Bonsai serissa
Caratterizzato da una fioritura vistosa che si manifesta dall’inizio di marzo fino a metà settembre, il bonsai serissa deriva da un arbusto sempreverde di piccole dimensioni proveniente dal Sud Est asiatico e dalla Cina. Esso presente foglie lucide molto piccole, di colore verde chiaro, che si fanno riconoscere in virtù dell’odore molto penetrante che emanano. I fiori, invece, sono abbastanza grandi, dotati di cinque petali, leggermente rosati o bianchi. Si tratta di un bonsai (dalla peculiare corteccia rugosa, che da marrone chiaro diviene, con il passare del tempo, quasi bianca) che non manifesta esigenze specifiche né problemi di coltivazione: l’unico accorgimento necessario è quello di non cambiare troppo spesso la sua posizione. Il
bonsai serissa preferisce i climi piuttosto umidi, e di conseguenza richiede annaffiature abbastanza costanti. A differenza di quel che accade con la maggior parte dei bonsai, infatti, in questo caso è consigliabile cercare di mantenere sempre leggermente umido il terreno, così da agevolare la crescita della pianta, facendo attenzione, comunque, a evitare i ristagni idrici, pericolosi in quanto forieri di infezioni fungine. Le foglie dovrebbero essere nebulizzate ogni giorno con acqua rigorosamente distillata, proprio per favorire alti tassi di umidità ambientale. Una volta al mese, inoltre, all’acqua dell’innaffiatura deve essere aggiunto del concime, in dosi limitate visto che si tratta di una specie che dimostra di soffrire il concime chimico. Per quel che riguarda il terriccio, quello ideale è composto da due parti di sabbia, una di torba e una di argilla. Esso deve risultare ottimamente drenato. I rinvasi, invece, vanno eseguiti una volta ogni due anni, avendo cura, oltre che di cambiare i vasi, di potare le radici per un quinto della loro lunghezza. Eccezion fatta per il periodo di fioritura, va bene qualunque periodo dell’anno.
Il bonsai deve essere potato nei primi giorni di primavera, sfoltendo i rami sia per favorire l’ossigenazione, sia per indirizzare la chioma verso la forma desiderata. Nel corso dell’anno, inoltre, i germogli devono essere cimati (ma non durante il periodo di fioritura, ovviamente), lasciando tre o quattro foglie per ramo. Al fine di rendere la fioritura più duratura, è opportuno eliminare i fiori appassiti. La pianta necessita di un’esposizione al sole prolungata, ma occorre prestare attenzione: infatti, pur amando i luoghi particolarmente luminosi deve evitare i raggi diretti del sole. Tenendo conto che patisce in maniera significativa gli sbalzi bruschi di temperatura, può essere collocata all’esterno in estate, ma non in inverno, visto che le temperature inferiori ai dieci gradi potrebbero compromettere la sua sopravvivenza. Per quel che riguarda la moltiplicazione, essa avviene per talea: è sufficiente prelevare, in primavera, talee semi-legnose, che devono poi essere interrate in una miscela composta in parti uguali da torba e sabbia. Vale la pena di sottolineare che questo bonsai non risulta eccessivamente sensibile agli attacchi dei parassiti, né si espone facilmente alle malattie. Il problema di salute più grave può riguardare l’essiccazione delle foglie, ma può essere evitato semplicemente spargendovi sopra un anti-crittogamico generico quattro o cinque volte all’anno.
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Occasionalmente, inoltre, potrebbero manifestarsi attacchi di ragnetti rossi, aleuroidi, afidi e soprattutto cocciniglie, che si rivelano minacciose in particolare per le radici. Queste ultime si palesano sotto forma di incrostazioni di colore biancastro che compaiono sul fusto e sulle foglie: si tratta, semplicemente, di un materiale lanoso, che costituisce l’involucro che le protegge. Per togliere le incrostazioni, si può procedere manualmente, oppure spruzzare le zone interessate con una soluzione all’olio di lino. E’ bene sapere, comunque, che probabilmente le cocciniglie si ripresenteranno, visto che le loro uova si trovano nel terriccio: in questo caso, potrebbero essere necessari interventi più drastici. Le patologie del bonsai possono essere contrastate e prevenute con prodotti anti-parassitari reperibili in commercio in tutti i garden center, applicando trattamenti consecutivi secondo le dosi consigliate. Un aspetto di cui occorre tenere conto, nella manutenzione di questo bonsai di origine asiatica, è senza dubbio la concimazione, che deve essere effettuata ogni dieci giorni a marzo, cioè quando si verifica la ripresa vegetativa. Il prodotto migliore consiste in una miscela di concime liquido organico con concime ad azione stimolante specifico per bonsai. E’ bene interrompere la somministrazione a luglio e agosto. Può essere utile, inoltre, ricorrere al concime organico minerale arricchito con vitamina B nel caso in cui si intenda favorire la radicazione.
La serissa risulta molto indicata per l’arte bonsai, perché da vita a piante particolarmente decorative: non è un caso che sia diffusa, in Cina e in Giappone, anche tra i bonsaisti meno esperti, i quali sono in grado di lavorarla con la massima facilità. La pianta, in sostanza, si presta alla modellatura e lascia grandi spazi di azione.