Bocca di leone - Antirrhinum majus
Pianta erbacea perenne coltivata come annuale originaria dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Questa pianta è rustica nel nostro paese, resistendo a temperature di alcuni gradi al di sotto dello zero, ma solitamente viene coltivata come annuale in quanto si sviluppa velocemente ma ha vita breve. Il fusto è carnoso, lignificato alla base, e può raggiungere i 100-120 cm di altezza; le foglie sono lanceolate, verde scuro. La particolarità di questa pianta sta senz'altro nei fiori, parzialmente tubolari, con due labelli, che si aprono premendo il fiore ai lati, ricordando la bocca di un leone o di un drago, sbocciano su lunghe spighe; i colori sono molti, dal giallo al rosso al rosa, esistono anche varietà bicolori e screziate. Il fiori lasciano il posto a baccelli legnosi che contengono numerosi semi fertili. Per avere fioriture più abbondanti levare gli steli di fiori appassiti, si consiglia anche di cimare le giovani piante per ottenere una crescita più compatta.
L’antirrhinum, noto col nome popolare di “bocca di leone” (o anche erba strega, fior del capriccio e lino dei muri) è un’erbacea perenne, coltivata però per lo più come annuale o biennale, originaria dell’Europa meridionale e del Nord Africa.
Il suo soprannome è legato alla forma del fiore, formato da una corolla a due lobi, che si arrotolano similmente a delle labbra
Il nome botanico, invece, deriva dal greco e significa “come un muso” anch’esso in riferimento alla forma del fiore.
È una pianta da sempre molto comune nei nostri giardini e terrazzi perché si adatta facilmente a differenti condizioni di esposizione e di suolo. Se pulita regolarmente è capace di fiorire da marzo fino ai primi geli donando sempre ai nostri spazi verdi grazia e vivacità
Il suo uso in giardino è dei più vari. Può essere inserita in miscugli di semi per praterie fiorite, oppure entrare a far parte di un’area rocciosa o ancora decorare dei vasi su di un terrazzo o su di un balcone.
- Il nome "bocca di leone" deriva dall'aspetto del fiore, che ricorda per un verso una bocca, per l'altro un naso di animale. La tradizione lo considera da sempre il fiore del capriccio; nel medioevo, i...
Del genere Antirrhinum fanno parte circa quaranta specie, tutte originarie del bacino del Mediterraneo. A livello orticolo in Italia e in Europa sono coltivate soltanto la specie majus e più raramente l’asarina e la glutinosum (anche la prima la fa assolutamente da padrona).
Trattandosi di una pianta molto popolare è stata, fin dagli esordi della botanica, utilizzata per creare nuove varietà e ibridi, caratterizzati per lo più da differenze nella colorazione, nel portamento e nelle dimensioni.
Attualmente possiamo suddividere le varietà di
bocca di leone a grandi fiori in tre grandi categorie.
Quelle nane (con altezza inferiore a 30 cm), quelle medie (che vanno dai 30 ai 70 cm) e le alte (che possono raggiungere anche i 120 cm).
Può essere classificata come pianta vivace, mediamente rustica. La temperatura minima che riesce a sopportare è -5°C. Per questo può essere trattata come perenne in tutto il Centro-Sud, mentre al Nord è per lo più considerata una annuale o al massimo una biennale.
Tende spesso a lignificare alla base e nella parte bassa risulta molto ramificata e cespugliosa Il fusto è liscio, ricco di foglie. Queste sono lanceolate-oblunghe, le inferiori sono opposite, le altre alterne. I fiori sono numerosi circondati nel punto di attacco di piccole brattee acuminate e sono disposti in una spiga molto densa all’inizio e poi espansa. Il calice è vellutato e ha 5 piccole divisioni. La corolla è lunga circa 5 cm con tubo rigonfio a forma di sacco alla base. Il labbro superiore in posizione verticale è diviso in due lobi ripiegati all’indietro.
Le piante di bocca di leone necessitano di essere coltivate in pieno sole per poter ottenere una buona fioritura; se si vogliono coltivare come piante perenni in inverno è consigliabile coprirle con tessuto non tessuto, per evitare che gelino.
