Salice piangente - Salix babylonica

Salice

I salici fanno parte del genere Salix e della famiglia delle Salicacee. Sono circa 400 specie di alberi e cespugli decidui che crescono prevalentemente in suoli umidi o nelle vicinanze di corsi d’acqua. Vivono nelle regioni temperate o fredde dell’emisfero Nord.

La maggior parte ha forma di albero. Ve ne sono alcuni però, soprattutto le specie che vivono vicino all’artico, che formano larghi e bassi cespugli. Per esempio la Salix Herbacea raramente supera i 6 cm di altezza e si sviluppa molto in larghezza, coprendo il suolo. Il nome deriva dal latino Salix. Il salice è un albero a foglie caduche, alto fino a 8-10 metri, originario dell’Asia centrale, ma diffuso allo stato selvatico in gran parte dell’area mediterranea.

Salice

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Generalità

salice piangente Il fusto del salice è tozzo e breve, ha un' ampia chioma ovale, spesso molto disordinata, caratterizzata da lunghe ramificazioni pendule, che a volte raggiungono il terreno; il fogliame è di colore verde brillante, grigiastro sulla pagina inferiore, di forma lanceolata, molto allungata, con margine seghettato; i fiori maschili sono lunghi amenti gialli, mentre quelli femminili sono piccole infiorescenze verdastre, entrambi sbocciano su alberi differenti, all’inizio della primavera, quando spuntano le foglie. Sulle piante femminili ai fiori seguono i frutti, piccole capsule che contengono moti semi piumati, che si diffondono nell’aria in estate. Albero molto elegante e a crescita rapida, molto amato nei secoli scorsi nei giardini; da alcuni anni al S. babylonica vengono preferite altre essenze dello stesso genere, a causa dei molti parassiti che affliggono facilmente questo albero.

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Descrizione

salice piangente Come abbiamo detto di solito hanno forma di albero o di cespuglio. Nel primo caso la loro altezza può variare, a seconda della specie, dai 4-5 metri a più di 20.

La corteccia dei salici è percorsa da abbondante linfa che contiene una dose molto concentrata di acido salicilico. Questo rende la corteccia e la pianta molto resistente all’ambiente umido in cui vive. La maggior parte dei salici in autunno si ricopre di una cera bianca che li protegge durante l’inverno. Questa cera non lascia passare l’acqua e protegge l’albero dalla disidratazione. Tende però a bloccarne la respirazione. Per ovviare a questo problema la pianta si ricopre di piccole squame dalle quali può passare una piccola quantità di aria.

I rami sono lunghi, molto flessibili e fibrosi mentre le radici sono resistentissime, lunghe, spesso stolonifere e tendono a crescere anche dalla parte aerea della pianta.

Le foglie,di solito sono lanceolate, ma in alcune varietà possono essere anche rotonde o ovali con margini seghettati. La maggior parte delle specie è decidua o semisempreverde. Solo alcune varietà come il salix micans o il Salix australior, presenti nel Mediterraneo orientale, sono sempreverdi. Le foglie possono assumere molte sfumature di verde, ma alle volte anche di giallo e azzurrino-glauco. Le gemme sono sempre laterali, mai apicali.


I fiori del salice

Fiori salice I salici sono piante dioiche. Gli amenti femminili o maschili, quindi, compaiono in piante diverse. Sono prodotti all’inizio della primavera, di solito prima delle foglie o mentre queste si aprono. I fiori maschili non hanno né calice né corolla e sono formati soltanto da stami che possono variare da due a dieci. Sono accompagnati da ghiandole nettarifere. Le piante maschili sono le più decorative perché, nonostante come abbiamo detto non abbiano petali, hanno dotato i loro fiori di colori sgargianti per attirare gli insetti e favorire l’impollinazione. Potremo quindi trovare amenti gialli, arancioni o rossi a seconda delle specie. I fiori femminili sono ugualmente privi di calice o corolla e consistono in un singolo ovario accompagnato da una piccola ghiandola che produce nettare per attirare gli insetti impollinatori.


