Iris bulbosi
Al Genere Iris appartengono circa 200 specie di piante perenni, bulbose e rizomatose, diffuse in natura in Europa, Africa e Asia, ed i molteplici ibridi creati dall’uomo nel corso dei decenni passati. Tra le varie specie le differenze sono decisamente molto evidenti, tanto che molti autori hanno suddiviso il genere in diversi sottogeneri, in modo da poter meglio descrivere le caratteristiche di queste piante. Tutti gli esemplari di questo genere hanno particolari fiori, suddivisi in si sezioni, tre rivolte verso l’alto, e tre rivolte verso il basso, o parallele al terreno, con i tepali spesso dotati di labelli, e colore vario, dal giallo, al viola intenso. Nei giardini italiani molto apprezzati sono gli iris barbata, ovvero quelli con radice rizomatosa, che fioriscono in primavera inoltrata, e producono grandi foglie a spada, di colore grigio verde, e grandi fiori con tepali enormi, dagli apici ricadenti. Negli ultimi anni si stanno molto diffondendo in coltivazione anche gli iris bulbosi, che presentano fiori più piccoli rispetto a quelli della varietà barbata, spesso (ma non sempre) con tepali paralleli al terreno, privi dal labello ricadente tipico della varietà barbata.
Questi iris producono appunto piccoli bulbi allungati, che con il passare degli anni tendono ad accestire, producendo dei piccoli mazzetti di bulbi; la maggior parte degli iris bulbosi produce sottili foglie, a sezione cilindrica, o nastriformi, allungate, di colore verde chiaro. Spesso i fiori sbocciano prima del fogliame, soprattutto nelle specie che fioriscono a fine inverno. I fiori sono sostenuti da un fusto rigido ed eretto, che porta un singolo fiore; rispetto agli I. barbata, i fiori degli esemplari bulbosi sono di dimensioni minori, ma l’aspetto è decisamente gradevole. Esistono ovviamente ibridi e varietà cultivar, di solito nane, in modo da rendere questi fiori coltivabili anche in vaso sul terrazzo, o anche con fiori dai colori particolari.
Fiore di piccole dimensioni, originario della Turchia, fiorisce a fine inverno, producendo grandi fiori giallo oro, profumati, su fusti alti solo 15-25 cm; di facile coltivazione, sono molto rustici, e prediligono posizioni soleggiate, con un terreno soffice, molto ben drenato. Sopportano senza problemi la siccità, e dopo la fioritura i bulbi tendono subito a produrre nuovi bulbilli; questo causa spesso una sovrappopolazione, che non permette ai bulbi di rifiorire ogni anno. Per questo motivo, di solito si staccano tende a porre a dimora nuovi bulbi ogni anno, in modo da lasciare il tempo ai bulbilli di maturare per la fioritura, senza che l’aiuola resti spoglia per un paio di anni.
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Pianta bulbosa di origine Asiatica, in particolare proviene dall’Afghanistan e dalle zone circostanti. Produce foglie ampie, dall’aspetto ceroso, leggermente coriacee, che si sviluppano lungo un fusto spesso; a fine inverno o inizio primavera all’ascella fogliare sbocciano grandi fiori gialli, o bicolori, gialli e bianchi. La fioritura è abbastanza prolungata e ogni singolo bulbo può produrre molti fiori; esistono varietà profumate. Questi fiori prediligono posizioni soleggiate, con un terreno ben drenato e necessitano di poche cure.
Pianta originaria della Siria, della Turchia e dell’Iran; ha aspetto molto simile ad iris Bucharica, e infatti le due specie sono riunite nello stesso sottogenere, chiamato Juno; produce quindi un fusto eretto, con grandi foglie carnose, di colore verde chiaro. In primavera produce grandi fiori blu, o azzurri, o blu scuro, spesso con zonature gialle o bianche, sui petali rivolti verso il basso. I fiori di questi esemplari sono profumati.
Uno degli risi bulbosi più diffusi in coltivazione in Italia, appartiene al sottogenere Hermodactyloides; i piccoli bulbi tendono ad accestire, creando aiuole di sottili foglie a sezione cilindrica, che ricordano grandi foglie d’era; a fine inverno, tra le foglie si ergono fusti carnosi, alti 15-20 cm, che portano grandi fiori blu, con zonature gialle o arancio sui petali rivolti verso il basso. Esistono molte varietà ibride di iris reticulata, anche con fiori azzurri, bianchi, gialli, viola, porpora scuro.
