L’insalata è una delle verdure più coltivate nell’orto, grazie alla semplicità con cui possiamo ottenere tenere foglie, che raccoglieremo sempre fresche di giorno in giorno. Distinguiamo due tipi di insalata, quella da taglio e quella da cespo. Dopo aver preparato l’appezzamento di terreno in cui coltivare l’insalata, lavorandolo a fondo ed arricchendolo con dello stallatico, andiamo ad inumidire lo strato superficiale, annaffiando abbondantemente. Quindi procediamo alla semina. L’insalata da taglio si semina a spaglio, quindi si spargono le sementi su tutto l’appezzamento, avendo cura di non ammucchiarle e di spargerle in maniera uniforme. Possiamo seminare un solo tipo di insalata, oppure miscelare foglie diverse, aggiungendo alla comune lattuga anche delle piante aromatiche, come dragoncello o rucola; in questo modo creeremo gustose misticanze. Dopo aver sparso le sementi premiamole leggermente con l’aiuto della vanga, per fare in modo che i semi aderiscano al terreno; quindi manteniamo il terreno umido fino a completa germinazione; quando le foglie sono alte almeno 4-7 cm potremo consumarle tagliandole alla base. Per un raccolto continuo e sempre fresco possiamo seminare piccoli appezzamenti a scalare, a distanza di circa 12-15 giorni tra una semina e l’altra. Le insalate da cespo invece vengono seminate in filari, distanti circa 25-35 cm gli uni dagli altri; anche questi semi vanno mantenuti umidi fino a germinazione; una volta germogliate le piantine è bene diradarle, in modo da mantenere solo le più robuste. Raccoglieremo l’insalata quando avrà prodotto dei cespi rigonfi. In commercio sono disponibili anche delle giovani piantine di insalata da cespo; queste piante vengono poste subito a dimora, distanziandole di circa 25-35 cm, e vengono raccolte solo quando il cespo è ben sviluppato. Anche nel caso delle insalate da cespo possiamo praticare semine o trapianti a scalare, in modo che i vari cespi siano pronti per il raccolto in un arco di tempo più ampio.
La coltivazione delle insalate è tra quelle che danno più soddisfazione all’interno di un orto casalingo.
Sia in estate sia in inverno sono capaci di donare un tocco di freschezza alla nostra tavola. In fin dei conti richiedono poco spazio e cure non eccessive. L’importante è evitare, specie se siamo pochi in famiglia, di seminarne o metterne a dimora quantità eccessive perché in questa maniera si rischia che molte vadano a seme con conseguente spreco di prodotto e di lavoro.
L’ideale sarebbe imparare a seminarle e dedicarsi a questa pratica una volta alla settimana, mettendone a dimora poche per volta e sostituendole, una volta pronte, con piantine nuove.
Per evitare che vadano a seme velocemente è anche importante scegliere con accuratezza il tipo di insalata, adattandosi al periodo dell’anno e alle temperature.
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Le lattughe più ampiamente coltivate si possono ascrivere principalmente a cinque tipi differenti in base alle loro dimensioni, forma e sviluppo. Dal punto di vista della tecnica colturale, invece, risultano piuttosto simili. Le tipologie sono:
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A cappuccio varietà di facile coltivazione che forma un cuore rotondo e soffice di sapore intermedio
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Romana di cui fanno parte le varietà erette le cui foglie hanno forma allungata. Risultano più saporite e il cuore è più dolce..
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Riccia tollerano molto bene il secco e il caldo e sono quindi l’ideale per l’estate. In questo periodo infatti sono quelle che vanno a seme più lentamente. Tra queste la iceberg ha bisogno di più spazio e acqua per crescere. Vi sono però cultivar denominate “mini-iceberg” più adatte agli orti famigliari.
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Foglie corte hanno un piccolo cuore molto dolce e croccante. Sono molto rapide nella crescita e quindi ideali per il consumo personale.
