Il frutteto a marzo
Con il mese di marzo ci avviamo, in tutte le regioni italiane, verso la fine dell’inverno. Al Sud e sulle coste le temperature possono essere già abbastanza alte; al Nord e sulle alture anche durante le ore notturne le gelate si fanno sempre meno probabili. È uno dei momenti più importanti anno: il meteo favorevole e la presenza di molti insetti impollinatori, durante la fioritura, sono un punto di partenza indispensabile.
I lavori nel frutteto sono molti: prevenzione dei patogeni, concimazione, ultime potature e innesti. Chi si occupa della campagna non avrà certamente tempo da perdere!
In quasi tutta Italia il grosso del lavoro dovrebbe essere stato portato a termine nel mese di febbraio. La prima decade di marzo è però ancora un periodo valido, specialmente se viviamo in altura o se il meteo è stato particolarmente sfavorevole e gli alberi sono ancora in dormienza. Possiamo intervenire anche sugli eventuali polloni radicali prodotti dagli esemplari innestati. Al termine delle operazioni ricordiamoci di effettuare un trattamento con un rameico (possibilmente poltiglia bordolese): eviteremo l’insinuarsi di patologie. È ancora un buon momento per dedicarsi agli innesti su gran parte dei fruttiferi: i metodi ideali da applicare sono lo spacco, il triangolo e la corona a seconda delle nostre preferenze e dell’esemplare specifico.
Con l’aumento delle temperature i patogeni cominciano a comparire. Dobbiamo temere il caldo in abbinamento all’umidità persistente: questa condizione favorisce la diffusione di crittogame specifiche di pomacee e drupacee. Frequente è l’oidio sul melo: va combattuto dalla fine della fioritura trattando a più riprese con zolfo o prodotti specifici (se negli anni precedenti ci sono stati forti attacchi).
Sulle drupacee, a bottone rosa, bisogna fare ancora un passaggio con ossicloruro di rame per contrastare la bolla e altre patologie: in seguito questo prodotto risulterebbe fitotossico. Sulle altre piante è possibile distribuirlo anche in seguito: è ottimo per la prevenzione di ticchiolatura e maculatura bruna.
Sempre sulle drupacee teniamo sotto controllo la moniliosi, con prodotti specifici, ad inizio fioritura.
È ancora possibile, su tutti i fruttiferi, fare un trattamento con olio bianco: utile contro le forme svernanti e, sugli agrumi, per la lotta alla cocciniglia.
È fondamentale per sostenere lo sviluppo delle giovani piante e garantire un ottimo raccolto in quelle che hanno raggiunto la dimensione definitiva.
Di solito è già stata fatta una buona concimazione organica nei mesi autunnali, ma, se disponiamo di un ammendante ben stagionato, possiamo ripetere o eventualmente integrare.
In quasi tutti i casi è invece consigliabile distribuire anche una dose di fertilizzante specifico per orto e frutteto (o concimi semplici in dosi specifiche, da studiare singolarmente). Nel frutteto familiare, per rendere le operazioni più semplici e meno rischiose, possiamo puntare su un prodotto universale a lenta cessione: eviterà le bruciature, garantendo una nutrizione completa di macro e microelementi per almeno tre mesi. Atteniamoci alle dosi consigliate dal produttore.
In questo periodo continua solamente la raccolta degli agrumi: bisogna maneggiare e trasportare questi frutti sempre con grande delicatezza in quanto facile preda di muffe.
È il momento però di terminare la frutta che avevamo accumulato in cantine e garage: mele, pere e cachi andranno incontro a veloce deperimento. Approfittiamo delle belle giornate per pulire e arieggiare i locali, preparandoli alla bella stagione.
Dobbiamo anche tenere d’occhio i fruttiferi di recente impianto: in caso di siccità è bene irrigare abbondantemente almeno ogni 15 giorni. È d’altra parte ancora possibile mettere a dimora alberi a radice nuda o con una piccola zolla, a patto che non abbiano assolutamente cominciato a vegetare: sotto questo aspetto le pomacee sono le più resistenti.
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