Il frutteto nel mese di febbraio
Con febbraio ci avviamo verso la fine dell’inverno: le giornate cominciano ad allungarsi e le temperature, soprattutto quelle diurne, non sono più così estreme. Non bisogna però essere troppo ottimisti: è proprio in questo periodo che, spesso, vi sono le nevicate più abbondanti. Gli alberi, inoltre, possono essere indotti a vegetare dal caldo e da precoci potature per poi venire poi danneggiati da gelate improvvise. Bisogna quindi agire con prudenza, valutando il nostro microclima e ponendo particolare attenzione alle previsioni meteo.
Prima di cominciare, bisogna valutare con attenzione il nostro clima. Di solito, nelle regioni meridionali e costiere, queste operazioni possono essere intraprese già nella prima decade; in zone più fredde si consiglia invece di attendere la seconda o la terza o rimandare ai primi di aprile (specialmente sulle alture). Ovunque è imprescindibile scegliere giornate calde e asciutte, a distanza di alcuni giorni dall’ultima pioggia.
Possiamo operare sulla maggior parte delle essenze, in particolare su quelle che fruttificheranno tra la primavera e l’autunno: pomacee, drupacee e piccoli frutti. Ricordiamoci di eliminare con cura tutte le parti compromesse da patogeni (bruciandole, se possibile).
È un buon periodo anche per gli innesti, soprattutto a triangolo e a spacco e controlliamo gli interventi operati nell’estate e autunno precedenti.
Il periodo ideale per i nuovi inserimenti va da metà autunno all’inizio della primavera, ad eccezione dei mesi di freddo intenso. Nelle aree miti possiamo riprendere questa attività dalla prima decade, altrove è bene aspettare almeno la terza. Per i grandi impianti consigliamo di arare l’intera area, inglobando una buona quantità di stallatico stagionato: miglioreremo la tessitura del terreno e l’attività biologica. Valutiamo inoltre, specialmente per le drupacee, che vi sia un buon drenaggio: un suolo compatto è spesso causa di patogeni radicali e del colletto. In quel caso inglobiamo anche sabbia, per alleggerire e aerare.
Nel caso di singoli impianti limitiamoci a scavare delle buche, larghe e profonde almeno 50 cm e scassiamo” le pareti in profondità, con l’aiuto di un forcone. Ricordiamoci poi di mantenere il colletto a livello del terreno.
È il periodo ideale per effettuare i trattamenti preventivi. Grazie all’assenza delle foglie possiamo valutare attentamente lo stato della corteccia e dei rami, eliminando parti che risultino compromesse e frutti marci delle annate precedenti. Le temperature inoltre non sono più così fredde (attendiamo che si superino gli 8°C diurni) ed è possibile procedere con diversi fitofarmaci.
Quasi tutti i fruttiferi (ancor di più quelli appena potati) traggono beneficio da un trattamento con un rameico, evitando però la pioggia prima o dopo. Molto utile è anche una passata di olio bianco attivato da un insetticida per gli stadi svernanti ( a distanza di almeno 20 giorni dal rame).
Questi interventi ci consentiranno di ridurre notevolmente l’impatto dei patogeni più frequenti.
I frutti che giungono a maturazione a febbraio sono ancora pochi: solo nelle regioni meridionali si procede con la raccolta degli agrumi, in particolare di mandarini, aranci e limoni.
È il momento invece di dare nutrimento ai fruttiferi, per garantirci un buon sviluppo e abbondante produzione. Se in autunno abbiamo privilegiato la concimazione organica, ideale per migliorare il terreno fisicamente e biologicamente, adesso è il momento di distribuire un buon prodotto di sintesi ricco di macro e micronutrienti. Vi sono in commercio buoni prodotti a lenta cessione: seguendo le istruzioni per ogni singolo fruttifero avremo una nutrizione costante e graduale, garantita per almeno 3 mesi. In alternativa possiamo prendere in considerazione prodotti specifici. Ricordiamoci inoltre di opportune integrazioni nel caso le annate precedenti si fossero verificate delle carenze.