La posizione ideale per questi fiori dovrebbe essere sempre ben calda e soleggiata. Ad ogni modo tollerano anche piuttosto bene la mezz’ombra, soprattutto le varietà selezionate negli ultimi anni e particolarmente resistenti alla ruggine.
Le annaffiature devono essere regolari, ma non troppo abbondanti, queste piante infatti preferiscono la siccità agli eccessi d'acqua, quindi attendere che il terreno sia ben asciutto tra un'annaffiatura e l'altra; in inverno lasciare le piante asciutte o quasi. Fornire concime per piante da fiore ogni 20-25 giorni, sciolto nell'acqua delle annaffiature. Le piante di bocca di leone, per rimanere belle e fiorire per tutta la stagione, necessitano di abbondanti irrigazioni. Naturalmente più viviamo in una zona calda e siccitosa e più dovremo intervenire. Procediamo ogni volta che vediamo la superficie del terreno secca, badando soltanto a non creare ristagni persistenti e a bagnare il meno possibile le foglie, specie quelle basse.
Il momento migliore per questo lavoro è sempre la mattina: in questa maniera l’acqua verrà assorbita immediatamente dalla pianta e quella rimanente evaporerà con l’arrivo del sole. La sera, invece, si rischia di aumentare inutilmente l’umidità, favorendo l’avvento delle crittogame.
In vaso le irrigazioni dovranno essere ancora più frequenti e, soprattutto in estate, praticamente quotidiane (specie nelle regioni meridionali).
Durante l’inverno invece, se decidiamo di ritirare le piante, sarà bene dilazionare il più possibile gli interventi, controllando soltanto che il substrato non si asciughi completamente.
Questa pianta ama terreni sciolti, ben drenati e ricchi di materia organica, anche se cresce senza problemi in qualsiasi terreno; utilizzare un buon terriccio universale bilanciato. Cresce bene praticamente ovunque, vanno solo evitati i terreni acquitrinosi o troppo compatti. Per il resto è molto adattabile, anche se predilige in maniera particolare quei suoli caratterizzati da una buona quantità di calcio (per esempio le zone sassose o anche i muri). Infatti questi hanno l’importante caratteristica di riscaldarsi velocemente all’arrivo della primavera favorendo sia lo sviluppo sia la fioritura di questa erbacea.
Se l’acidità fosse troppo alta possiamo eventualmente correggerla inglobando un po’ di calce.
Avviene per seme, e si pratica in primavera o in inverno seminando in letto caldo in febbraio-marzo, oppure all'aperto in aprile-maggio; le giovani piante si pongono a dimora a partire da maggio. Talvolta le piante di bocca di leone si autoseminano, producendo spontaneamente nuove piante dai semi dell'anno precedente.
Il metodo più semplice e veloce per ottenere delle piantine è senza dubbio la semina. Sul mercato oggi si possono trovare bustine con cultivar per tutte le esigenze, specialmente presso i rivenditori specializzati. Scegliamo, se possibile, varietà selezionate per essere resistenti alla ruggine e di dimensioni adatte al nostro uso.
Spesso gli afidi neri attaccano gli esemplari di bocca di leone rovinando completamente le spighe di fiori; questa pianta teme particolarmente le malattie fungine e, in presenza di ristagni idrici, il marciume radicale.
Le
bocche di leone erano un tempo molto sensibili alla ruggine. Gli ibridatori si sono però sforzati di creare delle varietà resistenti. Affidiamoci quindi a vivai specializzati quando acquistiamo piantine o semi.
Ad ogni modo, se dovesse comparire, possiamo trattare con anticrittogamici specifici. Evitiamo comunque l’ombra e l’eccessiva umidità stagnante.
Può comparire anche l’oidio, specialmente in autunno. Utilizziamo anche in questo caso prodotti specifici, rimuoviamo le parti colpite e evitiamo di bagnare le foglie e i fusti.
Qualche problema può essere anche causato dalle limacce. Proteggiamo le piante con granuli specifici o tramite trappole con birra .
Altre cure
Per prolungare la fioritura e mantenere sempre vitali gli individui è bene dedicarsi con costanza alla rimozione delle corolle appassite.
Se acquistiamo le piantine presso un vivaio possiamo metterle a dimora a partire da aprile nelle regioni settentrionali. Al Centro-Sud, invece, si può cominciare anche dall’inizio di marzo, sempre assicurandosi che non debbano ancora arrivare gelate persistenti.