Pianta bulbosa originaria della Spagna e della zona dei Pirenei; è conosciuto anche come iris inglese, a causa del fatto che colui che li classificò per la prima volta li vide in Inghilterra e non nella zona d’origine. Hanno fiori grandi, di colore blu-viola, con i petali nella parte bassa molto allargati, a ricordare un poco gli iris barbata. Producono sottili fusti eretti, alti fino a 45-65 cm, con lunghe foglie a spada, di colore verde chiaro. Anche questi esemplari fioriscono a fine inverno, e spesso le piante cominciano a germogliare quando il clima è ancora decisamente molto rigido.
Sono moltissime le specie di iris bulbosi n natura, ma in vivaio in effetti se ne trovano ben poche, la gran parte delle quali poi sono ibridi; per questo motivo, nonostante le tante specie esistenti in natura, e quindi le diverse esigenze possibili, possiamo indicare un metodo generale di coltivazione di queste piante, visto che quelle che troveremo in vivaio apparterranno alle specie che possono tranquillamente venire coltivate nei nostri giardini. Se invece decidiamo di cominciare una collezione di esemplari di specie particolari, dovremo informarci sulle esigenze particolari di ogni singola specie.
Tipicamente gli I. bulbosi hanno bulbi abbastanza grandi e carnosi, che vanno piantati preferibilmente in gruppi, in modo d dare origine ad una macchia di fiori; si pongono a dimora in luogo soleggiato, lontano dall’ombra, in un terreno molto ben drenato, soffice, e abbastanza fertile; evitiamo i terreni troppo pensanti ed argillosi, perché oltre a soffocare lo sviluppo dei bulbi, possono favorire il ristagno idrico, che porta allo svilupparsi di funghi dannosi. Questi bulbi si pongono a dimora in autunno, a circa due o tre volte il loro diametro di profondità, e lasciando lo spazio di un bulbo attorno ad ognuno di essi; le annaffiature in genere non sono necessarie, in quanto in autunno e in primavera le piogge ci sono d’aiuto; è chiaro che se la stagione dovesse essere particolarmente siccitosa in primavera, quando vediamo i primi germogli, dovremo annaffiare leggermente, evitando di lasciar il terreno asciutto a lungo. Dopo la fioritura, annaffiamo le foglie almeno una volta alla settimana, aggiungendo, ogni 15 giorni, del fertilizzante per piante da fiore all’acqua delle annaffiature. Dopo che le foglie sono disseccate, la pianta entra in riposo vegetativo; in questo periodo evitiamo di annaffiare e lasciamo i bulbi a riposo. Possiamo coltivare gli iris anche in vaso, soprattutto le specie più piccole, che non superano i 15-20 cm di altezza; ricordiamoci però che, se in giardino gli iris possono venire lasciati indisturbati per anni, in vaso sarebbe opportuno levarli dal terreno in estate, e riposizionarli a dimora in autunno, selezionando solo i bulbi più grossi e spaziandoli convenientemente.
Di solito queste piante non vengono colpite da parassiti, anche perché il loro periodo di maggiore sviluppo è la fine dell’inverno, quando il clima è troppo rigido per afidi ed acari; il problema che più spesso si verifica è legato allo sviluppo di malattie fungine, che si presentano però solo se i bulbi vengono coltivati in un terreno decisamente poco drenante, o in un clima molto umido. Le eccessive annaffiature sono dannose soprattutto durante l’estate, quando i bulbi sono in completo riposo vegetativo, e possono marcire completamente senza che neppure ce ne accorgiamo. Gli iris bulbosi sono anche soggetti al mal dell’inchiostro, anche se in genere le nuove varietà ibride sono resistenti alla malattia; si manifesta con maculature scure, anche nere, sul fogliame, e con un conseguente deperimento di tutta la pianta. Se dovessimo notarlo, estirpiamo la pianta colpita e bruciamola.
Come detto prima, gli iris bulbosi tendono ad accestire con grande facilità; quindi, se poniamo a dimora un singolo bulbo, dopo un paio di anni ci troveremo con una piccola macchia di bulbi, tutti di dimensioni diverse; per poter fiorire i bulbi devono avere le giuste dimensioni e devono poter godere di un poco di spazio; quindi risulta assai semplice propagare questi bulbi semplicemente prelevandoli dal terreno, in estate, e riposizionandoli più allargati; chiaro che i bulbilli più piccoli impiegheranno qualche anno prima di poter fiorire. Questi bulbi possono venire propagati anche per seme, ma la maggior parte degli iris bulbosi in commercio sono ibridi, e quindi con buona probabilità ci troveremo con piante che producono fiori diversi da quelli della pianta madre; oltre a questo, una bulbosa ottenuta da seme impiegherà circa un paio di anni per produrre un bulbo, e altrettanti per allargarlo a sufficienza da poter fiorire.