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da taglio sono disponibili in molte variabili. Il vantaggio di questa tipologia di insalata è che, più delle altre, tende a ricacciare. Non è quindi necessario seminare più volte. Hanno foglie più o meno grandi e di svariati colori, ma il sapore spesso lascia a desiderare. Uno svantaggio è senza dubbio il fatto che è quasi impossibile coltivarle utilizzando una pacciamatura in plastica. Diventa quindi più laborioso tenere pulito il terreno e alle volte si rischia di raccogliere insieme delle infestanti.
Le lattughe vanno seminate ad intervalli regolari in modo da raccogliere le foglie o i cespi per tutto l’anno. È importante per ogni periodo scegliere la varietà più adatta. Per esempio all’avvicinarsi dell’estate è bene prediligere le cultivar a foglia riccia.
Il ciclo delle lattughe, infatti, viene influenzato in particolar modo dalle ore di luce a disposizione e dalla differenza di temperatura tra il giorno e la notte.
Le ore di luce abbondanti e la minore escursione termica inducono fortemente alcune tipologie ad andare a seme (per esempio la lattuga a cappuccio). Altre invece, come quelle ricce, riescono a resistere maggiormente e quindi durante l’estate diventa più facile la loro gestione, specie dove la raccolta deve per forza essere scalare, a causa della limitata richiesta.
La semina può essere effettuata sia in pieno campo sia in vasetti o appositi vassoi alveolari. L’ideale sarebbe prendere l’abitudine di seminare una volta alla settimana in maniera da avere sempre piantine pronte per sostituire quelle appena prelevate.
In pieno campo bisogna, dopo aver lavorato attentamente il terreno e averlo arricchito con ammendanti organici, scavare piccoli solchi profondi circa 1 cm. In questi andranno inseriti i semi da ricoprirsi con un leggero strato di terra. Seguirà un’irrigazione abbondante, ma molto vaporizzata (per evitare che l’acqua smuova terriccio e semi). Una volta avvenuta la germinazione bisognerà diradare le piantine lasciando soltanto quelle più forti.
Per le varietà piccole i solchi vanno distanziati di 25 cm, 30 per quelle medie e 35 per la romana e la iceberg. Sulla fila invece le distanze devono essere di 15, 20 e 25 cm.
Se si decide di seminare in vasetti o vassoi alveolari bisognerà riempirli con terriccio leggero ma ricco e porre in ognuno tre semi creando un triangolo. Il tutto andrà ricoperto con un sottile strato di vermiculite. Si dovrà poi tenere il tutto in una serretta vaporizzando abbondantemente e spesso. Ricordiamoci però anche di aerare per evitare l’insorgere di muffe radicali e del colletto. Una volta che le piantine sono spuntate dovremo lasciarne soltanto una per vasetto. Al momento del trapianto si preleverà la piantina con tutto il suo pane di terra e la si metterà a dimora in piena terra creando un foro con un piantatore.
Chiaramente le piantine possono essere anche acquistate presso i rivenditori specializzati. Purtroppo, però, nei vassoi spesso ci sono moltissime piantine (si va in genere dalle 9 alle 12): metterle tutte a dimora comporta spesso poi che alcune vadano a seme.
Il terreno per le lattughe deve essere fertile e assolato. Le colture estive, ad ogni modo, gradiscono anche una leggera ombra.
Irrigazioni in mancanza di piogge (o se ci si serve di un impianto di irrigazione a goccia coadiuvato da una pacciamatura con film plastico) sarà bene irrigare una volta ogni 10 giorni. L’ideale sono circa 12 litri di acqua per metro quadrato. Cerchiamo di non esagerare perché l’eccessiva acqua induce la fioritura.
Raccolta di solito, anche a seconda del clima e della cultivar, le insalate sono pronte per il consumo in 3-6 settimane. L’ideale è cogliere l’intero cespo lasciando circa 5 cm di gambo in maniera che la pianta possa eventualmente ricacciare. In genere si può raccogliere dallo stesso cespo dalle due alle tre volte. Se preferite però potete eliminare totalmente la pianta e sostituirla con una nuova.
Le cicorie e le indivie sono insalate particolarmente resistenti al freddo. Alcune possono resistere anche a temperature di circa -7°C e ne traggono giovamento divenendo più croccanti e dolci.
