Litocollete del melo
Appartiene all'ordine dei lepidotteri ed è classificato sotto la specie "Phyllonorycter Blancardella F.". Questo insetto minatore fogliare è una farfalla con apertura alare di circa 5-10 millimetri: il corpo delle larve ha una colorazione bianco-giallastro, mentre l'individuo adulto possiede ali sfrangiate color ocra con fasce trasversali bianco-argento o con striature bruno-rossastre. Le uova, deposte in piccole placche sotto le foglie, sono quasi trasparenti, e ciò ne rende estremamente difficile l'individuazione. L'insetto trascorre l'inverno sulle foglie allo stato di crisalide e raggiunge lo stadio adulto all'inizio della primavera. Il ciclo biologico annuale prevede quattro generazioni, che si succedono da marzo alla fine dell'estate: l'ultima generazione produce le crisalidi svernanti.
Il danno prodotto interessa le foglie della pianta: qui, la larva scava lunghe gallerie dette "pticonomi" allo scopo di nutrirsi del tessuto fogliare. L'attività di scavo dell'insetto ha un andamento caratteristico in seguito al quale la foglia assume una forma convessa increspandosi al centro: la larva, infatti, tesse una trama trasversale fra i due margini della galleria, causando una tensione che inarca la foglia e provoca il distacco della superficie. In caso di forte infestazione può verificarsi una importante filloptosi, ma generalmente provoca danni meno ingenti rispetto al Cemiostoma: le foglie, infatti, anche se seriamente danneggiate dalla presenza delle mine, hanno una minore tendenza a cadere e rimangono spesso attaccate alla pianta. Le infestazioni, inoltre, interessano una quantità di foglie piuttosto limitata, e ciò permette di debellare il parassita con più facilità rispetto ad altre malattie degli alberi da frutta.
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Per individuare l'eventuale presenza di Litocollete del melo è sufficiente esaminare le foglie della pianta. In seguito all'attività di scavo del parassita, infatti, le foglie del melo appaiono intaccate da macchie leggermente rigonfie e dalla forma ovoidale, localizzate sulla parte superiore dello strato fogliare. La foglia assume un aspetto incurvato, lievemente convesso; lo strato inferiore risulta sollevato. Quando l'infestazione è ad uno stadio ormai avanzato le foglie, devitalizzate dalla continua corrosione dei tessuti, tendono a cadere; in altri casi, l'attività del parassita non determina una vera e propria filloptosi, e la maggior parte delle foglie resta attaccata alla pianta. Ciò consente di intervenire in modo tempestivo, poiché questo parassita produce danni molto limitati rispetto a quelli prodotti da altre tipologie di parassiti.
Per debellare il Litocollete del melo, la strategia più efficace consiste nelle stesse procedure previste per la lotta al Cemiostoma: i due parassiti presentano cicli biologici molto somiglianti, e ciò consente di utilizzare un unico trattamento per entrambi. Prima di intervenire è comunque necessario procedere agli opportuni rilevamenti tramite campionamento delle foglie e trappole sessuali, per poter stabilire l'esatta entità del danno. Attraverso la raccolta e l'esame di una certa quantità di foglie dai meli del frutteto, il campionamento consente di conoscere la percentuale di arbusti infestati; la cattura di un certo numero di esemplari adulti con le trappole permette invece di pianificare le strategie più adatte ad inibire lo sviluppo della generazione successiva. Si può poi intervenire con l'uso di prodotti chimici o utilizzando i "nemici naturali" del Litocollete, come gli "Imenotteri Braconidi", parassiti che attaccano le larve direttamente dentro le mine.