Bonsai ficus ginseng

Bonsai ficus ginseng: perché si chiama così

Pianta caratterizzata da un fusto allargato e ampio e da radici aeree nodose e grosse, il bonsai ficus ginseng richiama, a un primo sguardo, le radici di ginseng che vengono impiegate in erboristeria. Ma si tratta semplicemente di una somiglianza estetica, visto che il ficus ginseng (che in realtà è un ficus retusa coltivato a bonsai) e il ginseng vero e proprio non c’entrano niente l’uno con l’altro. Proveniente dalle zone umide e semi-tropicali del continente asiatico, soprattutto dalle foreste fluviali, questo albero è molto diffuso nella variante bonsai, anche perché non richiede il rispetto di norme particolari ed è in grado di adattarsi senza problemi all’ambiente di un appartamento. Il suo aspetto, a causa del fusto nodoso, sembra vetusto anche quando la pianta è giovane. La sfida più importante, per il bonsaista, è quella di permettere lo sviluppo di foglie piccole, visto che in natura esse sono molto ampie. Il bonsai ficus ginseng è sempreverde e non dotato di riposo vegetativo: un aspetto di cui occorre tenere conto nel momento in cui ci si dedica alle annaffiature.
Bonsai ficus ginseng

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Temperatura e umidità: le condizioni ideali

Dal punto di vista delle temperature, esso richiede al massimo venti gradi, sia di giorno che di notte: insomma, la stessa situazione che vivrebbe nel suo habitat naturale, anche se naturalmente l’aria secca di un appartamento (determinata dalla calura estiva o dai caloriferi accesi in inverno) non può dare vita all’umidità di cui avrebbe bisogno. Tra caminetti, impianti di riscaldamento, stufe a pellet e condizionatori, infatti, in casa l’aria viene sempre prosciugata, il che costituisce un problema per una specie nata nelle foreste pluviali, caratterizzate da umidità elevata, piogge regolari e spesso banchi di nebbia causati dalla condensa. Un segnale evidente che il bonsai ficus ginseng sta soffrendo la carenza di umidità è rappresentato dall’opacità che contraddistingue il fogliame, e, nei casi peggiori, dal fatto che le foglie iniziano a cadere. E’ importante, per altro, distinguere tra l’umidità ambientale e le innaffiature: si tratta di due aspetti totalmente differenti, anche perché le piogge delle foreste pluviali non sono certo simili a quelle italiane. Quindi, dal punto di vista pratico, questa pianta deve essere annaffiata con una certa regolarità, a patto di prestare attenzione ai ristagni di acqua. Un terreno costantemente inzuppato, infatti, rischia di soffocare le radici, che non riescono a respirare se situate sempre sott’acqua. Di conseguenza, tutta la terra in cui la pianta viene coltivata deve essere inumidita, ma la successiva somministrazione di acqua dovrà essere effettuata solo quando il terreno si sarà completamente asciugato. Come spesso accade per i bonsai, e per le specie vegetali in generale, meglio meno acqua del dovuto che troppa acqua.


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Vaporizzare le foglie

Bonsai ficus ginseng Detto, dunque, che l’umidità ambientale non dipende dalle innaffiature, risulta evidente che essa può essere ottenuta solo mediante una costante vaporizzazione delle foglie, che devono essere inumidite con regolarità usando acqua demineralizzata, allo scopo di impedire macchie sul fogliame. Il bonsai ficus ginseng presenta foglie piuttosto piccole (se l’arte bonsaista viene messa in pratica in maniera corretta): esse devono essere pinzate durante tutto l’anno, così da impedire che si ingrandiscano con il passare del tempo, diventando simili alle foglie del ficus benjamin. Il terreno prediletto dalla pianta è ben permeabile e fresco, piuttosto drenato, e può essere ottenuto mescolando in pari quantità terriccio universale e akadama. Non c’è bisogno di minerali particolari, anche perché l’apparato radicale è naturalmente piuttosto resistente: per la stessa ragione, il rinvaso dovrebbe essere effettuato almeno ogni due anni, potando le radici e riducendone la lunghezza di almeno metà. Come detto, si tratta di una specie sempreverde, che si sviluppa quasi per tutto l’anno, eccezion fatta per i mesi più caldi. Il concime dovrà essere quindi messo a disposizione sempre, ma a luglio, agosto, dicembre e gennaio le dosi andranno dimezzate.


Quali concimi usare e come potare

Bonsai ficus ginsengDovrà essere assolutamente evitato, d’altra parte, il ricorso a concimi troppo ricchi di azoto, che determinano la crescita di dimensioni delle foglie. Per quel che riguarda le potature, i bonsai ficus ginseng non amano interventi drastici: pertanto bisogna potare unicamente i rami piccoli. Per i principianti, in commercio esistono ficus già impalcati che non richiedono potature di formazione. In primavera, comunque, bisogna procedere alla defogliazione, in modo da permettere lo sviluppo di foglie piccole e numerose. Per impedire che l’alberello soffra tale operazione, per ciascun apice dei rametti occorre mantenere una foglia. Come si può intuire, in conclusione, questo bonsai, sempre più diffuso nelle case degli italiani, presenta il vantaggio di non esigere cure speciali o interventi numerosi: innaffiature, potature e concimazioni sono necessari ma non frequenti. Si tratta, insomma, di una pianta ideale per una persona che si avvicina per la prima volta all'arte del bonsai.