Artemisia pianta
La pianta dell'artemisia viene solitamente coltivata in giardino più che in vaso, perché può raggiungere, come nel caso dell'artemisia arborescens, fino ai 2 metri d'altezza. E' facilmente riconoscibile dal suo odore intenso, simile al cedro, dal suo arbusto legnoso, e dalla colorazione verde intenso delle foglie. Quest'ultime sono lunghe ed affusolate, con una seghettatura decisamente evidente sui bordi. La pianta dell'artemisia produce dei fiorellini bianchi, che si raccolgono in grandi recemi come a formare dei piccoli grappoli. Solitamente la fioritura avviene in estate fino ai primi giorni d'autunno, e soprattutto in zone montane dove il clima secco ne favorisce la crescita. I frutti prodotti da questi fiori non sono più grandi di un millimetro, e vengono per lo più utilizzati come semi per la coltivazione successiva. Le specie più conosciute sono: l'artemisia vulgaris, utilizzata per la preparazione di farmaci naturali contro il mal di stomaco, e l'artemisia absinthium, che veniva impiegata nella produzione dell'assenzio.
L'artemisia veniva largamente impiegata nel diciannovesimo secolo nella preparazione del liquore chiamato assenzio, molto in voga in quel periodo tra artisti e scrittori. In realtà l'artemisia non ha nessun potere allucinogeno. Era l'utilizzo del laudano, aggiunto negli ingredienti del liquore stesso, che ne valse la messa al bando. In cucina la pianta d'artemisia non trova largo impiego se non come pianta aromatica nella preparazione di piatti di cacciagione. Infatti il suo gusto amaro, e il suo intenso profumo simile al vermut, non lasciano molto spazio al suo consumo. In campo medico e cosmetico invece l'artemisia risulta essere molto utile. I suoi fiori vengono utilizzati come decotti per abbassare la febbre o per calmare gli spasmi intestinali. Inoltre la pianta ha il potere di stimolare l'appetito per cui i decotti vengono anche utilizzati in pazienti inappetenti. L'olio essenziale d'artemisia invece viene acquistato da chi ha problemi di acne, o per aiutare la cicatrizzazione di ferite superficiali. La cosmesi erboristica inoltre prepara creme a base d'artemisia per migliorare l'aspetto della pelle rendendola più levigata.
La pianta d'artemisia è originaria delle steppe cinesi, e il suo principio attivo veniva utilizzato già nel terzo secolo avanti Cristo per curare stati febbrili. Nella Grecia d'Ippocrate veniva utilizzata dopo il parto per aiutare le donne ad espellere la placenta, e per calmare i sintomi dell'epilessia. Inoltre le sue proprietà specifiche erano in grado di provocare le mestruazioni o d'indurre il parto. Fu solo nel diciannovesimo secolo che questa pianta diventò famosa in tutta Europa a causa del suo utilizzo come ingrediente nella preparazione dell'assenzio. Questo liquore infatti aveva poteri allucinogeni e veniva largamente consumato dai poeti facenti parte della corrente"maledetta" che ne esaltavano le proprietà nei loro scritti. Al giorno d'oggi sono ben note le sue proprietà vermifughe e stimolanti, che derivano dall'essicazione delle foglie e delle parti fiorite. Lo sviluppo moderno in campo farmacologico e cosmetico ha fatto sì che proliferassero creme, decotti e oli essenziali.
Il consumo massiccio di artemisia è tossico, qualunque sia la specie assunta. Considerando la sua capacità di indurre le doglie è assolutamente sconsigliato alle donne in gravidanza, anche perchè rende il latte materno amaro. Il sovradosaggio comporta spesso vomito e diarrea. Una curiosità che non tutti sanno, è che venivano attribuite a questa pianta doti magiche. Essendo ingrediente principale nella preparazione dell'assenzio, liquore che causava allucinazione se preso in dosi considerevoli, si riteneva potesse creare la fatina verde contenuta in esso, fonte d'ispirazione dei grandi artisti del diciannovesimo secolo. Il dipinto "Absinthe" di Degas, conservato nel museo D'Orsay, è divenuto famoso per la raffigurazione dei volti di un uomo e una donna inebetiti dal consumo d'assenzio. La bevanda venne dunque messa al bando perchè ritenuta pericolosa ma non a causa dell'artemisia bensì del laudano, pianta velenosa che può causare addirittura la morte. Il nome assenzio deriva dal greco e significa privo di dolcezza. Viene infatti consumato con dello zucchero sciolto nel bicchiere proprio per alleviare il sapore amarognolo della bevanda.
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