Abete bianco

Abete bianco

L’abete bianco fa parte delle poche specie di abete diffuse in natura anche nel nostro paese; si tratta di una conifera sempreverde molto longeva e di grandi dimensioni, gli esemplari adulti possono raggiungere i 40 metri di altezza, nell’arco però di alcune decine di anni. Hanno chioma dalla forma tipica, conica negli esemplari “giovani”, con il tempo tende ad ingrossarsi nella parte alta della pianta. I rami hanno disposizione tipica, e rendono facile distinguere la pianta dalle altre conifere, infatti i rami principali sono sempre orizzontali rispetto al terreno, mentre i rami secondati hanno disposizione a spirale; non sono presenti rami penduli. Anche gli aghi hanno forma tipica, infatti sono appiattiti, lineari, di colore verde-grigio, che danno una tonalità cupa all’insieme della chioma. Gli abeti bianchi sono alberi maestosi, di grandi dimensioni, adatti ai parchi delle cittadine dei luoghi di montagna, non esistono varietà nane o di dimensioni contenute. In natura questi alberi difficilmente si sviluppano gli uni vicino agli altri, più spesso si trovano in boschi costituiti da abeti rossi (picea abies) e da faggi (fagus silvatica); questo avviene perché il terreno costituito dalle foglie dell’abete bianco è poco favorevole allo sviluppo delle giovani piante appena germogliate. Quindi spesso capita di trovare nei boschi esemplari singoli di abies alba.

Questi abeti vengono scarsamente coltivati in Italia, la gran parte degli esemplari coltivati viene utilizzata per produrre alberi di Natale; di alcuni abeti bianchi si utilizza anche il legno, che ha la caratteristica di essere quasi privo di resina, contrariamente a qualsiasi altra conifera.

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Come si coltiva

Abete bianco L’abete bianco è una piata che ama l’ombra, il terreno fresco e umido, un clima freddo; si tratta di un vero e proprio albero di montagna, quindi non è assolutamente indicato per i giardini in pianura, dove tende a crescere troppo rapidamente e ad essere facile preda di parassiti e malattie. Quindi si pone a dimora in luoghi ombreggiati, o con poche ore di sole al giorno; sopporta brevi periodi di siccità, ma ,predilige luoghi con una buona piovosità, pur non amando ristagni idrici prolungati.

Come tutte le piante di montagna, sopporta benissimo il freddo, e non teme gelate intense e prolungate, con temperature vicine ai -25°C.

Gli aghi lineari e il portamento elegante dei giovani esemplari, lo rendono una pianta ideale da utilizzare come albero di Natale; ricordiamo però che gli abeti bianchi vengono difficilmente coltivati in Italia, e questi alberi non sono adatti ad essere coltivati in giardino in città, per questo motivo, volendo scegliere di preparare un albero di Natale vivo, è forse consigliabile evitare un abete bianco, se non per color che hanno la fortuna di vivere nelle zone montuose della nostra penisola.

Se ci siamo procurati un albero di Natale vivo di abete bianco, evitiamo di portarlo in casa per le feste, e addobbiamolo in giardino, o sul terrazzo, tenendolo in un luogo in cui non riceva i raggi solari direttamente.

Se invece decidiamo di porre a dimora una conifera in giardino, in una zona con inverni miti, evitiamo di scegliere un abete bianco; queste piante nel corso dei decenni crescono molto, e la potatura della cima porta inesorabilmente a produrre piante sgraziate e dalla chioma malformata.

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Le pigne

Abete bianco Le conifere formano una grande famiglia di piante, che si caratterizzano per avere fogliame lineare e ceroso, per produrre una resina aromatica, ma soprattutto, e da questo deriva il loro nome, perché producono coni; i frutti che derivano da tali infiorescenze vengono detti strobili; comunemente gli strobili delle conifere vengono chiamati pigne.

Le piante più antiche ancora presenti sulla terra, dette gimnosperme, non producono i fiori a cui siamo abituati, colorati e con petali delicati: producono invece particolari infiorescenze maschili e femminili. I coni maschili si chiamano microsporofilli, e sono costituiti da foglie pollinifere (dette anche squame) disposte in formazioni tondeggianti o cilindriche. I coni femminili vengono detti macrosporofilli, e sono costituite da foglie fertili.


Riproduzione dell'arbusto

riproduzione I coni vengono prodotti dalle gimnosperme in genere in primavera; alcune maturano i frutti nello stesso anno, altre impiegano svariati mesi per passare dal fiore al seme.

Tipicamente gli strobili femminili a maturazione divengono legnosi, e si rompono dividendosi in foglie, tra le quali sono presenti i semi fertili, spesso alati.

Non solo le conifere producono strobili, esistono infatti alcuni tipi di strobili.

I più tipici e semplici sono i coni delle conifere, appunto, esistono poi gli strobili dei ginepri, che sono tondeggianti e carnosi, simili a bacche, e vengono chiamati scientificamente galbuli carnosi. Esistono poi i galbuli legnosi, i frutti del cipresso, che sono pallette verdi, che a maturazione divengono legnose. Altro tipo di strobilo è l’arillo, ovvero un seme singolo ricoperto parzialmente di una polpa morbida, come avviene per i frutti del tasso o del ginkgo. Sono gimnosperme, oltre alle conifere, anche altre piante, come il ginkgo, ma zamia, la chikas; per questo motivo anche in queste piante così diverse dalle conifere possiamo notare infiorescenze o frutti che ricordano molto le pigne.



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  • abete bianco L’abete bianco, il cui nome scientifico sarebbe Abies alba o anche Abies pectinata, è anche comunemente chiamato abete
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