Annaffiatura ed esposizione

I salici necessitano di annaffiature costanti e regolari, temono molto la siccità, infatti, spesso sono posti a dimora nei pressi di laghi o corsi d’acqua, in terreni costantemente bagnati. La pianta predilige posizioni soleggiate, in quanto in luoghi eccessivamente ombreggiati tende ad avere uno sviluppo stentato; non teme il freddo e sopporta senza problemi gelate molto intense e prolungate. Prediligono terreni ricchi e profondi, non eccessivamente drenanti; spesso possono essere posti a dimora in luoghi in cui molte altre essenze soffrirebbero, ovvero dove l’acqua ristagna ed il terreno è costantemente impregnato. La moltiplicazione avviene generalmente per talea, utilizzando gli apici semilegnosi dei rami; le talee di salice radicano con grande facilità. Attenzione a parassiti e malattie! I salici babylonica in particolar modo vengono spesso attaccati da rodilegno e cancri rameali; il legno è abbastanza fragile, quindi accade con frequenza che le ramificazioni più sottili si rompano.


Specie spontanee in Italia

salici Sono circa 30. È difficile però identificarle chiaramente perché sono piante che si ibridano con grande facilità, anche allo stato spontaneo.

Le più comuni sono:

- Salix alba o salice bianco

- Salix caprea

- S. Myrsinetis

- S. herbacea

- S. herbacea

- S. purpurea o salice rosso

- S. cinerea o salice cinerino

Si sono però anche spontaneizzate alcune specie di origine orientale come il S. viminalis e il S.babylonica (salice piangente).


Descrizione di alcune varietà

Salice bianco (salix alba)

Ha foglie lanceolate, lunghe fino a 10 cm e larghe 1,5, affusolate ad entrambi gli estremi. Da giovani portano una peluria argentata, poi diventano verdi nella pagina superiore e grigie o blu-verdi in quella inferiore.

La corteccia è grigio-marrone, profondamente fessurata. I fiori maschili e femminili sono molto piccoli, privi di petali, in amenti cilindrici. Quelli maschili sono gialli. I frutti sono a capsula, verdi di circa mezzo centimetro. I semi sono bianchi e cotonosi. È spontaneo in Asia occidentale e in Europa. Vive sulle sponde dei fiumi o nelle praterie vicino ai corsi d’acqua. L’albero può raggiungere i 25 m di altezza e di solito ha forma di colonna espansa.

Salice piangente della Cina (salix babylonica)

Ha foglie lanceolate lunghe fino a 10 cm e larghe 2, finemente seghettate al margine, bluastre verdi e pelose da giovani e poi lucide. I rami sono penduli, lucidi e marroni.

La corteccia è grigio-marrone. I fiori sono piccoli portati su amenti cilindrici. I maschili sono lunghi fino a 5 cm, gialli. I femminili raggiungono i 3 cm.

Proviene dalla Cina del Nord e attualmente non cresce spontaneo, ma solo coltivato. È molto comune in Africa, Asia ed Europa e quindi, in realtà, è molto difficile essere sicuri sulla sua provenienza originaria. Alcune varietà particolari sono: pekinensis (salice di Pechino, ha un portamento completamente eretto); tortuosa (salice dell’artiglio del drago, ha foglie e rami particolarmente contorti); pendula (con rami molto lunghi, penduli e fogliame molto denso).

Di solito raggiungono i 10-12 metri di altezza e hanno forma espansa piangente.

Salix x sepulcralis

Ha foglie strettamente lanceolate, lunghe 12 cm e larghe 2, seghettate al margine. Da giovani sono pelose poi assumono una colorazione blu- verde. La corteccia è grigio marrone, poco fessurata. Gli amenti sono lunghi fino a 7,5 cm. È un ibrido di origine orticola. Nasce dall’incrocio tra il salice bianco e il salice piangente cinese. Raggiunge circa i 20 metri ed ha forma espansa e piangente.

Salice fragile (salix fragilis)

Ha foglie lanceolate lunghe fino a 15 cm e larghe 3, con peluria argentata da giovani. Diventano poi verde scuro nella parte superiore e blu violetto in quella inferiore. La corteccia è grigio scuro con profonde fessurazioni.

Gli amenti sono cilindrici, di circa 6 cm. È originario dell’Europa e dell’Asia e vive sulle rive dei fiumi. Il suo nome fa riferimento al fatto che i suoi rami si staccano molto facilmente.

Può raggiungere i 15 metri ed ha una forma espansa.


