Cura bonsai
La cura dei bonsai richiede l’adozione di pochi e semplici accorgimenti, che riguardano l’annaffiatura, la concimazione e il rinvaso. Per quel che riguarda la somministrazione di acqua, essa dipende dalla specie e dalla stagione. Per capire se c’è bisogno di irrigare la pianta, tuttavia, è sufficiente appoggiare un dito sul terriccio: nel caso in cui esso risulti umido, vuol dire che non c’è bisogno di acqua. Il bonsai deve essere innaffiato con un nebulizzatore o un innaffiatoio (è assolutamente vietato immergerlo in acqua): bisogna smettere quando dai fori di drenaggio inizia a scendere acqua. E’ bene evitare che la pianta non rimanga umida troppo a lungo, così come la formazione di ristagni di acqua: potrebbero verificarsi marciumi radicali che ne comprometterebbero la salute. Sebbene non si possa stabilire una regola universale sulla frequenza delle irrigazioni, è importante ricordarsi che esse dovranno risultare più consistenti in primavera e in estate, durante il periodo vegetativo, e meno regolari in autunno e in inverno, quando il bonsai potrà rimanere senza rifornimenti idrici anche per sette o otto giorni.
La concimazione deve, invece, essere affrontata con la massima attenzione: la coltivazione in vaso, infatti, impedisce al bonsai di poter contare su molto spazio a disposizione per trovare le sostanze nutrienti che contribuiscano alla sua crescita. Per questa ragione, l’apporto di concime si rivelerà un valido alleato dello sviluppo vegetativo. È proprio in corrispondenza dell’inizio della ripresa vegetativa, cioè a marzo, aprile e maggio, che bisogna concimare; in alternativa, si può procedere anche a settembre, ottobre e novembre, vale a dire in quel periodo, prima del riposo invernale, in cui l’alberello deve “fare scorta” di elementi nutritivi. Nei garden center vengono venduti concimi specifici per bonsai, in forma solida (tramite grani da posizionare sul terreno) e in forma liquida (da diluire nell’acqua dell’innaffiatura una volta ogni sette giorni). All’interno del concime sono presenti potassio (che contribuisce a stimolare il processo di foto-sintesi), fosforo (che favorisce la formazione di radici) e azoto (che aiuta la ripresa vegetativa). La concentrazione di questi macro-elementi viene espressamente riportata sulle confezioni in ordine alfabetico, utilizzando dei numeri. In pratica, se è riportata la scritta 9-8-8, vuol dire che in quel concime sono presenti nove parti di azoto, otto parti di fosforo e otto parti di potassio. All’interno dei concimi, inoltre, sono presenti anche numerosi micro-elementi, tra cui ferro, magnesio, calcio, rame, manganese e zinco. Si può scegliere di usare concimi chimici o di natura organica; questi ultimi si contraddistinguono per il fatto di mettere a disposizione i nutrienti in maniera molto graduale (non a caso vengono indicati come concimi a cessione lenta). Presentano, inoltre, il vantaggio di essere dosabili con maggiore facilità. Mentre una dose eccessiva di concime organico non causa problemi alla pianta, infatti, una dose sbagliata di concime chimico rischia di provocare danni anche gravi. E’ bene tenere conto, nella somministrazione dei prodotti, che le sempreverdi hanno bisogno di meno concime rispetto alle specie a foglia caduca, le quali necessitano di maggiore energia per ricostituire annualmente le foglie. Nella cura del bonsai, un ruolo importante è giocato anche dai rinvasi, che devono essere eseguiti ogni due o tre anni (per le piante giovani) e più raramente per le piante meno giovani. Se è vero che lo sviluppo dell’apparato radicale gradualmente farà sì che l’acqua non sia più in grado di defluire, occorrerà procedere al cambio di vaso, sfilando la piantina dal contenitore in cui si trova e posizionandola in un contenitore leggermente più grande. Nulla vieta, per altro, di sfoltire le radici, andando a rimuovere quelle più grosse, prive di vasi capillari, e scegliendo di lasciare quelle fini. Tanto più sarà fine la massa radicale, tanto più folta sarà la chioma, poiché le piante cercheranno di svilupparsi verso l’alto.
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A proposito di chioma, potrebbe rendersi necessario, nel corso degli anni, ricorrere a operazioni di potature, finalizzate a mantenere la forma del bonsai. In pratica, è opportuno eliminare i germogli “ribelli”, che fuoriescono dalla silhouette della pianta, applicando, eventualmente, tecniche di correzione tramite fili e tiranti allo scopo di migliorare la ramificazione. In particolare, tramite l’avvolgimento il ramo che deve essere corretto viene avvolto con dell’alluminio anodizzato, o del filo di rame, per farlo andare nella direzione desiderata. La pinzatura, invece, prevede di pinzare le foglioline con le dita, per stimolare i nuovi germogli e quindi rendere la vegetazione più folta. La defogliazione, infine, viene messa in pratica per ridurre le dimensioni delle foglie, rendendole più proporzionate; come si può intuire, viene attuata solo su determinate specie, come i ficus.
In conclusione, la cura del bonsai non può prescindere dalla sua protezione contro infezioni fungine e parassiti vegetali e animali: può tornare utile, quindi, avere sempre a portata di mano dei prodotti anti-parassitari specifici, da utilizzare in caso di necessità.
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