decotto malva
Le varie specie di malva sono piante molto diffuse allo stato spontaneo nei nostri prati, dalle montagne fino alla pianura. Non sono certamente tra le essenze più ornamentali, ma introdurle nel nostro giardino può essere una buona scelta. Sono infatti molto preziose per le loro virtù medicinali e sono capaci di rendere più vivo il nostro spazio verde, attirando un gran numero di uccellini e insetti impollinatori.
La malva silvestre, o malva dei boschi, (malva sylvestris) è una pianta erbacea perenne, ma che si sviluppa per lo più come una biennale. Appartiene alla grande famiglia delle Malvaceae (cui appartengono per esempio anche l’altea e l’ibisco).
È una pianta endemica di tutta l’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale. Cresce allo stato brado nei prati, nei pascoli e a lato delle strade.
È caratterizzata da foglie leggermente tomentose, di color verde scuro, a cinque lobi dentati. Produce steli alti fino a 90 cm, eretti e anch’essi pelosetti al tatto recanti in cima fiori a coppa con 5 petali color rosa medio attraversato da nervature più scure, tendenti al viola. La produzione è continua durante tutta la bella stagione. I frutti, piatti e di color marrone medio, contengono numerosi semi a forma di cuneo.
A scopo ornamentale sono stati creati alcuni ibridi, dalle dimensioni più contenute e fiori più grandi ed appariscenti. Tra le più conosciute citiamo la sylvestris var. Mauritania, con grandi corolle vivacissime, maggiormente tendenti al viola. Altra cultivar interessante è la Primley Blue, adatta a bordure e zone naturali. Fiorisce in rosa pallido con venature tendenti al blu.
LA MALVA IN BREVE |
Nome latino | Malva sylvestris, fam. Malvaceae |
Tipo di pianta | Erbacea, annuale, biennale o perenne a vita breve/ vivace |
Altezza / larghezza a maturità | Fino a 1 metro / fino a 70 cm |
Coltura /manutenzione | Semplice / bassa |
Necessità idrica | Medio-bassa |
Necessità idrica | poco esigente, evitare ristagni |
Crescita | rapida |
Rusticità | resistente |
Esposizione | Sole/mezz’ombra |
Utilizzo | Bordura, giardino naturale, angolo aromatico, vaso |
Terreno | Secco e povero in natura, ricco in coltivazione. Ben drenato |
Germinazione dei semi | Da 2 a 4 settimane, min. 12°C |
Propagazione | Semina, divisione |
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La malva non è soltanto una bella pianta: fin dalla notte dei tempi, infatti, era conosciuta per le numerose proprietà curative, al punto che i più superstiziosi la mettevano sul davanzale durante la notte di San Giovanni per far sì che acquisisse addirittura proprietà magiche.
Anche il suo nome deriva da queste sue proverbiali qualità, poiché “malva” deriva dal latino “mollire”, che significa letteralmente “capace di ammorbidire”. Non solo: proprio per le sue numerose qualità medicamentose, nel Cinquecento la malva era chiamata anche “omnimorba”, ossia rimedio di tutti i mali. I Greci la usavano in molti modi diversi, mentre Ippocrate la consigliava soprattutto per il suo effetto lassativo, che ancora oggi è tra i più sfruttati. I pitagorici erano convinta che la malva fosse particolarmente cara agli dei, e che avesse il potere di calmare le passioni umane troppo intense, destinate a diventare vizi; Carlo Magno invece
Come il fiore cui deve il nome, il classico color “malva” nei secoli è diventato sinonimo di dolcezza e tranquillità, sensazioni ispirate anche al suo effetto calmante. Con l'avvento della scienza, infatti, le proprietà dei fiori più usati per curarsi naturalmente sono state studiate e godono oggi di un fondamento scientifico che ha aumentato il successo della fitoterapia (la cura di alcune malattie mediante i fiori). Per strano che sembri, la malva è ottima anche cucinata, lessata e condita a piacere, oppure nelle zuppe e nelle minestre; particolarmente diffusi sono però soprattutto i decotti e le tisane. Per questo motivo ancora oggi risulta una delle erbe più vendute in erboristeria.
Una delle proprietà principali della malva inerisce il suo uso come lassativo naturale, adatto sia agli anziani che ai bambini poiché aiuta l’organismo a ripristinare la regolarità intestinale senza tuttavia essere aggressivo come i lassativi chimici, che presentano anche numerosi effetti collaterali. Ovviamente, come per tutte le piante, l’effetto non è immediato, ma i benefici si hanno con un’assunzione costante.
