatamente riflettere su un aspetto fondamentale dell'esecuzione meccanica: è fortemente influenzata dalla forma di allevamento e dalla precedente gestione della chioma. Quanto più uniformi saranno la chioma e l'andamento lungo il filare di quest'ultima, e ordinata la disposizione dei germogli, tanto più il lavoro dei macchinari potrà essere preciso ed uniforme, indipendentemente dalla tipologia dei dispositivi meccanici. Spingendosi oltre, dovremmo addirittura rilevare che anche l'aspetto varietale ha una non trascurabile importanza per l'influenza sulla dimensione e consistenza della foglia sottoposta all'azione dei flussi d'aria o di calore emessi dalle macchine per vigneto.
Per la gestione del suolo esiste ormai la necessità di combinare macchine per vigneto capaci di trinciare i sarmenti e l'erba e di distribuire i diserbanti. Questa tipologia di macchinari si differenzia tra attrezzi interceppo e utensili per la lavorazione dell'interfilare. Nel primo caso, si tratta di macchinari provvisti di un tastatore che, a contatto con il fusto o il sostegno della vite, fa rientrare l'organo lavorante. I modelli più diffusi per la gestione del suolo sono la fresa verticale (diserba battendo le infestanti lateralmente e non lascia il terreno livellato), la coltivatrice rotante (diserba sradicando le infestanti lasciando il terreno livellato e pulito ), la fresa rotante (esegue lavorazioni superficiali, compattando il suolo) e lo scalzatore-rincalzatore a dischi. Quest'ultimo può sotterrare i tralci e le infestanti fino a 15-20 centimetri, mentre i dischi possono scalzare i ceppi o rincalzarli a seconda del modo in cui sono montati. I macchinari per le lavorazioni dell'interfilare, invece, sono utilizzati per diserbare, ma anche per creare uno strato che riduca l'evaporazione dell'acqua dal suolo.