Coltivazione salice

La coltivazione dei salici è piuttosto semplice, in ambiente adatto.

Radicano molto velocemente anche da rami caduti al suolo accidentalmente e si moltiplicano perciò molto velocemente tramite talea o margotta. Sono tutte piante molto rustiche e richiedono solo un terreno piuttosto umido e fertile. L’ideale perché attecchiscano è un suolo nudo, umido e piuttosto acido (pH da 5.5 a 7.5). Sarebbe consigliabile evitare di potarli perché perderebbero la loro forma naturale. È meglio procedere solo se la pianta diventa troppo grande o se siamo entrati in possesso di un esemplare inserito troppo a ridosso di un edificio.

Di solito vengono inseriti al bordo di corsi d’acqua o dove vi siano frequenti inondazioni: in questa maniera le loro radici rendono le rive più resistenti all’azione del movimento dell’acqua.

Bisogna notare però che bisogna assolutamente evitare di piantarli vicino alle abitazioni. Con l’andare del tempo le loro radici sono capaci di raggiungere le giunture tra i tubi per il drenaggio (soprattutto di quelli in metallo) dell’acqua e le fognature creando notevoli danni.

Dobbiamo inserirli nel giardino solo se disponiamo di ampi spazi e di grandi zone acquatiche lontano dalle case e da eventuali impianti.

Sono stati usati anche in Australia con lo scopo di bloccare l’erosione delle acque. Con il tempo, però, si sono enormemente riprodotti e sono diventati una minaccia per la flora autoctona. Per questo le autorità di quel paese stanno cercando di bloccarne la proliferazione sostituendoli con piante locali.


Utilizzi del salice

Utilizzi del salice I salici sono coltivati principalmente per scopi decorativi lungo corsi d’acqua o vicino ai laghi. Il più conosciuto sotto questo aspetto è il cosiddetto salice piangente (salix babylonica).

I rami di betulla sono stati usati già dall’uomo primitivo. Venivano impiegati per costruire canne da pesca o trappole per pesci.

Allora come oggi vengono usati per la produzione di ceste, cappelli, sedie e moltissimi oggetti ornamentali. Infatti i loro rami risultano molto lunghi e flessibili.

Sono molto utili anche per legare le viti ai loro sostegni.

Il legno è poco resistente e molto leggero. Viene usato per costruire cassette e imballaggi.

Viene però anche utilizzato per

- La produzione di biomasse o biocombustibile. È infatti molto tenuto in considerazione per la sua capacità di crescere velocemente.

- Per la produzione di polvere pirica


Medicina

Le qualità medicinali dei salici erano già note dagli Egizi. Si sapeva che la loro corteccia e le foglie erano un buon rimedio per la febbre e l’influenza. Infatti era stato notato diversi animali, quando erano evidentemente in cattiva salute, erano soliti andare a leccare la corteccia di queste piante. La salicina che è contenuta nelle foglie e nella corteccia dei salici è metabolizzata nel corpo umano come acido salicilico.

Nel 1897 Felix Hoffmann ha creato una versione sintetica della salicina, che dava anche meno problemi all’apparato digerente. Chiamò questo composto “Aspirina” che ha in seguito dato origine a tutta una serie di medicinali antinfiammatori non steroidei.


Salice piangente - Salix babylonica: L'uso del salice negli anni

Salice nel parco La pianta del Salice è originaria della Cina e arrivò in Europa nel 1692. Tanti gli usi e le proprietà benefiche scoperte nel corso del tempo e dalla varie zone che il Salice raggiunse: nell'antica Grecia la sua corteccia veniva usata come efficacie antimalarico e le sue foglie come foraggio per gli ovini. Sempre fin dai tempi antichi, era usato con successo anche contro i disturbi che necessitavano di astringenti e le sue foglie tritate e posizionate sulle piaghe fresche svolgevano un'azione emostatica. Durante il Medio Evo, l'uso più diffuso del Salice era quello di calmare l’ipereccitabilità sessuale, mentre il suo potere febbrifugo è stato riconosciuto soltanto alla fine del XVII secolo. Oltre che in fitoterapia, questo albero è utile oggi, grazie alla flessibilità dei suoi rami, anche per legare insieme parti diverse.



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