guaranà

Guaranà

Il guaranà è una pianta originaria dell’Amazzonia, coltivata, trasformata e consumata dai popoli indigeni già molto prima dell’arrivo dei conquistatori europei. Era ritenuto un arbusto sacro, inserito anche in numerose leggende sulla nascita di quei popoli.

Ancora oggi questo prodotto è molto diffuso, soprattutto in Brasile: viene impiegato per la produzione di bevande gassate dal potere energizzante.

L’utilizzo dei frutti, sotto forma per esempio di polvere, si è però diffuso in tutto il mondo, visto il suo ampio utilizzo in ambito erboristico e medicinale. Questo ha portato ad una notevole espansione delle coltivazioni, ma, allo stesso tempo, anche ad un incremento del disboscamento e un impoverimento delle popolazioni locali.

Il guaranà è una pianta rampicante molto diffusa nelle zone della Foresta Amazzonica, soprattutto in Brasile e nei Pesi sudamericani. Usatissimo fin dai tempi più antichi dagli Indios, il guaranà, il cui nome scientifico è “Paullinia Cupana”, si presenta come una pianta dagli sgargianti fiori rossi ricchi di semi: sono proprio questi semi la parte della pianta a essere utilizzata per le via delle note proprietà benefiche e medicamentose. Soprannominato “elisir di lunga vita”, il guaranà è stilizzatissimo ancora oggi, poiché nei secoli le sue qualità nutritive sono state confermate dalla scienza e sfruttata dall’industria degli integratori così come da quella fitoterapica, che cioè sfrutta le proprietà medicinali di piante, erbe e fiori per curare determinate patologie di lieve o media entità. I suoi semi, che una volta prelevati dalla pianta vengono torrefatti e poi macinati, hanno proprietà analoghe a quelle dei chicchi di caffè: proprio per questo motivo il guaranà viene utilizzato come eccitante e stimolante da assumere sia in pillole che in appositi integratori e bibite energetiche, da solo oppure accompagnato da sostanze dal principio simile. Le sue proprietà lo rendono prezioso ma anche potenzialmente pericoloso: il fatto che prodotti a base di guaranà si trovino in supermercati o erboristerie non deve far credere che il suo principio attivo sia completamente primo di effetti collaterali, o da maneggiare con leggerezza: al contrario, come andremo a vedere, vi sono categorie particolarmente a rischio che non dovrebbero assumere guaranà, ed in ogni caso prima di iniziare una cura è sempre bene confrontarsi col proprio medico.

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Le proprietà del guaranà

guaranàIl Guaranà può essere considerato a tutti gli effetti uno stimolante naturale. Pur contenendo ben più caffeina che il tè o lo stesso caffè, il guaranà non presenta le controindicazioni tipiche dell’assunzione di sola caffeina: nel guaranà, infatti, la caffeina interagisce con altre sostante in una sinergia che ne diluisce l’effetto nell’arco dell’intera giornata. La caffeina contenuta nel guaranà è caffeina naturale ed è detta “guaranina”; in più, il guaranà contiene teobromina, teofillina, xantine, vitamine e proteine vegetali. Tutto ciò fa sì che i semi di questa pianta abbiano un effetto eccitante sul sistema nervoso centrale, che viene stimolato in maniera naturale: per questo motivo fin dall’antichità il guaranà era usato per curare l’astenia, la depressione, l’ipotensione e il mal di testa, ma anche come integratore alimentare per far fronte a un’intensa attività sia fisica che intellettiva. Il guaranà è inoltre utile per contrastare i processi di invecchiamento – secondo alcuni studi, intensificando la produzione di HDL (il colesterolo “buono”) è efficace nel prevenire l’insorgere dell’arteriosclerosi – e svolge un’azione benefica per l’intestino, per cui è un ottimo tonico astringente cui ricorrere nei casi di gonfiore intestinale, infezioni, intestino pigro (stipsi) oppure diarrea. Ma le sue proprietà non sono finite qui. Quelle prettamente estetiche, infatti, riguardano da una parte un netto miglioramento della circolazione – con conseguente ridimensionamento di disturbi quali gonfiore degli arti e cellulite –, e soprattutto un notevole effetto cosiddetto “anoressizzante” molto utile nella lotta all’obesità. L’azione anoressizzante del guaranà è dovuta alla presenza della guaranina che stimola il rilascio di adrenalina e noradrenalina, ormoni che oltre a stimolare il buon umore e la voglia di fare provocano un immediato incremento del metabolismo: con esso aumenta anche la pressione e la frequenza cardiaca, mentre la respirazione si fa più veloce, con conseguente maggiore ossigenazione del sangue. È stato inoltre notato che il guaranà, favorendo il buon umore, diminuisce l’appetito, soprattutto la cosiddetta “fame nervosa” responsabile di molti stati di obesità grave.


