Cuscuta campestris

Cuscuta campestris

La cuscuta è una pianta davvero particolare perchè può essere considerata parassita totale. Infatti non possiede radici e, allo stadio adulto, non è neanche in grado di fare la fotosintesi clorofilliana. Vive del tutto a spese dell’ospite ricavandone acqua e nutrimento. I botanici la trovano interessantissima e sono numerosissimi gli studi che la riguardano: principalmente si indaga il suo rapporto con le piante parassitate e come “capisca” in quale direzione dirigere la propria crescita nei primi stadi di sviluppo.

D’altro canto è una delle più odiate dai giardinieri e dagli agricoltori: il suo arrivo è capace di rovinare l’estetica delle aiuole, ma, soprattutto, è di grave danno per le coltivazioni da reddito. È inoltre molto difficile da eliminare totalmente e si diffonde facilmente tramite seme.

La cuscuta campestris, in particolare, non è endemica del nostro paese, essendo originaria del Nord America, ma è ormai diffusa in quasi tutte le regioni.

Cuscuta campestris

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Caratteristiche della cuscuta campestris

cuscuta campestris La cuscuta è una pianta unica: non possiede radici ed è quasi del tutto priva di foglie. Si sviluppa per lo più da seme: da questo, in condizioni favorevoli in un primo tempo emesse delle piccolissime foglie e per un breve periodo si ha la fotosintesi clorofilliana. Contemporaneamente si sviluppa lo stelo che comincia a “girare” su sé stesso fino a quando non riesce ad aggrapparsi alla pianta ospite. Gli studi effettuati hanno stabilito che ogni cuscuta si fa guidare verso quella che preferisce captando degli specifici composti organici volatili. Una volta raggiunta vengono prodotte delle piccole ventose dette austori: penetrano all’interno dei tessuti e cominciano a succhiare la linfa. Da quel momento continua la diffusione sull’appezzamento prendendo la classica colorazione dal giallo al rossastro. In seguito produrrà i fiori (bianchi, a campanella) e in seguito anche i semi, finissimi, bianchi o neri.

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    Su quali colture si sviluppa? Perché le danneggia così gravemente?

    pianta di cuscuta La cuscuta campestris cresce in particolare sulla barbabietola da zucchero e sulle patate. Questa specie e le altre diffuse sul nostro territorio parassitano però anche moltissime altri vegetali tra cui segnaliamo erba medica, lino, crisantemi, dalie, ipomee, helenium, echinacea ed edera. Precisiamo però che, in mancanza di queste, si adatta a vivere anche su moltissime altre essenze.

    È particolarmente dannosa per vari motivi: innanzitutto mano a mano che si sviluppa copre buona parte del fogliame dell’ospite riducendone l’insolazione e di conseguenza lo sviluppo.

    Tra le sue molte capacità poi vi è anche quella di influenzare la crescita della pianta parassitata: all’arrivo delle alte temperature stimola la produzione di fiori e frutti, ma poi ruba la linfa che servirebbe per nutrirli usandola, invece, per far crescere i suoi. Vi è quindi una forte riduzione della resa negli appezzamenti interessati. Per di più, un’alta percentuale di cuscuta nei foraggi può essere dannosa per gli animali che se ne nutrono.


    Come evitare che arrivi sul nostro terreno

    cuscuta Le strategie da mettere in atto sono molte.

    Per l’industria sementiera la cuscuta ha rappresentato per lungo tempo un ostacolo quasi insormontabile. Non era raro che le sementi fossero contaminate da quelle, piccolissime, di questo parassita: ciò contribuiva alla sua ulteriore diffusione e gettava ombre sulla serietà dei produttori. Oggi si è posto rimedio ponendo in atto varie tecniche: la più diffusa consiste nel mescolarvi della limatura di ferro. Questa si inserisce nel tegumento della cuscuma (più poroso di quello dell’erba medica) permettendo a dei magneti di separarla dal prodotto “buono”: sotto questo aspetto possiamo quindi essere molto più tranquilli.

    Dobbiamo però prestare attenzione all’acqua di irrigazione: deve essere sempre pulita e non venire a contatto con altri appezzamenti di terreno. Evitiamo inoltre di usare terricci non sterilizzati. È necessario poi essere molto scrupolosi con lo stallatico: sebbene meno ricco, quello di bovino è più sicuro, grazie alla doppia digestione che inattiva molte sementi. Ancora migliore è quello pellettato.


    E se ci fosse già?

    Purtroppo liberarsene definitivamente non è semplice, si può però, anno dopo anno, limitarne moltissimo la diffusione.

    Se si sviluppa nell’orto o in un appezzamento da reddito il consiglio è innanzitutto spruzzare più volte con un prodotto antigeminazione. L’ideale però sarebbe utilizzare un diserbante totale e passare in seguito con un dispositivo per il pirodiserbo, soffermandosi a lungo in maniera che il calore non rimanga solo in superficie. In alternativa o in abbinamento sono anche abbastanza efficaci le arature molto profonde rivoltando almeno 50 cm di terreno.

    Purtroppo i semi sono molto resistenti: il freddo per loro non è un problema e conservano una buona germinabilità per almeno 10 anni: solo dopo questo lasso di tempo, lasciando l’appezzamento libero da colture, si può essere sicuri che la cuscuta sia completamente debellata.




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