Tra le scarole possiamo ricordare la gigante degli ortolani, la full heart, la cornetto di Bordeaux. Varietà ricce invece sono la Pancalieri a costa bianca, la Romanesca, la riccia d’inverno, la Saint Laurent, la Gloire de l’exposition e la riccia cuore d’oro.
Le varietà di cicoria sono tantissime e si distinguono in base al colore delle foglie, all’epoca di maturazione e alla modalità di raccolta.
Alcune varietà di pregio sono: cicoria di Bruxelles, grumolo biondo o verde, Catalognabrindisina e quella del Veneto e da puntar elle (che ne sono i germogli centrali), il pan di zucchero.
Le varietà a cespo con foglie rosse sono tipicamente italiane e vengono denominate radicchi. I più conosciuti sono quelli di Treviso, il Variegato di Castelfranco, di Verona, di Chioggia e l’Orchidea. Vi è poi anche lo Spadona, la Zuccherina di Trieste e la cicoria di Soncino.
Le foglie di questa insalata possono essere raccolte quando sono giovani per aggiungere un po’ di amaro alle misticanze. L’alternativa è attendere la piena maturazione per procedere poi con l’imbianchimento che ne attenua il sapore.
Il terreno deve essere ricco in humus e l’esposizione molto luminosa. Perché le piante crescano in maniera rigogliosa è importante avere temperature miti, ma evitando i periodi troppo caldi.
Si semina direttamente nel terreno a circa 1 cm di profondità. I solchi devono essere distanti 30 cm. Il periodo va da metà primavera a fine estate. Le piantine andranno poi diradate a 25 cm di distanza una dall’altra. Le irrigazioni devono essere abbondanti, soprattutto durante il periodo estivo. Arriveranno a dimensione adulta nel giro di tre mesi. A quel punto andranno legate strettamente per evitare che le foglie laterali toccando il terreno rischino dei marciumi. Dopo circa 4 mesi dalla semina si può cominciare il processo di imbianchimento. Bisogna applicarlo a poche piante alla volta, in maniera scalare perché un volta ottenuto l’effetto l’insalata deperisce facilmente.
Lo scopo, cioè schermare totalmente dalla luce, si può ottenere con diversi mezzi: vasi capovolti, giornali, plastica nera. In genere per un buon risultato bisogna attendere 2-3 settimane.
Vogliono un terreno fertile e assolato. Possono essere anch’esse seminate a dimora o in vasetti, ogni 15 giorni. Quelle da taglio possono essere distanziate anche solo di un centimetro. Le altre, invece, vanno poste a 20 cm le une dalle altre. I radicchi formano un cespo in circa 4 mesi, ma gradiscono l’utilizzo di teli pacciamanti che accelerano di parecchio le tempistiche, riscaldando il terreno. Le cicorie necessitano di irrigazioni frequenti e abbondanti visto che hanno radici molto profonde. Entrambe le tipologie temono però gli ammendanti non completamente decomposti. Utilizziamo quindi solo materiale particolarmente invecchiato.
La raccolta può cominciare quando il cuore si chiude e diventa particolarmente compatto.
Di solito queste piante sono piuttosto semplici e non hanno particolari nemici.
Per facilitarne la coltivazione e evitare interventi contro le infestanti è consigliabile l’utilizzo di teli pacciamanti. Oltre ad aiutarci ad evitare il diserbo manuale o chimico, lasciano il prodotto pulito dal terriccio e ne accelerano la maturazione.
Un inconveniente purtroppo molto frequente, specie durante la primavera e l’autunno, è rappresentato dalle lumache e dalle limacce. Soprattutto durante i giorni di pioggia e di notte si nutrono delle foglie dando un brutto aspetto al cespo e decimando le piantine appena messe a dimora.
Si possono utilizzare dei rimedi naturali: trappole con birra, circondare le piante di cenere o sabbia.
Se gli attacchi sono consistenti l’unica soluzione a volte è ricorrere ai lumachicidi, prestando però la massima attenzione in caso di presenza di bambini e animali domestici.
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