Clitocybe geotropa

Un fungo buono come un tartufo

Si sa che in natura esistono tantissimi tipi di funghi. Alcuni sono tossici, altri addirittura velenosi e mortali; molti sono commestibili, e ricercatissimi dagli estimatori. Alcuni, poi, sono considerati ancora migliori di tutti gli altri, per via di un particolare sapore delle loro carni. Questo è il caso del clitocybe geotropa, che, anche se è meno noto del porcino, o di altri funghi più diffusi, da molti è considerato uno dei migliori per quel che riguarda il gusto delle sue carni. Viene infatti paragonato persino al pregiatissimo tartufo, e può essere preparato in tante ricette diverse. Il nome scientifico, clitocybe, viene dal greco e vuol dire testa reclinata, per via della forma del cappello. Il termine geotropa invece allude al gambo, viene pure dal greco e significa rivolto a terra.
Un esemplare di Clitocybe geotropa

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Le caratteristiche del Clitocybe geotropa

La caratteristica forma del cappello del Clitocybe geotropa Il Clitocybe geotropa, come spesso accade ai funghi, ha anche molti altri nomignoli, che gli vengono attribuiti in modo vulgato dai cercatori. Ad esempio, è detto fungo di San Martino, ma anche Cimballo o Cardinale. Si caratterizza per la forma del suo cappello, che è ad imbuto. Quando il fungo è giovane è solo leggermente convesso, poi, con il tempo, si deprime maggiormente al centro, mentre i margini, che sono compatti, si fanno involuti. Il cappello è ricoperto da una cuticola di colore ocra, che con il tempo umido diventa vischiosa. Le lamelle inferiori sono dello stesso colore, e uniscono il cappello, che può raggiungere i 20 centimetri di diametro, al gambo. Il gambo è alto e slanciato, può misurare fino a 15 centimetri, ed è ingrossato verso il basso. La carne interna è bianca e fortemente aromatica, per questo il Clitocybe geotropa viene assimilato al tartufo.

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    Dove cresce il clitocybe geotropa

    Esemplari di Clitocybe geotropa disposti in cerchio, nel loro habitat naturale Le caratteristiche sopra elencate possono aiutare anche i meno esperti a riconoscere il clitocybe geotropa, che non viene facilmente confuso con altre specie di fungo. Quelle che più gli assomigliano sono il Clitocybe gibba, che è detto anche imbutino, ed è molto simile al geotropa, solo che è più piccolo. Tra i funghi velenosi, l'unico con cui si potrebbe fare qualche confusione è l'Entoloma lividum, che però ha un odore diverso. L'Entoloma lividum infatti profuma di farina, mentre l'odore del Clitocybe è di mandorle amare. Il Clitocybe geotropa cresce tra la fine dell'estate e l'autunno, a volte anche durante i primi mesi dell'inverno; si trova nei boschi di latifoglie, ai margini delle radure, e nei roveti. Di solito questo fungo cresce in gruppo, e molto spesso lo si trova disposto nei caratteristici cerchi, detti delle streghe.


    Come si cucina il Clitocybe geotropa

    Esemplari di clitocybe geotropa in padella Il Clitocybe geotropa si raccoglie avendo prima cura di saggiare la consistenza della parte centrale del cappello. Se al tatto risulta dura e soda, vuol dire che il fungo è buono. Se invece appare molle e cedevole, con tutta probabilità il fungo è stato mangiato all'interno dagli insetti, oppure è un esemplare vecchio. Una volta raccolto, si priva del gambo, che in genere non è commestibile, specie se il fungo è molto maturo, e poi il cappello può essere cucinato in tanti modi diversi. Vista la prelibatezza delle sue carni, il Clitocybe geotropa è usato soprattutto da solo, trifolato in padella, o per realizzare dei sughi di condimento. Si può cucinare in zuppa, e per la conservazione, vista la sua forte aromaticità, si consiglia il sottolio, o il sottaceto. In alternativa, si può cucinare in tutti gli altri modi con cui vengono solitamente preparati i funghi in cucina.