Bonsai di Faggio
Il faggio è una delle essenze preferite per la creazione di bonsai. Chi predilige le essenze autoctone fa cadere la propria scelta sul Fagus sylvatica, il faggio comune, molto diffuso nei boschi del nostro continente. Non è un’essenza semplice, ma con un po’ di applicazione può dare grandi soddisfazioni. Non è arduo trovare in commercio piccoli esemplari, sia della specie sia di alcune cultivar a foglia rossa o con portamento decombente. Inoltre, qualora sia consentito dalle autorità, è possibile prelevare dei piccoli esemplari già con alcune predisposizioni particolari (per esempio un tronco ampio). Come ultima alternativa, è possibile crescere un alberello direttamente da seme, raccogliendo in autunno le faggiole.
Il faggio viene apprezzato per la bella struttura, molto armoniosa e leggera, ma al contempo resistente. Una grande attrattiva sono le foglie: verdi durante il corso dell’anno per volgere al rosso e al giallo dorato in autunno. Quasi sempre permangono sull’albero per tutto il periodo invernale per cadere solo quando le gemme spingono nuovamente.
Ovviamente si può optare anche per le cultivar del gruppo atropurpurea. Le più diffuse variano solo per la colorazione del fogliame (violaceo e poi ramato), ma ve ne sono anche con particolari portamenti (colonnare, decombente).
Molto apprezzati sono anche i Fagus crenata (dalle foglie più piccole e anch’esse con cromie molto intense).
Di solito con i faggi si tende a creare dei boschetti (stile Yose-Ue), ottenendo con le potature la forma naturale. Non è raro però che alcuni esemplari particolarmente belli siano usati in solitaria. In questo caso vengono seguiti gli stili chokkan (eretto formale) e hokidachi (a scopa rovesciata, con chioma arrotondata). Vi sono casi anche di stile ventoso, sebbene richieda molta esperienza e pazienza.
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Oltre all’acquisto possiamo procedere per semina, prelievo o margottando un ramo.
La semina (in sabbia e torba) si effettua a fine dell’inverno dopo aver proceduto alla stratificazione in sabbia umida per circa 3 mesi, a bassa temperatura. Si usano i frutti decorticati inserendoli a punta in basso. Dopo la germinazione teniamoli riparati dal sole diretto e manteniamo sempre alta l’umidità. Per far ingrandire il tronco si consiglia poi di trapiantare in piena terra per qualche anno.
La margotta ha un discreto successo, a patto di garantire un ambiente ben umido.
Il prelievo va effettuato ad inizio primavera, prima che si gonfino le gemme o in autunno inoltrato: le radici non patiscono particolarmente, ma bisogna prendere anche una buona quantità di terra intorno. Per lo sviluppo dell’albero è importante che vi siano le micorrize proprie dell’area in cui è nato.
Il bonsai di faggio ha uno sviluppo mediamente vigoroso (concentrato in primavera), ma necessita di condizioni climatiche specifiche. Di solito è bene crescerlo a mezz’ombra, specialmente se l’umidità non è paragonabile a quella di un bosco. Eviteremo così il disseccamento fogliare ed un assottigliamento della corteccia.
Con alte temperature (al di sopra dei 25°C), si consiglia di nebulizzare il terreno e la chioma.
Unica eccezione è la primavera: in questo periodo l’albero trarrà vantaggio da una posizione soleggiata crescendo più vigorosamente e producendo foglie più abbondanti e piccole.
In inverno poniamo il vaso in una zona riparata perché le radici sono sensibili al gelo.
In primavera le irrigazioni non devono essere eccessive: si accentuerebbe l’allungamento dei rami e degli internodi. D’estate invece non dobbiamo lesinare, quando il terreno è asciutto. Versiamo acqua ripetutamente in maniera che anche gli strati profondi diventino umidi.
Devono sempre essere leggere. Su un albero giovane è meglio lasciare sviluppare liberamente. In seguito, quando si saranno lignificati i rami secondari si taglia lasciando solo due gemme: ciò stimolerà l’infoltimento della chioma. Sugli esemplari maturi si interviene a gemma chiusa effettuando delle cimature: accorceremo così gli internodi e stimoleremo lo sviluppo delle gemme inferiori.Tagli importanti richiedono sempre l’uso di mastici per evitare brutte cicatrici.
Vanno effettuate con alluminio da metà estate in avanti, quando è già avvenuta una parziale lignificazione: in questa maniera non danneggeremo la corteccia.
Si consiglia di utilizzare prodotti specifici per bonsai a lenta cessione, da distribuire a fine inverno (marzo) e a metà estate (agosto).
Si procede verso aprile, prima della ripresa vegetativa. Gli esemplari giovani di solito si rinvasano ad anni alterni, ma è anche possibile farlo ogni anno. In seguito invece la tempistica ideale è ogni 3-4 anni. Non patisce la potatura radicale che può (anzi, deve) essere abbastanza drastica eliminando anche metà dell’apparato.
Per il nuovo terriccio si può optare per un normale prodotto per piante verdi, ricco di sostanza organica.