Angelica del giappone - Aralia elata
L'angelica del giappone è un piccolo albero a foglie caduche, originario dell'Asia; può raggiungere i 6-10 metri di altezza, e talvolta viene coltivato come un grande arbusto. Ha sviluppo abbastanza rapido e vigoroso, e tende a costituire dei piccoli boschetti, producendo numerosissimi polloni radicali, che si sviluppano rapidamente. Ha portamento eretto, scarsamente ramificato; la corteccia è grigia, ruvida e ricoperta da profonde venature; i rami portano numerose spine acuminate. La chioma tende ad allargarsi ad ombrello; le foglie sono di colore verde scuro, pennate, costituite da piccole foglioline ovali o lanceolate. In estate inoltrata produce grandi pannocchie di fiori bianchi, seguite da piccoli frutti porpora o rosati, che rimangono sulla pianta per settimane. Prima di cadere le foglie si colorano di giallo o di rossastro.
Per quanto riguarda l'esposizione, le specie di angelica del giappone si coltivano in posizione semiombreggiata, anche se non mostrano grossi problemi in pieno sole e possono crescere senza particolari esigenze colturali; inoltre, questi alberi non temono il freddo; nelle regioni con estati molto calde è consigliabile coltivare la pianta in luogo sempre semiombreggiato per evitare che la pianta mostri segni di debolezza al momento dello sviluppo.
Esistono alcune cultivar, molto eleganti, con fogliame variegato di bianco o di giallo. Questi piccoli alberi hanno un aspetto molto delicato e sono molto decorativi, purtroppo non sono molto facili da trovare in commercio, ma vengono sempre più apprezzati dagli architetti paesaggisti. Queste particolari varietà necessita di maggiori attenzioni per quanto riguarda l'esposizione: è importante farle crescere al riparo dal sole e in ambienti non troppo caldi.
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L'annaffiatura è una pratica di fondamentale importante per le nostre piante in quanto costituisce la principale fonte di nutrimento per le nostre specie coltivate. Ogni arbusto presenta specifiche esigenze colturali e richiede un'irrigazione specifica. Un fattore da considerare è la stagione in cui ci si trova quando si intende irrigare la pianta. Ovviamente, durante la stagione invernale l'annaffiatura dovrà essere ridotta rispetto alla stagione estiva. Per quanto riguarda l'angelica del giappone, vediamo insieme quali sono le sue specifiche esigenze. I giovani esemplari si annaffiano almeno una volta a settimana durante la stagione calda; quelli a dimora da tempo in genere si accontentano delle piogge; pur preferendo annaffiature regolari, almeno settimanali, queste piante possono sopportare periodi anche lunghi di siccità.
Un altro fattore di fondamentale importante per le nostre coltivazioni è la tipologia di terreno in cui crescono. In base al tipo di terreno infatti, le piante potranno crescere e svilupparsi al meglio, oppure mostrare segni di debolezza e nei casi più estremi queste condizioni porteranno alla morte della nostra pianta. E' bene quindi conoscere le caratteristiche della specie che intendiamo coltivare e qual'è il terreno ideale.
Le aralie amano i terreni sciolti e ricchi, leggermente acidi e umidi, ma molto ben drenati, privi di ristagno idrico. Possono però crescere in qualsiasi terreno, purché sia ben drenato.
Per quanto riguarda invece la concimazione, questa deve essere realizzata durante la stagione primaverile e quella autunnale. Il concime organico servirà alla nostra pianta per svilupparsi al meglio e ad evitare almeno in parte, l'attacco di parassiti e lo sviluppo di malattia perchè una volta concimata, la pianta sarà più forte, robusta e vigorosa.
Per gli amanti di questa specie, è bene sapere che la pianta si può riprodurre in maniera semplice ed è possibile ottenere cosi delle nuove piantine da coltivare. La aralia elata è infatti un'ottima pianta ornamentale e per chi possiede il celebre "pollice verde", moltiplicare questa particolare specie potrebbe essere un passatempo divertente e allo stesso tempo, un hobby in grado di regalare grandi soddisfazioni.
La moltiplicazione della nostra
aralia elata avviene per seme in autunno; visto che questi alberi producono moltissimi succhioni, è possibile asportarli, in primavera, e farli radicare singolarmente.
In generale, l'aralia elata non sviluppa parassiti e malattie in quanto si tratta di una specie piuttosto resistente. L'unico problema che potrebbe presentare è l'insorgenza di marciumi radicali in particolari occasioni. Questo può avvenire quando viene coltivata in ambienti che presentano acqua stagnante.
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