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Posologia e metodi di assunzione

guaranà in polvere Il guaranà si presenta prevalentemente in semi macinati finemente (quindi in polvere), in estratto oppure in pillole sintetizzate nei laboratori farmaceutici, che contendono il principio attivo. A influire sugli effetti del Guaranà non è tanto la posologia quanto la regolarità nell’assunzione: esso infatti va assunto costantemente per periodi brevi oppure lunghi, a seconda delle esigenze; l’assunzione sporadica, anche massiccia, comporta infatti ben pochi benefici apprezzabili. Nella maggior parte dei casi la dose ideale consiste in un cucchiaino da caffè al giorno preso la mattina a stomaco vuoto. La polvere di Guaranà va sciolta in un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente che va bevuta dopo aver mescolato per bene, accentandosi che la polvere si sia sciolta completamente. Va presa a stomaco vuoto, avendo cura di fare colazione solo mezz’ora dopo averla assunta. L’uso prolungato è sconsigliato e anzi può essere nocivo.


I casi in cui è sconsigliato l’uso di guaranà

Il guaranà non deve essere assunto da chi ha problemi cardiaci, da chi soffre di ipertensione (poiché aumenta la pressione sanguigna) o ipertiroidismo (poiché aumenta la funzionalità della tiroide) e da chi soffre di diabete. Dal punto di vista psichico, l’uso è fortemente sconsigliato alle persone che soffrono di nevrosi ansiose, attacchi di panico, insonnia e psicosi.

Gli effetti collaterali più comuni (che generalmente insorgono a seguito di un uso smodato ed eccessivo) sono mal di testa, ansia, nervosismo, tachicardia, palpitazioni, ipertensione e non di rado nausea: per questo motivo è molto importante monitorare le proprie condizioni cliniche prima di iniziare una cura a base di guaranà.


Caratteristiche guaranà

guaranà foglia Il guaranà (Paullinia cupana) è una pianta appartenente alla famiglia delle Sapindaceae nativa dell’ Amazzonia brasiliana e, più in particolare, delle aree comprese tra i fiumi Madeira e Tapajos, occupato ancestralmente dalla popolazione dei Sateré-Mawé. Attualmente è coltivato tuttavia in quasi tutte la regione amazzonica e negli stati del Mato Grosso e di Bahia.

Si tratta di un arbusto sarmentoso. Può assumere portamento cespuglioso (nelle aree ben illuminate) o rampicante (nel suo habitat naturale) dove si attacca gli alberi, come una liana, raggiungendone la cima e quindi la luce del sole. Raggiunge facilmente i 12 metri di altezza.

In coltivazione viene cresciuta a cespuglio arrivando a 4 metri di diametro e circa 2 di altezza.

Le foglie, alterne e persistenti, sono composte da cinque foglioline di color verde chiaro. I fiori, raccolti in grappoli, sono piccoli e bianchi. Sulla stessa pianta troviamo infiorescenze maschili e femminili. Evolvono in frutti a forma di capsula il cui colore va dal rosso all’arancione. Giunti a maturità si aprono parzialmente lasciando apparire il seme, rotondo, di color marrone scuro lucido, avvolto in una sottile pellicola biancastra. Il germe dei semi è la parte ritenuta più preziosa e valorizzata dell’intera pianta. Infatti contiene, oltre ad altri principi attivi (xanthine, tannini, teobrina, teofillina) una grande quantità di caffeina (quasi cinque volte più del caffè) che ha lo scopo di difendere la pianta da agenti patogeni.