Un’altra proprietà riconosciuta e sfruttata della malva è quella di placare la tosse; è ormai risaputo, infatti, che questa pianta gode di notevoli proprietà emollienti che recano sollievo alla gola e alle vie respiratorie infiammate.
La terza proprietà della malva è quella di essere un emolliente naturale, utile sia per la pelle che per le mucose: essa infatti veniva usata per guarire infiammazioni anali e rettali, faringiti e vaginiti, oppure piccole irritazioni dell’epidermide come eczema, acne e foruncoli. Anche le emorroidi o la cistite, patologie non gravi ma indubbiamente fastidiose, ricavano un grosso beneficio dall’uso di preparati derivanti da questa pianta.
L’azione della malva consiste nell’intervenire direttamente sui tessuti molli, così che riesce nell’immediato ad attenuare proprio i disturbi che colpiscono questi tessuti. Non solo: laddove non cura direttamente, la malva riesce comunque a lenire la sofferenza, attenuando il dolore e regalando una sensazione di calma e di pace, un effetto analogo a quelle del tiglio o della melissa, piante particolarmente adatte alla preparazione di calmanti naturali. Stimolando e incentivando il rinnovamento cellulare, la malva è molto utilizzata anche nella cosmesi per la preparazione di creme e maschere idratanti e lenitive.
Il decotto di malva è facilissimo da preparare e oltre ad avere un sapore molto gradevole è ottimo contro i raffreddori. Gli ingredienti del decotto sono un cucchiaio raso di fiori e foglie di malva e un bicchiere d’acqua. Riempite un pentolino d’acqua in cui verserete foglie e fiori e mettetelo a bollire sul fuoco. Portate l’acqua alla temperatura d’ebollizione, lasciate bollire per qualche minuto, quindi spegnete e coprite con un coperchio. Lasciate riposare per 10/20 minuti, poi usate un colino per filtrare il decotto e versatelo in un tazzone. Bevetelo caldo, anche più volte al giorno in caso di tosse, mal di gola e raffreddore persistente. Non solo: il decotto è utilissimo anche in caso di congiuntivite, oppure per decongestionare gli occhi dopo una giornata stressante al computer. In questo caso basta applicare sugli occhi chiusi due dischetti di cotone imbevuti di decotto freddo e lasciarli riposare per qualche minuto. L'operazione può essere ripetuta tutte le volte che se ne sente la necessità. Per problemi intimi come cistite, candida o semplici irritazioni, a molto possono giovare lavande vaginali a base di decotto di malva, rinfrescante e lenitivo. Moltissimi prodotti per l'igiene intima, infatti, si avvalgono delle proprietà benefiche di questa pianta.
La malva è molto utilizzata nell’estetica più naturalista, quella che si avvale di prodotti biologici, cioè realizzati sfruttando le proprietà idratanti, emollienti e nutritive di molte piante. La malva ha sempre dato dei risultati straordinari nel trattamento dell’acne e dei brufoli in generale. Un ottimo rimedio consiste nell’applicare direttamente sul brufolo della radice di malva riscaldata, ripetendo l’applicazione più volte al giorno; il foruncolo apparirà subito come asciugato, la pelle meno arrossata. Per la couperose, invece, si possono benissimo utilizzare delle garze sterili imbevute di decotto (in questo caso però freddo) da applicare sul volto per qualche minuto, almeno due volte al giorno. Esiste poi un preparato particolarmente benefico, dal potere rigenerante, chiamato “unguento della foglia santa”. Per prepararlo si usano tre parti di malva secca e quattro parti di burro; gli ingredienti vanno fatti bollire insieme a lungo, finché l’acqua della pianta non sarà completamente evaporata. Successivamente spegnete e lasciate raffreddare. L’unguento così ottenuto andrà usato come una vera e propria crema, particolarmente indicata per le pelli secche e già inclini alle prime rughe; basterà pulire bene il viso e applicare l’unguento sia al mattino che la sera, tamponando leggermente con i polpastrelli per far sì che la pelle lo assorba.
Anche l’infuso di malva – che si ottiene mettendo una manciata di foglie secche in tazzone pieno d’acqua bollente, proprio come se si stesse preparando una tisana – ha un effetto benefico in caso di mal di gola, bruciore di stomaco oppure cistite. Del resto della malva non si butta via davvero nulla: tutte le parti della pianta sono adatte per essere bollite e utilizzate nella maniera più disparata. Un altro tipo di tisana alla malva molto diffusa si ottiene bollendo un bicchiere d’acqua, una manciata di malva grande quanto un pugno e tre cucchiai di zucchero. Dopo aver filtrato accuratamente l’infuso ottenuto e averlo lasciato intiepidire, si uniscono un albume montato a neve e due cucchiai di succo di limone. Questo preparato è utile a combattere ogni tipo di infezione ai bronchi o all’intestino: occorre berrò più volte al giorno, senza limiti, anche perché non vi sono pericoli inerenti l’abuso né controindicazioni di sorta all’uso della malva. Se avete ancora dei dubbi, recatevi in erboristeria: il personale competente vi indicherà quale preparato a base di malva fa al caso vostro.
