ikebana

Ikebana

L'Ikebana, il cui significato letterale è “fiori viventi”, è l'antica arte giapponese delle composizioni floreali, una disciplina decorativa e meditativa che inizialmente veniva denominata Kado, “via dei fiori”.
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ORIGINI STORICHE

ikebanaSebbene l'Ikebana sia nata nel sesto secolo d.C. con l'avvento del Buddhismo, la nuova religione non fece altro che codificare una tradizione già presente nell'arcipelago nipponico. Si narra infatti che furono i monaci buddhisti, raccogliendo dei fiori sparpagliati da una tempesta, i primi a posizionare gigantesche composizioni floreali nei templi e a utilizzarle come offerte votive al Buddha. Ma anche i riti shintoisti prevedevano l'utilizzo di rami sempreverdi, poiché si riteneva che le divinità si manifestassero sulle cime degli alberi sottoforma di camelia. D'altronde, che fin dall'antichità i Giapponesi attribuissero significati spirituali alle piante è un dato documentato, tramandato da opere che risalgono al primo secolo d.C. e da usanze popolari ancora in voga.

Il ruolo di padre fondatore della disciplina floreale è stato attribuito a Ono-no-Imoko, primo ambasciatore in Cina del principe Shotoku, che al suo ritorno in Giappone nel 607 divenne monaco buddhista e decise di dedicare la sua esistenza alla diffusione e all'approfondimento dell'arte che aveva appreso in Cina. Cercando di creare delle composizioni rappresentative dell'universo, egli pose le prime basi dell'Ikebana, canonizzando uno stile che oggi viene denominato “RIKKA”: la tecnica è piuttosto elaborata, prevede realizzazioni di grandi dimensioni e la presenza di sette elementi, tre dei quali rappresentano il cielo, la terra e l'uomo.

In origine l'arte floreale era praticata solo da monaci, ma nel corso dei secoli i nobili svincolarono la tradizione dalla religione e adattarono l'Ikebana anche agli interni delle abitazioni. Grande impulso alla nuova concezione fu dato dal Maestro della cerimonia del tè, Senko Rikyu, che fondò lo stile “NAGEIRE”, caratterizzato da una semplicità austera, vasi alti e un fascio stretto di tre rami asimmetrici. Al termine dell'epoca feudale, nella seconda metà dell'Ottocento, il Giappone aprì le frontiere alla cultura occidentale, introducendo nuove tendenze e fiori sconosciuti. Per stare al passo coi tempi, si diffuse anche tra le donne un nuovo stile, detto "MORIBANA”, caratterizzato da ciotole basse e poco profonde, fiori colorati e vistosi.

Dopo la fine delle Guerre Mondiali il Giappone attraversò una fase di rivoluzione ed evoluzione artistica che influenzò anche l'Ikebana, stimolando la nascita dello “JIYUBANA”, uno stile libero e originale, maggiormente personalizzato, e degli stili d'avanguardia, che introdussero elementi astratti e l'utilizzo di materiali impuri come ferro, vetro, cartone.


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PRINCIPI FONDAMENTALI

ikebana Nel corso dei secoli, il tradizionale Ikebana si è evoluto in molteplici stili che si distinguono per uso di contenitori, oggetti, fiori e metodi di disposizione, ma l'arte floreale non ha mai perso la sua ragione primaria: quella di incarnare un procedimento di scelta e composizione non solo estetica, ma soprattutto interiore, di cui gioire e godere. L'ikebana è infatti espressione della gioia e dell’amore per la natura, è un'arte creativa che ha il fine di far "rivivere i fiori", ma è soprattutto una disciplina spirituale che, attraverso la disposizione dei fiori secondo determinate norme, mira a ottenere equilibrio e armonia. Pur essendo nata come rituale religioso, i suoi principi sono stati adattati a tutti gli ambiti quotidiani: riproducendo in casa, su scala ridotta, delle forme naturali, l’arte floreale giapponese ha lo scopo di creare un rapporto tra uomo e Natura e di attivare un collegamento costante tra interno ed esterno.

L’Ikebana si basa sulla linea, sul ritmo e sul colore. Il suo concetto fondamentale è il triplice simbolismo: cielo, uomo e terra formano il quadro generale della composizione, riproducendo le principali categorie dell’Universo. Rami e fiori sono dunque disposti secondo un sistema ternario, formando un triangolo irregolare: il ramo più lungo, chiamato “primario” o “Shin”, è l’asse principale e rappresenta il cielo, il ramo più corto ed esposto, detto “terziario” o “Hikae”, rappresenta la terra; il ramo intermedio, “secondario” o “Soe”, è simbolo dell'uomo. Tutti gli elementi devono essere saldamente fissati a un supporto, dando l’impressione di appartenere spontaneamente, senza sforzo, allo stesso tronco; grande importanza viene inoltre riservata allo spazio circostante, che deve essere vuoto e bianco, espressione naturale dell’aria e dell’invisibile.


ikebana: MATERIALI E FLORIGRAFIA

Mentre le composizioni occidentali guardano alla quantità, al colore e alla simmetria dell’opera, l’arte giapponese è attenta soprattutto alla sobrietà e all’esaltazione dell’essenza di ogni elemento, in un insieme irregolare eppur armonico.

Tutti gli elementi utilizzati (rami, foglie, erbe, fiori) devono essere preferibilmente di natura organica e crescere spontaneamente nel periodo della composizione. Raramente vengono utilizzati fiori completamente sbocciati, di modo che non oscurino l’eleganza della linea e sia possibile contemplarne la fioritura. Inoltre, i fiori già sbocciati tendono a seccarsi e morire rapidamente, suggerendo un’idea di caducità e decomposizione che mal si adatta alla filosofia dell’Ikebana, il cui scopo è invece proprio quello di far continuare a vivere i fiori recisi.

Secondo la cultura giapponese ogni fiore veicola un particolare messaggio ed esprime i sentimenti più profondi dell’animo umano. L’Ikebana, dunque, è strettamente legata anche alle festività e celebrazioni famigliari, di modo che ad ogni situazione si addice una determinata composizione: ad esempio, i narcisi, le orchidee e le peonie augurano a due giovani sposi allegria, prosperità e longevità; per la festa delle bambine, celebrata all’inizio di marzo, si utilizzano i boccioli di pesco; per la festa dei maschietti, all’inizio di maggio, gli ireos; la triade bambù, pino e susino, ma anche crisantemi, fiori di ciliegio e bacche rosse sono propiziatori a Capodanno.



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