Storia e cultura del guaranà

Il guaranà era usato dalle tribù di nativi fin dalle loro origini soprattutto a scopo energetico e curativo. Tradizionalmente si eliminava il guscio, lavandone poi ripetutamente i semi. Questi, in seguito, venivano ridotti in una finissima polvere infine pressata fino a formare dei cilindri, adatti alla conservazione. Il prodotto così ottenuto è conosciuto come pane di guaranà o cacao brasiliano: poteva essere impiegato per delle infusioni in acqua calda zuccherata, assunte come bevande.

Il guaranà gioca un ruolo molto importante nella cultura delle popolazioni Tupi e Guaranì del Brasile. L’aspetto dei frutti aperti (simili a degli occhi) è alla base di diversi miti. Il più conosciuto racconta di come la pianta sia stata addomesticata in seguito all’uccisione, da parte di un serpente, di un bambino molto amato dalla comunità. Il loro Dio, vista l’inconsolabile sofferenza della popolazione, prese l’occhio destro del bambino e lo seppellì nella foresta. Da questo nacque il guaranà, capace di dare forza e allegria a chi se ne cibava.

Gli Europei conobbero la pianta nel 1600. Nel 1907 si cominciarono a produrre bibite gasate che diventarono, verso il 1940, bevanda nazionale brasiliana. Oggi, in tutta l’America Latina, sono ancora estremamente popolari, preferite addirittura a quelle a base di cola. È stato stimato che in quell’area sono la principale fonte di caffeina.


Ciclo di coltivazione

La sua coltivazione tradizionale è diffusa quasi esclusivamente nelle foreste umide dell’Amazzonia Brasiliana, anche se piccoli appezzamenti sono attualmente presenti anche in Argentina. È una coltura che avviene prevalentemente in associazione con quella della manioca, visto che crescono ad altezze differenti e riescono così ad occupare lo stesso terreno senza entrare in competizione. La manutenzione e la potatura degli esemplari vengono ancora oggi effettuati esclusivamente in maniera manuale.

Sono prescelte aree ad altitudini piuttosto elevate e con substrati poveri, a pH acido e con un alto contenuto di alluminio. La raccolta, anch’essa manuale, comincia generalmente nel mese di novembre, quando i semi stanno gradualmente maturando, per terminare a gennaio-febbraio. Il prodotto viene tenuto per qualche giorno in sacchi di iuta o canapa, dove comincia a fermentare. Questo processo ha come effetto l’aumento del tasso di caffeina nei semi.

Vi è poi la fase del lavaggio grazie al quale i semi sono liberati poi anche dal guscio (usato poi come fertilizzante delle stesse terre). Una volta asciugati verranno poi essiccati al fuoco fino a quando l’umidità residua sarà inferiore al 7%. Si tratta di un’operazione lunga e molto delicata, che necessita di sorveglianza continua per evitare eccessi di calore e conseguentemente di tostare il guaranà. Questo infatti causerebbe la perdita di molti principi attivi.

Alla fine del processo i grani sono diventati scuri e morbidi e possono essere imballati e spediti per i vari utilizzi.

Un ettaro di coltivazione produce mediamente 130 kg di grani. Negli ultimi anni la richiesta di guaranà, soprattutto per scopi erboristici, è molto aumentata e questo permette di mantenere prezzi relativamente elevati e garantire un buon guadagno alle popolazioni locali. La coltivazione ha però un impatto abbastanza negativo dal punto di vista ambientale perché è uno stimolo per la deforestazione.


Come coltivare guaranà

La coltivazione casalinga della Paullinia cupana è molto difficile. Richiede infatti un’altissima umidità atmosferica, temperature sempre al di sopra dei 20°C, esposizione in pieno sole e altitudini elevate. Per questo è un’esperienza che si possono permettere quasi solo gli appassionati di piante tropicali o i botanici esperti.

Ambiente

Per ottenere buoni risultati bisogna prima di tutto riprodurre in piccolo l’ambiente di una foresta pluviale, dotandosi di una serra con riscaldamento e umidificatori elettrici.