Abbiamo parlato delle proprietà della malva ed abbiamo spiegato come questa pianta sia dotata di numerose qualità fra le quali anche proprietà antinfiammatorie, lenitive e emollienti. Uno dei problemi per cui la malva viene consigliata come rimedio naturale è la cistite. La cistite è un'infiammazione delle vie urinarie che può essere molto dolorosa in particolar modo per le donne. Con la cistite si infiamma la mucosa della vescica ed è un'infiammazione che porta dolore e che va curata armandosi di pazienza.
Secondo molte persone che utilizzano prevalentemente i rimedi naturali per curare piccoli disturbi o leggere infiammazioni, la malva è un ottima pianta per curare la cistite. Un utilizzo frequente e costante di tisane alla malva o di altri preparati a base di malva può dare una mano a ridurre l'incidenza di questa infiammazione e può aiutare a farla passare.
La malva sylvestris è quella più conosciuta e utilizzata comunemente in erboristeria. Vi sono però anche altre specie simili che non hanno nulla da invidiare, sia per bellezza sia per virtù curative.
Una di queste è sicuramente la malva moschata: si tratta di un vivace a portamento cespuglioso che produce steli fiorali alti fino a 80 cm. Le corolle sono di un bellissimo rosa tenue con venature leggermente più scure. Esiste però anche una mutazione a fiori completamente bianchi (alba). Si schiudono da giugno fino ad ottobre, aprendosi e chiudendosi all’alternarsi di giorno e notte. Sono composte da 5 petali e l’insieme può raggiungere al massimo 5 cm di diametro. Le foglie basali sono arrotondate, le altre sono al contrario profondamente intagliate e lobate. Si trova allo stato spontaneo in tutta l’Europa meridionale e nel Nord dell’Africa. Ama i terreni aridi e piuttosto poveri.
Altre specie interessanti sono la m. neglecta, la m. verticillata e la m. mauritiana, tutte impiegabili a scopo curativo e medicinale.
Il genere malva comprende circa 30 specie di annuali, biennali e perenni vivaci, originarie per lo più dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale. Alcune di queste si sono però diffuse allo stato spontaneo anche nel continente americano, dopo essere state introdotte dall’uomo all’interno di coltivazioni a scopo erboristico.
Il nome malva deriva dal latino (mollire) e significa “molle”, in riferimento alle proprietà emollienti dei suoi estratti. Era infatti già nota per le sue virtù calmanti e veniva donata ai morti come augurio di tranquillità nell’aldilà. Era impiegata per la cura di tutte le irritazioni in associazione ad altre essenze quali il verbasco e la viola. Plinio consigliava di consumarla ogni giorno per conservare salute e serenità. Queste sue virtù continuarono a renderla popolare per tutto il Medioevo, in Occidente come in Oriente. La sua coltivazione si diffuse negli orti dei conventi e divenne un rimedio molto popolare per artriti, stitichezza, ascessi e infiammazioni in ogni parte del corpo.
All’inizio del ‘900 si cominciò ad impiegarla anche cruda, utilizzandone le foglie in insalata. Può però anche essere cotta e impiegata in frittate o per la farcia di paste ripiene.
Allo stato spontaneo cresce tendenzialmente in terreni poveri. In coltivazione, per dare buoni risultati, è bene però fornirle un terreno ricco e profondo. L’esposizione ideale è sole - mezz’ombra.
Per ottenere delle piantine di malva possiamo rivolgerci ad un rivenditore specializzato in sementi di essenze officinali o acquistarne delle piantine (anche se è piuttosto raro trovarne). Se sappiamo riconoscere la pianta possiamo, quando il frutto risulti ben secco e maturo, durante l’autunno precedente, raccoglierne i semi e conservarli in bustine di carta.
Può essere effettuata in cassette o vassoi alveolari o direttamente a dimora.
In cassette si può già cominciare a marzo/aprile (anche a seconda della nostra posizione geografica). Accertiamoci solamente che non sia più in previsione gelate
- Prepariamo un substrato mescolando in egual misura terra di campo e sabbia di fiume grossolana.
