Parco Asinara
L’aspetto selvaggio, per la presenza di una vegetazione fortemente degradata per via del pascolo eccessivo di capre domestiche, mufloni e cinghiali, è interrotto solo dalla presenza dell'euforbia che, essendo tossica, non è brucata dagli erbivori. Soltanto in località Elighe Mannu c’è una piccola formazione originale di bosco di leccio. Oggi, l'Ente parco, in collaborazione con l'Ente foreste della Sardegna, sta provvedendo al trasferimento delle specie introdotte dall'uomo, per consentire alla vegetazione di ricolonizzare il territorio. I piccoli corsi d’acqua sono a carattere stagionale ed alimentano alcuni bacini artificiali che fornivano acqua alle carceri e al villaggio di Cala d’Oliva. Lungo le coste basse vicino al mare, le piogge formano piccoli stagni, dove vive una gran quantità di uccelli acquatici.
La vegetazione del Parco Naturale dell’Asinara è tipica delle isole a scogliera alta, intercalate da baie sabbiose. Infatti, lungo le coste rocciose vi è una vegetazione bassa dominata dal finocchio di mare, il ginestrino delle scogliere ed il limonio a foglie acute. Sulle coste sabbiose crescono invece la gramigna delle spiagge, lo sparto pungente, la santolina delle spiagge e il giglio marino. Man mano che la vegetazione si addentra in foresta, si fa rarefatta per l’eccessivo pascolo, ad eccezione del lecceto di Elighe Mannu. Le zone in cui è presente la macchia ci sono il ginepro fenicio, l’euforbia, che è tossica e quindi non è soggetta al pascolo degli animali, il lentisco, la felce aquilina ed il tamaro. In alcune zone vi sono piante di lavanda, cisto, fiordaliso spinoso e ginestra corsica.
Visitare il Parco Nazionale dell’Asinara è stimolante ed affascinante. Non solo, i collegamenti marittimi da Porto Torres, Stintino e dalla Gallura con Cala Reale permettono di raggiungere facilmente quest’isola dove vivono e si riproducono numerose specie di anfibi, fra cui ci sono il rospo smeraldino e la raganella; e ancora, vi sono rettili, quali la testuggine europea, la tarantola mauritanica, la lucertola campestre, il Colubro e la biscia viperina; quindi, uccelli come il tuffetto, la berta maggiore e minore, il marangone dal ciuffo, la garzetta, il falco pescatore, la pernice sarda e molte specie ancora; infine, vi sono i mammiferi, tra questi il riccio, la lepre, il cinghiale, il muflone, l’asino sardo e quello bianco che è caratteristico di quest'isola, oltre a molte razze di topi.
Su un'isola così selvaggia ed affascinante si ha voglia di vedere tutto, di scoprire angoli nascosti, conoscere la sua storia e quella degli abitanti che hanno vissuto in un territorio così poco favorevole al vivere quotidiano. Fare escursioni da soli o accompagnati permette di conoscere i segreti di quest'isola, dove il vento sussurra, gli animali si aggirano allo stato brado ed il silenzio è rotto solo dalle onde che si infrangono sulle scogliere, con più enfasi quando il mare è in tempesta. I resti delle carceri e la presenza dei villaggi interrompe questo senso di sospensione nel tempo. Non importa se con una guida o da soli, a piedi, in fuoristrada, con il trenino gommato o in barca, ma sono da vedere l’ex-complesso carcerario e l’ossario austro-ungarico della I° Guerra Mondiale, l’Ospedale delle Tartarughe e l’Osservatorio Faunistico del Parco.