Ficus retusa

Il ficus retusa, bonsai per eccellenza

Varietà di ficus tropicale coltivata tradizionalmente a bonsai, il ficus retusa, che fa parte della famiglia delle Moraceae, si presenta come un pianta molto resistente, in grado di adattarsi con facilità alle condizioni ambientali tipiche di un appartamento. Si tratta di una specie, quindi, di facile mantenimento, alquanto malleabile e abbastanza rara in natura: il suo utilizzo come bonsai era noto già ai tempi dell’antica Roma: a quel periodo, infatti, risale la sua denominazione, derivante dal fatto che le sue forme mettono in mostra figure variegate, umane e naturali (come per esempio il ginseng). Contraddistinto da un tronco molto possente, largo, contorto e sinuoso, il ficus retusa ostenta una chioma espansa, ombrosa, ricca di foglie e larga; diretta conseguenza del fatto che in natura tale specie è in grado di raggiungere dimensioni considerevoli. Per quel che riguarda la corteccia, essa si presenta come molto chiara, liscia, cerosa e spessa: negli esemplari più maturi di colore bianco latte o biancastro, mentre in quelli più giovani è rossastra, grigia o marroncina. Caratterizzata dalle lenticelle orizzontali tipiche (le consuete protuberanze di piccole dimensioni comuni alle cortecce), propone un legno biancastro con venature, che quando viene tagliato produce un lattice abbondante, appiccicoso, denso e bianco, irritante per l’uomo e addirittura tossico in caso di ingestione. Il tronco va considerato senza dubbio come particolare: bianco, con radici contorte alla base, grosse e massicce (ma ci sono anche radici che partono dai rami per giungere a terra, quasi come tronchi secondari); l’apparato radicale, in generale, è potente, in grado di resistere senza problemi all’umidità: basti pensare che in natura le radici sono chiamate a sostenere un peso enorme, dovuto al fogliame, ai rami e a un tronco particolarmente possente.
ficus retusa

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Le foglie

ficus retusa Le foglie del ficus retusa, coriacee e cerose, hanno forma di spirale e sono semplici e lucide; perenni e larghe, si rivelano sensibili alle escursioni termiche. Erette o appressate, si distinguono per un colore verde chiaro sulla pagina inferiore, che diventa più scuro su quella superiore. La lunghezza varia, a seconda dell’età, dai due ai cinque centimetri. Le foglie di questa specie, in grado di persistere sull’albero almeno sei mesi (ma non più di dodici) sono disposte sui rami singolarmente, e dotate di un picciolo alquanto evidente, derivazione della perula, una guaina che le circonda al momento della nascita e che cade dopo essersi schiusa, lasciando però un’evidente cicatrice. Il ficus retusa mal sopporta il mare, in quanto le foglie non sopportano i venti salini. Mentre il tronco e i rami sono ricchi di midollo e sono caratterizzati da gemme terminali appuntite, avvolte da due squame verdi di piccole dimensioni, i fiori di questa pianta sono minuscoli, unisessuali, raggruppati dentro ricettacoli cavi. Infatti, il comune fico, cioè quello che viene considerato solitamente il frutto, non è altro che un’infiorescenza carnosa grossa, ricca di zuccheri, piriformi, prima rossa e poi di colore violaceo, dentro la quale si trovano piccolissimi fiori, la cui fioritura, per altro rara, si verifica nel corso della stagione calda. Si tratta di fiori diclini, con una piccola apertura sull’apice, il cosiddetto ostiolo, che permette agli insetti Blastophaga psenes di procedere alla fecondazione dei pistilli. E quindi, i veri frutti del ficus retusa quali sono? Essi sono acheni di piccole dimensioni, che crescono dentro l’infiorescenza, che poi coloreranno di rosso la polpa del fico. Difficilmente le infiorescenze (che comunque non sono molto ornamentali) crescono nella coltivazione bonsai (e in generale in quella in vaso), poiché il clima europeo è eccessivamente rigido per favorirne la comparsa.

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Il clima ideale per la specie

Proveniente dal Sud-Est asiatico, e diffuso in particolare in Malesia, il ficus retusa vive, in natura, nelle foreste sub-tropicali e pluviali, nell’ambito di un clima umido e caldo. Si tratta, quindi, di una specie tropicale, che si moltiplica naturalmente per propaggine, vale a dire tramite la radicazione dei rami che toccano il suolo. In Europa, può rimanere senza problemi in casa per tutto l’anno, o anche in una serra riscaldata, a patto che venga assicurato un clima luminoso e umido. Danni estetici potrebbero essere provocati da correnti di aria fredda, mentre temperature più basse di venti gradi, anche se non letali, sono comunque da evitare.


Ficus retusa: Come innaffiare, fertilizzare, irrigare

ficus retusaOccorre precisare, per altro, che il livello di resistenza al freddo dipende anche dal grado di maturazione del legno, che si presenta inizialmente morbido e succulento; i tessuti, infatti, ricevendo un’adeguata esposizione al sole si compattano, e al loro interno la percentuale di lattice e amidi diventa maggiore, così che la temperatura di congelamento diminuisce.

Il ficus retusa, che ha bisogno di un terreno composto di terra akadama, sabbia di fiume e terra universale rigorosamente frenante, ha bisogno di irrigazioni abbondanti e regolari, preferibilmente con acqua piovana, ma in ogni caso con acqua a basso contenuto di cloro e calcare. Infine, la concimazione avviene ogni dieci o quindi giorni con fertilizzanti liquidi, e ogni mese e mezzo con fertilizzanti solidi a cessione lenta, meglio se integrati con solfato ammonico e perfosfato.


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