Ippocastano
L'ippocastano, detto anche castagno d'India, è diffuso in Europa con funzione decorativa. Appartiene alla famiglia delle sapindaceae ed è piuttosto resistente alle basse temperature e ad ogni tipo di suolo. Risente invece dell'inquinamento e di un'eccessiva salinità del terreno. Non richiede molto impegno dal punto di vista dell'irrigazione perché in luoghi in cui di tanto in tanto piove non è necessario provvedere ad un'ulteriore apporto d'acqua. É invece necessario irrigarlo in caso di siccità o di piogge insufficienti. Come per tutti gli altri alberi è necessario operare un'azione preventiva rispetto ai possibili problemi che possono sorgere. La prima cosa da fare è curare la sua corretta collocazione, che deve avvenire dove c'è abbastanza spazio, e al riparo dallo smog. Occorre inoltre curare la pulizia intorno all'ippocastano per evitare l'annidamento di parassiti.
Poiché l'ippocastano teme l'inquinamento, la prima cosa da fare è scegliere una collocazione che lo ripari dallo smog. Se ad esempio si dispone di un giardino è preferibile collocare l'albero in modo che affacci su un viale pedonale o comunque poco trafficato. Occorre inoltre tener presente che l'ippocastano può arrivare ad un'altezza di 25 metri e la sua chioma può ampliarsi fino a 10 metri di diametro, pertanto bisognerà lasciare intorno all'albero uno spazio adeguato alla sua potenziale massima espansione. I suoi semi devono essere piantati nella stagione autunnale. La piantagione dell'ippocastano può avvenire in vivaio. In tal caso si potrà procedere alla messa a dimora dopo due o tre anni. Reagisce male alla potatura e quindi è meglio evitarla. I suoi frutti sono molto simili alle castagne, ma occorre ricordare che non sono commestibili perché eccessivamente amari.
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La concimazione del terreno, necessaria a fertilizzare l'ambiente in cui è allocato (o si intende allocare) l'ippocastatano, è molto importante. É vitale che avvenga prima della piantagione ed è molto utile che sia ripetuta annualmente soprattutto nei primi anni di vita dell'albero. Poiché la piantagione deve avvenire nella stagione autunnale, la concimazione deve essere realizzata in tempo utile. L'ippocastano teme i terreni salini per cui in fase di concimazione si deve agire per desalinizzare il terreno. Però, qualora il terreno si rivelasse inadeguato, si suggerisce di piantare l'ippocastano altrove o di collocare sullo stesso terreno un albero diverso, per evitare che la coltivazione non vada a buon fine. Tra le tipologie di concime da scegliere si consiglia quello di tipo organico.
L'ipocastatano necessita di molta luce e quindi deve essere esposto al sole. Questo permette all'albero di star bene e di essere utilizzato per fare ombra. Negli ultimi anni, dato l'eccesso di smog, gli ippocastani situati nei centri urbani stanno manifestando problemi di arrossamento delle foglie soprattutto sul finire della stagione estiva. Questo problema, che si manifesta principalmente ai bordi delle foglie, non deve essere confuso con la loro chiazzatura che invece è sintomatica della presenza dalla guignardia aesculi. In questo caso occorre intervenire con anticrittogamici. Altro pericoloso nemico dell'ippocastano è cameraria ohridella, un lepidottero minatore, che infesta l'albero a partire dalla parte bassa della chioma. In tal caso occorre intervenire con appositi antiparassitari.