- Riempiamo i vasetti e inseriamo in ognuno tre semi, formando un triangolo. Ricopriamoli con circa mezzo centimetro di terra e comprimiamo bene.
- Poniamo il tutto in una posizione luminosa, ma non direttamente al sole. Vaporizziamo abbondantemente e copriamo con un film plastico dove avremo creato qualche buco. Accertiamoci sempre che l’ambiente rimanga ben umido, ma non si creino muffe. L’ideale è arieggiare i contenitori per almeno mezz’ora al giorno.
- La germinazione è molto legata alle temperature. Di solito sono necessarie dalle due alle quattro settimane.
A dimora si adatta a quasi ogni tipo di terreno, a patto che risulti ben drenato e ben esposto. Dopo averlo lavorato per renderlo più soffice distribuiamo i semi a spaglio o in file. Ricopriamo con un po’ di terriccio e irrighiamo abbondantemente. Il periodo migliore per questa operazione è aprile-maggio. Alla germinazione dovremo procedere eliminando le piante più deboli e mantenendo 15-20 cm tra una e l’altra, in maniera che lo sviluppo possa poi essere ottimale.
In aree caratterizzate da inverni miti la semina e la messa a dimora possono essere effettuate anche in autunno, finendo il ciclo con la fioritura e la fruttificazione l’anno successivo, verso maggio-giugno.
Se abbiamo acquistato le piantine o le abbiamo seminate in vasetti, dovremo poi trasferirle alla loro dimora definitiva.
Questa operazione si può effettuare da marzo a maggio, oppure da settembre ad ottobre.
Si procede creando dei buchi larghi circa tre volte il pane di terra. Si inserisce sul fondo un pugno di stallatico sfarinato maturo. Si inserisce la piantina. La distanza ideale tra un esemplare e l’altro è di circa 35 cm.
Per i primi due mesi sarà necessario irrigare piuttosto frequentemente (ogni 7 giorni) in assenza di precipitazioni.
Quando avranno raggiunto i 30 cm di altezza dovremo cimarle per aiutarle ad ottenere un aspetto più cespuglioso ed accestito, emettendo un maggior numero di getti laterali.
Ogni circa tre settimane è importante dedicarsi ad una zappettature e sarchiatura dell’area in maniera da ostacolare la crescita delle infestanti e mantenere il substrato permeabile.
All’arrivo dell’inverno l’apparato vegetativo appassirà completamente. Aspettiamo la primavera prima di intervenire eliminando tutto il secco: la pianta comparirà nuovamente dal substrato creando nuovi steli e foglie.
IL CALENDARIO DELLA MALVA |
Semina | Da marzo a maggio/ settembre ottobre |
Fioritura | Da giugno ad ottobre |
Raccolta | Da giugno ad ottobre |
Potatura | Giugno- luglio |
Divisione | Marzo- aprile / settembre-ottobre |
Se vogliamo utilizzare le foglie e i fiori di malva a scopo curativo effettuando un unico raccolto il periodo migliore per operare è l’inizio di luglio. È bene tagliare tutti gli steli a circa 10 cm dal suolo. Questo, oltre a darci un buon raccolto, stimolerà la pianta ad emetterne dei nuovi consentendo eventualmente un nuovo raccolto a fine autunno.
Si può effettuare comunque liberamente e al bisogno da giugno fino ad ottobre inoltrato. Si interviene possibilmente la mattina presto cogliendo singolarmente foglie e fiori.
I fiori e le foglie andrebbero utilizzati il prima possibile per mantenere intatte tutte le loro proprietà.
Le foglie, ad ogni modo, dopo essere state lavate e asciugate con molta delicatezza, possono essere conservate fino a tre giorni nello scomparto della verdura del frigorifero.
Essicazione Volendo possiamo però anche seccare foglie e fiori. Dopo aver raccolto gli steli si pongono a testa in giù in una stanza ombreggiata, secca e ben aerata. Possono poi essere impiegate per infusi e decotti.
Come abbiamo detto la propagazione della malva può essere effettuata tramite seme. È però possibile operare anche dividendo i cespi di due o tre anni. Il periodo migliore per questa operazione è l’inizio della primavera o l’autunno (per il Centro-Sud).
Si estrae il cespo dal terreno aiutandosi con un forcone. Questo ci aiuterà anche a dividere le radici ottenendo delle piantine di dimensioni inferiori che andranno inserite nella loro posizione definitiva nel più breve tempo possibile.
La malva, come tutte le Malvaceae, è colpita frequentemente dalla ruggine. Per prevenirne l’insorgenza è importante evitare di bagnare le foglie ed eliminare immediatamente quelle compromesse.
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