La causa principale del
marciume radicale è un fungo, l'armillaria mellea. Questo fungo attacca prevalentemente le piante arboree e si può riconoscere dalla comparsa, sotto la corteccia, di placche di micelio color bianco crema con una caratteristica forma a ventaglio; può manifestarsi anche su numerose piante ornamentali, soprattutto se non coltivate in condizioni idonee. In genere le piante colpite da
marciume radicale mostrano crescita stentata, foglie clorotiche, rami deboli e altri sintomi, che spesso potrebbero inizialmente venire imputati ad altre patologie.
Nei mesi autunnali si può manifestare la comparsa di corpi fruttiferi che ne manifestano la presenza (c.d. famigliole o chiodini).
Questo patogeno è attivo per quasi tutti i mesi dell'anno, colpisce soprattutto piante gia debilitate o che presentano lacerazioni sul tronco. Si sviluppa particolarmente in presenza di acqua stagnante e di terreni poco drenati.
Il marciume radicale può essere causato anche da altri aptogeni, come ad esempio phytium e thielaviopsis basicola, che causano la marcescenza delle radici, che imbruniscono e si detriorano, causando un'evidente stato di sofferenza nell'intera pianta colpita, che non viene più nutrita dalle radici stesse.
Per evitare l'insorgere di questa malattia è quindi importante evitare ristagni d'acqua (soprattutto nei periodi di riposo della pianta). Se la pianta è gia stata colpita in modo lieve, nelle parti marginali asportare e bruciare i rami colpiti e disinfettare con prodotti a base di rame il colletto del tronco. Se invece le radici ed il tronco sono già gravemente compromessi sarà necessario estirpare completamente la pianta per evitare che la malattia si diffonda sulle piante vicine. Disinfettare accuratamente il terreno con prodotti a base di zolfo. In commercio esistono fungicidi adatti a combattere il marciume radicale, ma solo se l'infezione viene tempestivamente curata e non è già in avanzata fase di sviluppo.
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