IL GUARANÁ IN BREVE
Famiglia, genere, specie Sapindaceae, Paullinia cupana
Tipo di pianta Liana, portamento rampicante o cespuglioso
Altezza-larghezza a maturità Fino a 12 metri/fino a 4 metri (se coltivata come cespuglio)
Difficoltà di coltivazione Alta
Manutenzione Alta (nel nostro clima)
Temperatura minima 20°C
Umidità Almeno del 70%, frequenti vaporizzazioni
Irrigazioni Frequenti
Tipo di terreno Povero
pH del terreno Acido (pH da 3.5 a 4.5)
Concimazione Non necessaria
Fioritura Metà primavera
Raccolta Dall’autunno all’inizio della primavera


Semina e propagazione

Procurarsi i semi non è semplice perché nel nostro continente è una pianta poco coltivata. Per di più questi mantengono la germinabilità solo per circa 72 ore (dopo di che decade drasticamente) e possono necessitare anche di 100 giorni per emettere le prime foglioline.

Si procede utilizzando dei vasi di almeno 10 cm di diametro, riempiendoli con composta per semine. Bagniamola in profondità e creiamo due o tre buchi profondi circa 1 cm, deponendovi un seme. Compattiamo bene.

Manteniamo il substrato sempre umido, arieggiando però ogni giorno per evitare l’insorgere di muffe. È importantissimo allo stesso tempo mantenere sempre caldo il substrato, con temperatura minima intorno ai 20°C.

In alternativa, per rendere più morbido il tegumento, possiamo tenere i semi in acqua tiepida per 24 ore prima di procedere.


Cure colturali

semi guaranà Le piantine andranno trapiantate in un vaso più grande quando avranno emesso la terza fogliolina, prestando attenzione a non danneggiare le radici. Scegliamo un substrato adatto a piante acidofile, con pH compreso tra 3.5 e 4.5.

Irrighiamo spesso, ma, ancora più spesso, vaporizziamo il fogliame con acqua possibilmente demineralizzata. L’umidità deve aumentare in maniera proporzionale alle temperature.

Dotiamo il nostro arbusto di un tutore al quale aggrapparsi, scegliendone uno composto da materiale naturale (bastoni in fibra di cocco o torba). Questi, infatti, aiutano anche a mantenere alta l’umidità.

L’esposizione deve essere sempre estremamente calda e soleggiata. In estate possiamo accostare le piante ad un muro esposto a Sud.

Potatura

Manteniamo sempre pulita la pianta da rami vecchi, deboli o malati. Il guaranà fiorisce sui rami nuovi e quindi è bene eliminare quelli che hanno prodotto precedentemente, stimolando così anche una crescita più folta.

Fioritura e fruttificazione

La fioritura e la fruttificazione avvengono dal secondo anno, in primavera. Per avere un buon raccolto bisogna però aspettare diversi anni, in maniera che i pannicoli diventino di grandi dimensioni.


Usi medicinali

Il guaranà è stato impiegato a lungo a scopo medicinale. Le tribù locali, ancora oggi, lo ritengono un ottimo rimedio per il dolore. È valutato inoltre prezioso per il sistema cardiovascolare, per prevenire e curare l’arteriosclerosi, ma anche per trattare la diarrea, l’emicrania, la febbre, l’ipertensione e i problemi neurologici. È oltre a ciò un buon stimolante e tonico.

Come abbiamo detto è estremamente ricco di caffeina. Alcuni studi hanno mostrato possibili effetti sul metabolismo e quindi la possibilità che possa aiutare nella perdita di peso. A differenza del caffè la sua azione si fa sentire per un periodo più prolungato, forse per l’associazione con altri alcaloidi.

Ad ogni modo, prima di assumere questo prodotto in grandi quantità è sempre bene informarsi presso il proprio medico perché può avere importanti interazioni con altri medicinali oltre che aggravare alcune patologie.

Valori nutrizionali
Grassi 10,15%
Proteine 15,26%
zuccheri 64,27%
sali minerali 1,31%
acqua 8,51%
Kcal per 100 grammi 411




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