Bonsai ficus benjamin
Il ficus benjamin è una delle piante che possiamo consigliarvi per sviluppare al meglio la vostra nuova passione, vale a dire la coltivazione di un vegetale mirata alla creazione di una vera e propria opera d'arte in generale e bonsaistica in particolare. Pianta sempreverde di origini tropicali, ma anche dell'India e della Cina, il Ficus fa parte della famiglia scientifica della Moracee, ordine Urticales, classe Magnoliopsida, divisione Magnoliophyta. Attualmente ne sono classificate oltre 800 specie con aspetto e portamento anche molto diversi tra loro, sempreverdi oppure a foglia caduca. Ci sono quelle che producono frutti oppure no, ci sono quelle con capacità di sviluppare radici aeree, come appunto il Ficus benjamin, ed altre con apparato radicale tradizionale: in questa famiglia c'è un mondo naturale estremamente ricco che a volte può generare qualche confusione nel coltivatore inesperto.
Quando parliamo di Ficus benjamin stiamo facendo riferimento a un arbusto che ha le foglie verdi lanceolate con apice acuminato, non coriacee e di lunghezza massima di 12 cm, che può raggiungere l'altezza di due metri. Con gli anni esso sviluppa le radici aeree delle quali abbiamo appena parlato, che assumono l'aspetto di vere e proprie liane e scendono dai rami più robusti conferendo all'intero sistema pianta un aspetto davvero insolito, che incontra molta curiosità.
Per uno sviluppo più semplice di tali radici, quando la pianta è tenuta in appartamento, è bene tenere costante un certo livello di umidità ambientale, magari usando anche il nebulizzatore direttamente sulla pianta.
Nei tessuti del Ficus benjamin sono presenti dei canali cosiddetti lactiferi, perché contengono un latte biancastro e denso e su questo particolare dobbiamo soffermare la nostra attenzione, perché in caso di taglio o di incisione sulla superficie della pianta venire a contatto con tale sostanza può risultare assai pericoloso, in quanto provoca irritazioni cutanee e inoltre può causare danni agli occhi in caso di contatto, quindi è bene procedere con estrema cura durante queste operazioni che tra l'altro sono indispensabili per la creazione del bonsai. Nei Paesi orientali questo particolare lattice viene addirittura utilizzato per produrre gomma.
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Molti non sanno che in natura il Ficus benjamin (ma anche il Ficus elastica o Fico del caucciù) può raggiungere tranquillamente i 30 metri di altezza. E' importante precisarlo per non cadere nel frequente equivoco che associa le dimensioni ridotte della pianta alla parola bonsai. In appartamento, cioè in vaso, raggiunge invece un'altezza massima di 2 metri e mezzo. Il tronco è snello, eretto ma flessibile: ha una certa eleganza. La corteccia ha colore chiaro ed è liscia, ma con gli anni assume una colorazione leggermente più scura. Sui rami nascono le radici aeree, che hanno la funzione di distribuire con una certa razionalità la cosiddetta chioma del Benjamin, la quale tende a svilupparsi in modo notevole e va quindi curata in modo intelligente per non ottenere effetti indesiderati.
L'ambiente ideale per far crescere questa particolare pianta è un terriccio con Ph tra 5 e 6, cioè un po' acido, che deve essere anche fertile, quindi con presenza di numerosi elementi nutritivi, e permeabile. E' infatti importante capire bene che il Ficus benjamin proprio non tollera terricci poco drenanti, in cui l'acqua ristagna pericolosamente e dunque è necessario prestare la massima attenzione a quest'aspetto. E del resto diventare esperti dell'arte bonsaistica vuole dire proprio guidare personalmente un organismo vegetale sistemato in un minuscolo vaso con amore e senso di responsabilità durante l'intera fase del suo sviluppo, nel continuo rispetto delle sue esigenze vitali, portandola a mostrare delle caratteristiche prestabilite, secondo il proprio gusto estetico soggettivo. La parola bonsai è infatti formata da due termini orientali: bon e sai, che significano rispettivamente contenitore e educare, cioè formare in modo disciplinato.
E' inuitivo capire che uno dei momenti più importanti nella cura di un bonsai risiede nelle attività legate alla potatura e al cosiddetto rinvaso periodico rigenerante che ha la funzione di dare nuovo vigore alla pianta. Vi consigliamo di procedere al rinvaso ogni 3 anni nel mese di maggio o comunque durante il periodo primaverile. La pianta deve essere rinvasata in un composto formato per metà da terriccio universale, per il 20% da torba, per il 20% da sabbia e per il rimanente 10% da pomice. Per ciò che riguarda l'impollinazione, è entomofila (detta anche entomogama), cioè viene causata dall'attività degli insetti (soprattutto farfalle, api, coleotteri) che sono attirati dai profumi delle piante.