Lavoriamo prima bene il terreno in profondità, evitando però di inglobare compost o stallatico. Un’eccessiva ricchezza del substrato rende queste piante più fragili e meno fiorifere.
La distanza tra gli esemplari deve andare da 10 a 30 cm circa, conformemente alle dimensioni finali che dovranno raggiungere (controlliamo sul cartellino o sulla bustina di semi).
Se vogliamo coltivare le piante di bocca di leone in vaso dovremo creare una composta molto drenante. L’ideale è mescolare l’80% di terriccio per piante fiorite e 20% di sabbia grossolana. Eventualmente possiamo anche inglobarvi una manciata di agriperlite, per alleggerire ulteriormente il tutto. Chiaramente è sempre importante, sul fondo del contenitore, creare un buon strato drenante. In questo caso l’ideale è approntarlo con della ghiaia. In alternativa possono andare bene anche delle biglie di vetro o delle perle di argilla espansa.
Quando seminare?
Se viviamo al Nord e procedendo in casa (in un ambiente mediamente caldo e luminoso) o in serra riscaldata possiamo cominciare a seminare già a gennaio-febbraio.
Al Centro o al Sud, invece, è addirittura consigliabile seminare verso settembre-ottobre. In questa maniera in primavera avremo esemplari già completamente formati e otterremo una fioritura precocissima.
Come?Si possono utilizzare dei lettorini o dei vassoi alveolari. Dopo averli riempiti con una composta molto leggera inseriremo i semi, mescolandoli preventivamente con della sabbia in maniera che non cadano troppo ravvicinati gli uni agli altri. Essendo piuttosto piccoli è sconsigliato ricoprirli troppo. Utilizziamo al massimo della sabbia molto fine.
Inseriamo il tutto in una bacinella con un centimetro di acqua, vaporizziamo delicatamente la superficie e chiudiamo con della plastica trasparente. La germinazione avviene generalmente nel giro di una settimana e le piantine eventualmente da ripicchettare possono essere movimentate quando raggiungono la terza foglia vera. Si deve a quel punto procedere anche con svariate cimature, in maniera da stimolare un buona accestimento e conseguentemente ottenere abbondanti fioriture.
Chiaramente con l’avanzare della stagione si può poi cominciare a seminare anche direttamente a dimora, ottenendo così fioriture scalari e un giardino sempre al massimo dello splendore.
Le bocche di leone, inoltre,si auto disseminano con una certa facilità. È quindi del tutto probabile ritrovarsi da un anno all’altro piantine sparse nel giardino. Possiamo, se vogliamo, intervenire per tempo e spostarle dove più ci aggrada. Ricordiamoci però che quasi sicuramente saranno di colorazioni e dimensioni diverse da quelle dei loro progenitori.
VARIETÁ DI BOCCHE DI LEONE |
Antirrhinum majus 'Tom Pouce' | Vari | 20 cm | Nana |
Antirrhinum majus 'Black Prince' | Rossi | 40 cm | Fogliame color bronzo |
Antirrhinum majus 'Madame Butterfly' | Vari | 80 cm | Fiori molto grandi e doppi |
Antirrhinum majus 'Grand Loup' | Vari | 120 cm | Vigorosa |
Antirrhinum majus 'Majestic' | Vari | 30 cm | nana |
Antirrhinum majus 'Rocket' | vari | 100 cm | Fiori molto grandi, anche da fiore reciso |
Antirrhinum majus ‘Magic Carpet | vari | 15 cm | Portamento prostrato |
Si può praticare quando si vuole mantenere una bella varietà, visto che la moltiplicazione tramite seme non garantisce il mantenimento delle qualità peculiari.
Si consiglia di procedere nel mese di settembre. Si prelevano getti erbacei e li si inserisce in terriccio mescolato a sabbia, mantenendoli ad una temperatura di circa 20-25°C in una zona molto luminosa, fino a quando non sarà avvenuta la radicazione. In seguito, all’arrivo dell’inverno, si sposteranno in un locale riparato dal gelo.
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La bocca di leone è una pianta erbacea dalla forma particolare; il suo nome scientifico è Antirrhinum majus, appartiene
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