Bonsai olivo
Benché prediliga soprattutto l’ambiente esterno, il bonsai olivo, così come la maggior parte dei bonsai da frutto (dal melo al pesco, dal mandarino al castagno) vive senza problemi anche negli ambienti interni, e quindi in appartamento, a patto che possa contare su condizioni simili a quelle tipiche dell’habitat naturale. Per quel che riguarda l’ulivo, abbiamo a che fare con una pianta sempreverde tipica della zona mediterranea. L’albero originale presenta una struttura longeva e massiccia, con il tronco caratteristico, ricco di cavità, attorcigliato su se stesso, quasi diviso in diverse parti. La specie selvatica, invece, presenta una struttura con dimensioni ridotte, e risulta più adatta, quindi, alla creazione di un bonsai.
Detto che la riproduzione dell’olivo avviene per seme, margotta e talea, esso non è adattabile a bonsai con facilità, benché si tratti di una specie longeva e resistente. La creazione del bonsai, in ogni caso, può avvenire tramite il metodo da seme, che prevede di interrare il seme in primavera o in tarda estate in terriccio composito. Si tratta, in effetti, di un sistema piuttosto lungo: per disporre di una piantina da trasformare in bonsai c’è bisogno di alcuni anni. Il vantaggio, d’altra parte, è che fin dall’inizio lo sviluppo e la forma della pianta possono essere controllati.
Per quel che concerne la talea, si tratta di un metodo abbastanza complicato con una percentuale di successo scarsa; l’aspetto positivo, però, è che è decisamente più rapida nei confronti della semina. In pratica, è necessario prendere, nei mesi autunnali, un ramo legnoso da piantare nel terreno (preferibilmente misto a sabbia), avendo cura di immergere in una soluzione di ormoni la parte che deve essere interrata, in maniera tale da agevolare lo sviluppo dell’apparato radicale. Dopo circa due settimane, si può verificare il successo della talea: se ha attecchito, compaiono le prime foglie.
Un altro metodo per creare un
olivo bonsai prevede di raccogliere arbusti selvatici in natura, così da poter contare su soggetti con foglie più adatte al bonsai in quanto più piccole. Il tutto deve avvenire in primavera: si scava fino all’apparato radicale dell’arbusto; quindi lo si estrae e lo si colloca nel terriccio apposito: nel momento in cui la piantina avrà acquisito il giusto vigore, si potranno mettere in pratica le tecniche bonsai. Per la creazione di un bonsai olivo, il metodo forse migliore è rappresentato, però, dalla margotta. Anche in questo caso il periodo indicato per l’intervento corrisponde ai mesi primaverili.
Ottenendo, a partire da un ramo adulto della pianta originale, una piantina, il ramo prescelto, una volta scortecciato, deve essere accolto all’interno di un sacco di plastica contenente terriccio: quando dal callo emergono le radici, si taglia il ramo e si procede al rinvaso. Naturalmente, per creare un
bonsai olivo si può, molto semplicemente, partire da una normale piantina che può essere comprata in vivaio. Scegliendo un olivo nano, non bisognerà fare altro che potarlo e regolarne la forma abbassandolo; in alternativa, si può optare per una piantina da pre-bonsai: si tratta di una specie coltivata appositamente per i bonsaisti meno esperti, che può essere lavorata immediatamente, ma che presenta un costo superiore. Naturalmente, una volta creato il bonsai ha bisogno di cure e attenzioni.
In primo luogo, la piantina deve essere collocata in un punto luminoso, al riparo da fonti di calore e da spifferi, ma comunque caratterizzato da una discreta areazione. Il bonsai olivo vive bene in casa, ma anche all’aperto sotto il sole, a patto che non venga sottoposto a gelate potenzialmente pericolose.
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La piantina deve essere innaffiata in qualsiasi periodo dell’anno, anche in inverno: nel momento in cui il terreno è asciutto, bisogna procedere alla somministrazione di acqua. In linea indicativa, si può suggerire di innaffiare il bonsai olivo tutti i giorni in estate, e almeno un paio di volte la settimana in autunno e in primavera. In inverno, infine, non c’è bisogno di più di due innaffiature al mese. L’acqua deve essere versata sul terriccio, facendo attenzione a non bagnare le foglie.
La somministrazione deve avvenire in maniera lenta e graduale, così che il substrato abbia il tempo di trattenerla il più possibile. Nelle giornate estive più calde, all’innaffiatura bisogna affiancare le nebulizzazioni della chioma. Infine, vale la pena di citare le norme da rispettare nel momento in cui si procede alla potatura del bonsai olivo, che richiede un primo intervento nella stagione invernale e un richiamo da eseguire all’inizio della primavera (senza dimenticare le cimature che devono essere effettuate all’inizio di giugno).
Scopo della potatura, per questa specie, è quello di sfoltire la chioma in maniera tale che qualunque punto della pianta possa ricevere luce del sole e calore. Nel corso dell’anno, poi, alla cimatura e alla potatura di formazione occorre aggiungere interventi di mantenimento che consistono nella rimozione di rami spezzati, rami con andamento irregolare o rami colpiti da attacchi di parassiti. Per quel che riguarda le modalità di intervento, è opportuno impiegare cesoie di piccole dimensioni le cui lame, necessariamente molto affilate, siano state in precedenza disinfettate.
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